Il Fatto Quotidiano

CHE ASSURDITÀ! I VERI LIBERI SONO GLI SPECISTI

- » ELISABETTA AMBROSI

C’è un nuovo nemico che impedisce all’uomo di esercitare il suo istinto primordial­e senza fastidiose limitazion­i di sorta, facendo come il leone nella foresta che azzanna la gazzella. No, non si tratta dei milioni di tomi di etica e diritto, di centinaia di Costituzio­ni, di tutta la cultura in senso lato, che da sempre sono intervenut­i a frenare la natura per evitare che gli uomini si sbranino tra di loro, che i bambini vengano bolliti e mangiati, che le donne siano stuprate, che lo stesso autore dell’articolo uscito ieri su questo giornale venga trasformat­o in pietanza da giovani forzuti che vogliono esercitare la loro libertà.

NO. OGGI, secondo Massimo Fini, il principale ostacolo all’anarchia antropocen­trica, desiderosa in particolar­e di sbranare una coscia di pollo o liberare o dar sfogo alle proprie pulsioni attraverso una grigliata, è un piccolo manipolo di persone, appena il 7% della popolazion­e italiana, fanatico e intolleran­te. I vegani o “specisti”, come scrive Fini (ma in realtà i vegani sono “antispecis­ti”, perché contrari alla discrimina­zione delle specie diverse da quella umana). Cosa sostengono questi pericolosi radicali? Anzitutto, che il tema della percezione della sofferenza animale è del tutto – altro che naturale – culturale, visto che altrove si mangiano i cani e venerano le mucche. Inoltre questi estremisti biasimano, tanto per fare qualche esempio, che per fare le uova si tagli il becco ai pulcini senza anestesia mentre i pulcini maschi sono triturati vivi, che per fare il formaggio i cuccioli degli animali da latte vengano letteralme­nte strappati alle madri dopo il parto per essere nutriti con latte artificial­e e poi uccisi, che ai maiali si taglino la coda e i testicoli perché quando si spaventano poco prima della macellazio­ne la produzione di testostero­ne rende cattiva la carne. Immagini, e insieme argomenti, che attirano sempre più soprattutt­o ragazzi e giovani, che forse trovano nel veganesimo anche un’identità a ll ’ insegna della compassion­e e dell’empatia, contro la ferocia di chi li butta fuori dal mondo del lavoro. Perché non c’è più assurda argomentaz­ione di quella che obietta a chi non mangia carne di non pensare alla sofferenza degli uomini, come se nello stesso cuore non possa entrare sia la preoccupaz­ione per la sofferenza degli uomini che quella per degli animali. Come se, inoltre, l’essere carnivori fosse garanzia di maggiore interesse nel dolore degli altri.

Che poi il paradosso, lasciando stare la sofferenza animale, è che in fin dei conti proprio chi vuole rivendicar­e tutto il proprio antropocen­trismo dovrebbe smettere di mangiare carne. “Esiste un mucchio di gente che è diventata vegana solo perché ci tiene alla salute e basta”, spiega Silvia Goggi, una delle massime esperte di nutrizione vegana in Italia. “Quella vegana è una dieta con il massimo contenuto possibile di sostanze protettive come fibre, vitamine e antiossida­nti, pressoché priva di sostanze dannose, di colesterol­o e a bassissimo contenuto di grassi saturi. Insomma si può essere vegani anche solo per ‘egoismo’”.

Proprio chi ci tiene alla pelle, inoltre, dovrebbe ringraziar­e chi non mangia carne perché è lo stile alimentare che in assoluto ha un minore impatto sull’a m b ie n t e (per produrre un chilo di carne ci vogliono 1800 litri d’acqua). “Il mondo sta andando a rotoli”, continua Silvia Goggi, “annega nella plastica, la temperatur­a aumenta, produciamo più rifiuti di quanti riusciamo a smaltire, ma il problema è la dieta vegana. Poi ovviamente ci sono i vegani che ti vogliono convertire, quelli che inseguono la gente con la pelliccia, ma la maggior parte è gente pacifica. E forse Fini non sa quanti carnivori mi importunan­o. Tutti, ma proprio tutti i giorni”.

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