Bentornati difensori delle toghe assalite (peccato non averli sentiti su Consip&C.)
E Csm contro gli attacchi di Salvini a pm genovesi e Cassazione
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini nonché leader della Lega agisce “contro la Costituzione”.
La Giunta dell’Anm reagisce con nettezza alle dichiarazioni di Salvini contro la Cassazione, che ha dato ragione alla Procura di Genova sul sequestro dei soldi alla Lega. “Un attacco alla democrazia”, aveva detto mercoledì Salvini. E ieri l’Anm ha ribadito che “i magistrati non adottano provvedimenti che costituiscono attacco alla democrazia né perseguono fini politici” e invocare “un possibile intervento” del presidente Mattarella “risulta essere fuori dal perimetro costituzionale”.
L’Anm, presieduta da Francesco Minisci, rigetta “ogni tentativo di offuscare l’imparzialità dei magistrati, principio costituzionale a difesa del quale continuerà a svolgere la propria azione, auspicando che chiunque eserciti funzioni pubbliche abbia a cuore gli stessi fondamentali principi”.
Ma per Salvini “è bizzarro che non possa andare a parlare” con Mattarella “garante della Costituzione”.
Al ministro dell’Interno sembra sfuggire il concetto della separazione dei poteri. La sua aggressione ai giudici e la sua pretesa di andare al Quirinale comprensibilmente hanno fatto reagire l’Anm. E pure il Csm che dopo le esternazioni di Salvini, che ricordano Berlusconi (e d’altronde il Carroccio ha votato tutte le leggi “ad personam”) ha fatto filtrare che quelle parole sono “inaccettabili ”. Ora alCsm dovrebbe essere aperta una pratica a tutela dei magistrati sotto attacco.
NON SEMPRE la reazione del Consiglio è stata così lineare. Prendiamo l’inchiesta più incandescente degli ultimi tempi: quella su Consip.
I pm napoletani Henry John Woodcock e Celeste Carrano sono stati accusati di indagare a fini politici.
“Lo scandalo Consip è nato per colpire me – disse Renzi – e credo che colpirà chi ha falsificato le prove per colpire il presidente del Consiglio”. E giù con le dichiarazioni di “complotto” di esponenti di punta del Pd, ma non solo. Di fronte a un’accusa gravissima per un magistrato, ovvero di perseguire un fine politico, ci si sarebbe potuti aspettare dal Csm una difesa dell’indipendenza della magistratura. Invece è stata aperta in Prima commissione una pratica (pendente) che potrebbe far rischiare ai pm partenopei un trasferimento per incompatibilità ambientale o funzionale.
Se è comprensibile che non abbiano chiesto un provvedimento a tutela i togati del di-
Indipendenza Dalla Trattativa a Woodcock: quanti silenzi Ora sembrano tornati i tempi dei processi a B.
stretto di Napoli, per opportunità, è meno semplice comprendere il silenzio degli altri, con l’eccezione di Piergiorgio Morosini che ha chiesto l’apertura pratica a tutela per il “carattere gravemente destabilizzante delle aggressioni verbali e della attività di delegittimazione preventiva” dell’inchiesta. Ed è pure agli sgoccioli, com’è noto, il procedimento disciplinare a carico di Woodcock e Carrano. A presiedere il collegio è il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. L’anno scorso si lasciò andare a un commento sul caso Consip inopportuno per il suo ruolo: “Mi sembra evidente che a Napoli qualcosa non sia andato, tanto che Roma in- daga su una presunta falsificazione di un’informativa da parte di un ufficiale di polizia giudiziaria e sulla fuga di notizie coperte da segreto (Woodcock archiviato, ndr)”.
PER NON PARLARE dei tempi del capo dello Stato Napolitano. Nel 2012, i pm dell’inchiesta a Palermo sulla trattativa Stato-mafia vennero definiti “eversivi”. Anche in quel caso non erano legittime opinioni su un’indagine, ma gravissime accuse. Non ci fu, però, una parola di difesa né dell’Anm né del Csm. Ora sembrano tornati i vecchi tempi quando di fronte alle bordate, quelle sì eversive, dei “berluscones”, si alzava uno scudo a tutela dell’autonomia della magistratura. Forse d’ora in avanti la difesa di questo principio sacrosanto varrà sempre e per tutti.