No al risarcimento per Passamani Negata l’ingiusta detenzione
▶DALLO STATO che combatte voleva un risarcimento per l’ingiusta detenzione, ma per due volte la Corte d’appello di Trento prima e poi la Cassazione hanno respinto la domanda di Massimo Passamani, esponente di spicco dell’anarco-insurrezionalismo italiano.
Il 27 agosto 2012 Passamani e altri sette anarchici di Rovereto erano stati arrestati. La procura di Trento, nell’inchiesta denominata “Ixodidae” (nome latino della zecca), li accusava di associazione eversiva. Dopo un periodo in carcere e uno ai domiciliari, il 27 febbraio 2013 tutti gli imputati venivano assolti (perché il fatto non sussiste) e liberati. Diventata definitiva l’assoluzione, Passamani ha chiesto l’indennizzo e la Cas- sazione, prima a novembre e poi a marzo, ha confermato il “No” dei giudici di Trento: d'altronde – ricorda – a Passamani sono stati sequestrati “proclami, materiale propagandistico e manualistico; le sue pubblicazioni propugnanti un metodo di lotta tutt'altro che pacifico, contenenti anche precise istruzioni per atti di sabotaggio, di guerriglia urbana e per confezionare ordigni incendiari” e i 28 “episodi” contestati erano “riferibili al gruppo anarchico trentino cui appartiene il Passamani”. La sua presenza “emerge con adeguato grado di certezza in ordine ad alcuni episodi di violenza” come “attentati incendiari a mezzi dell'esercito e ai danni di un ripetitore telefonico” e le “partecipazione alle violente proteste No Tav in Val di Susa dell'estate 2011”. Si tratta di “condotte illecite o ai limiti della legalità, che il ricorrente non risulta aver mai smentito o negato, fortemente emblematiche della volontà di contrasto nei confronti del potere costituito e che hanno contribuito in maniera determinante ad orientare il gip nell'emissione della misura cautelare”. Come dire: l’arresto era motivato, nessuna ingiusta detenzione.