Al Forte la Satira Politica è sempre premiata
Quattro giorni di festa con premi, ospiti, spettacoli. Il sindaco: “Qui l’umorismo è di casa”
Erano così stupiti, quelli del Times, da mandare in fretta e furia un inviato per capire come “d’improvviso gli italiani avessero deciso di ridere di se stessi”. Anno 1973: il “fattaccio” di cronaca da documentare era il Premio Satira Politica di Forte dei Marmi.
Lo sanno tutti però che lo humour non è solo britannico; anzi “satura tota nostra est”, diceva un antenato, mentre oggi un contemporaneo – il sindaco del Forte Bruno Murzi – ricorda che qui “l’umorismo è di casa”, a margine di una delle preview della 46esima edizione del Premio, che verrà consegnato domani, in una serata-show con- dotta da Serena Dandini.
Al maestro Roberto Benigni va il Premio alla Carriera; l’attrice Paola Minaccioni vince nella categoria “Parodia”, Natalino Balasso spicca per i “Monologhi”, Astutillo Smeriglia per l’“Animazione”, Vincino per il “Libro” e TvBoy per la “Street Art”– lui che è autore del murale con il bacio tra Salvini e Di Maio, prontamente cancellato a Roma, ma riproposto domattina in piazza Garibaldi al Forte.
È da mercoledì che il litorale toscano è in festa, “Aspettando il Premio Satira”: per rilanciarlo, gli organizzatori – ovvero l’Amministrazione Comunale e il Comitato omonimo – hanno deciso di inserirlo in una manifestazione di più giorni, anziché in un solo pomeriggio; di spostarlo in estate, anziché in autunno; di presentare gli spettacoli e gli incontri in tutta la città, anziché in un unico locale, “proprio come era nello spirito delle origini, quando un intero festival gravitava intorno alla premiazione”, prosegue Murzi. “L’obiettivo è far vivere il Premio a tutti, cittadini e turisti, soprattutto in questo momento in cui far satira è sempre più difficile: da un lato, per colpa dei toni aggressivi del dibattito politico; dall’altro, per il dilagare del politically correct, che semplifica e divide il mondo in razzisti e buonisti”.
A ricordare i sempiterni guai degli umoristi c’è pure la mostra fotografica “Don Camillo, Peppone e il crocifisso”, curata da Giorgio Casamatti e Guido Conti e dedicata alla fantasia feconda di Giovannino Guareschi, morto 50 anni fa in quel “mondo piccolo” che era poi l’Italia dei 50-60. All’epoca nessun regista o produttore volle impelagarsi nel film per non urtare i comunisti; si prestò così un francese, Julien Duvivier, e furono girate due pellicole: una per la distribuzione Oltralpe e una per quella interna, molto più prudente, manco a dirlo. Da noi la censura non ha fatto mai difetto, espungendo, in quel caso, ad esempio, la pedata nel didietro che Don Camillo assestava a Peppone, piamente inginocchiato in preghiera.
Ospiti delle serate d’anteprima sono stati molti ex Premi Satira, come Geppi Cucciari, con l’esilarante monologo scritto da Mattia Torre, Perfetta, e Il Terzo Segreto di Satira col film Si muore tutti democristiani. Stasera tocca invece a Guido Catalano e Dente, diretti da Lodo dello Stato Sociale nella performance Contemporaneamente insieme anche d’estate.
46° Premio Satira, Forte dei Marmi, Villa Bertelli, domani
sera, ore 21.30