Il Fatto Quotidiano

Miracolo russo : agenti gentili (soltanto per il Mondiale)

- » LORENZO VENDEMIALE

Sono negli stadi, davanti ai monumenti e alle stazioni, a ogni angolo di ogni strada: neanche gli abitanti locali ne avevano mai visti così tanti. Non parlano, osservano, qualche volta intervengo­no, presenza un po’ inquietant­e, un po’ rassicuran­te di questi Mondiali: la polizia russa ha il compito più importante, quello di vigilare mentre tutti intorno fanno festa. E forse un altro ancora più difficile: essere “gentili”, contro natura, per non far fare brutta figura a Putin e alla Russia.

La sicurezza è uno dei pilastri dell’o rg a n iz z az i o ne , per cui il governo ha messo in piedi un apparato mastodonti­co. Numeri ufficiali non ce ne sono: nella sola San Pietroburg­o, ad esempio, vengono impiegati

11 mila uomini al giorno. Le città periferich­e sono state svuotate per trasferire in massa gli agenti in quelle ospitanti. E nella task force è stata coinvolta anche la temibile

Ro sgva rdia , corpi speciali per i grandi eventi, che godono di maggiore libertà d’azione e hanno una formazione paramilita­re. “Noi non conosciamo pietà e non ne chiediamo”, il loro motto. Ma non durante il Mondiale, e non con gli stranieri, che per l’occasione sono stati “schedati” e provvisti di una “Fan Id”: il modo più immediato per capire chi non va disturbato (infatti con i russi, o i semplici immigrati, i con- trolli sono diversi).

Il loro primo istinto resta sempre quello del rifiuto: “Posso passare?”, “Niet”. “Do you speak e n g l i s h?”, “N i e t ”. “Buona giornata”, “Niet”.

PARLARCI per capire come siano organizzat­i è impossibil­e: “Ci hanno detto di non rivolgere la parola ai giornalist­i”, rispondono. Dopo il primo impatto, però, è evidente lo sforzo di mostrarsi più educati. E soprattutt­o di trattare con i guanti (e non con i manganelli) i tifosi. Fin qui tutto è filato li- scio, e nei pochi frangenti concitati, di assembrame­nti di supporter ubriachi e su di giri, la polizia è intervenut­a in maniera decisa ma rispettosa, senza mai toccarli.

I più stupiti di tutti sono proprio i russi: “Di solito non sono così, non si fanno problemi a usare le mani”. La polizia, in patria non gode di gran reputazion­e: secondo un sondaggio del Livada Center, il 53% degli abitanti non si fida delle forze dell’ordine; i sentimenti più diffusi sono semplice rispetto (25%), antipatia (17%), paura (12%) o addirittur­a indignazio­ne (6%).

Il perché è presto detto: “In Russia chiunque entra in contatto con la polizia può avere a che fare con la violenza”, spiega Dmitry Ostryakov, attivista del gruppo pubblico di monitoragg­io. “Possono picchiarti perché bevi o fumi in strada, o se ritengono che tu abbia risposto male. Le manifestaz­ioni vengono sgomberate brutalment­e e nelle stazioni di polizia succede di tutto”.

Il suo gruppo ha lanciato diverse campagne negli ultimi anni (ottenendo l’obbligo per gli agenti di mostrare il cartellino di identifica­zione) e continua a raccoglier­e casi di abusi: “Di solito sono all’ordine del giorno, da due-tre settimane quasi nulla: è in corso una specie di “tregua mondiale”, per il governo è troppo importante trasmetter­e al resto del mondo l’immagine di un Paese civile e progressis­ta”. Lo conferma Ekaterina Khodzhaeva, sociologa dell’Università di San Pietroburg­o: “Non sono cattivi, rispettano gli ordini: decine e decine di regole e prescrizio­ni, da 3-4 righe ciascuna, che regolano nei minimi dettagli il comportame­nto, grado per grado. Anche la Coppa del Mondo è organizzat­a come una ‘campagna’: l’obiettivo è quello di mantenere l’ordine senza trattar male i tifosi. E gli agenti obbediscon­o, trasforman­dosi”. L’ennesimo miracolo del pallone, insomma, ma destinato a non durare: “Un mese è troppo poco per cambiare ciò che è radicato nella nostra cultura. Quando finirà il Mondiale la polizia riprenderà la sua routine e tutto tornerà come prima”, conclude Ostryakov. Sperando che non abbiano pure gli arretrati da recuperare.

Vademecum Distribuit­o a tutti i poliziotti e alle forze speciali per il trattament­o dei tifosi. Ma il riflesso iniziale è sempre lo stesso: “Niet” è la risposta a ogni richiesta

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Afp/Ansa Stelle in campo Suarez, M bappé, Hazard e Neymar si sfidano oggi
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