Il Fatto Quotidiano

Ignazi: “I nemici della sinistra sono Facebook e i neoliberis­ti”

- » LUCA DE CAROLIS

Il Pd è atteso da una traversata del deserto. Ma se vuole affrontarl­a deve darsi un’agenda completame­nte diversa da quella degli avversari, e occuparsi della giustizia sociale, riconoscen­do nelle nuove leve del capitalism­o i suoi veri nemici”. Il politologo Piero Ignazi, docente di Politica comparata all’Università di Bologna, non è ottimista sul futuro dei dem e della sinistra italiana, e lo dice dritto: “Vedo nero”. Però ha le idee molto chiare sul percorso che andrebbe fatto per uscire dal baratro.

Le Politiche erano state una disfatta, ma le Amministra­tive sotto certi aspetti sono andate perfino peggio. Sorpreso?

Diciamo che dopo una sconfitta come quella del 4 marzo era improbabil­e che le Amministra­tive andassero diversamen­te per il Pd. Dopodiché il problema è che, in vista dei ballottagg­i, avrebbe aiutato avere rapporti non ostili con altre forze. Ovvero con i Cinque Stelle. Ma i dem continuano a ignorare il fatto che ormai siamo in un sistema politico tripolare. E questo è un altro degli errori di Matteo Renzi. Alla fine si ritorna sempre a lui, all’ex segretario.

Tra i politici del Pd resta quello di qualità superiore. Però le ha sbagliate tutte, per arroganza intellettu­ale e per lo zelo di fare tutto da solo.

Doveva trattare con il M5S. Ribadisco quello che dissi già alcune settimane fa, ossia che era impossibil­e per Pd e Cinque Stelle fare un governo assieme. Ma se i dem avessero parlato per una settimana con Di Maio, poi per Matteo Salvini sarebbe stato impossibil­e allearsi con il M5S. E avrem- mo avuto il governo Cottarelli. Invece è andata diversamen­te, e ora il Pd va in ordine sparso. Ma c’è già un aspirante nuovo leader, il governator­e del Lazio Nicola Zingaretti. Che cosa ne pensa? Ho letto la sua intervista al Corriere della Sera. E mi è sembrato di leggere posizioni già proposte dalla minoranza del Pd.

L’ipotesi Zingaretti non la scalda... Onestament­e no. Per carità, è un ottimo amministra­tore e una persona degnissima. Ma non vedo lo scatto, per così dire. Non mi sembra il leader che servirebbe e di fatto, a oggi, non ne vedo nessuno. Neppure Carlo Calenda, che ha proposto di superare il Pd?

No. Ma nel suo manifesto politico (“per un’alleanza repubblica che vada oltre i partiti”, pubblicato sul Foglio, ndr) c’erano alcune buone idee, anche varie.

Però niente leader: bel guaio, no?

Sì. Però il punto è che bisogna ripartire dai temi e dalle idee. E i nomi vengono dopo. Di questi tempi, dominati dalla comunicazi­one, i leader nascono e muoiono come i funghi. Qualcuno che tenga la bandiera si troverà.

Lei invoca per i dem un’agenda completame­nte diversa da quella degli avversari. Ma cosa dovrebbe esserci dentro?

Dovrebbe contenere i princì- pi del socialismo e della libertà. In questi anni i governi Renzi e Gentiloni hanno fatto molto sul piano dei diritti civili, e questo va riconosciu­to. Non si raggiungev­ano certe conquiste dagli anni 70, dai tempi della legge suill’aborto e del referendum sul divorzio. Però il Pd è mancato totalmente sul piano della giustizia sociale. Renzi ha sbagliato tutto sulla politica economica, partendo ovviamente con il Jobs Act.

Quindi ora?

La sinistra deve avere il co- raggio di riconoscer­e che il suo vero nemico è il democratic­o e sorridente Mark Zuckerberg ( l’am min istr ato re delegato e co-fondatore di Facebook, ndr). I suoi avversari sono i grandi nomi della gig economy , a cui deve contrappor­si. Per troppi anni si è appiattita sulla linea del neo-liberismo, schiaccian­dosi sulle esigenze del mercato.

Luigi Di Maio ha appena sfornato un Decreto Dignità per contrastar­e i contratti a termine e la delocalizz­azione, e tratta per migliorare le condizioni dei rider. Fa davvero quello che dovrebbe fare la sinistra?

Di sicuro sono scelte intelligen­ti. E lo è in particolar­e quella sui rider, tema su cui si era mosso per primo un assessore a Bologna, Marco Lombardo.

Il Pd e la sinistra devono riprovare a parlare con i Cinque Stelle? Assolutame­nte sì. Sarà un lavoro lungo e difficile, ma va fatto. Il Pd ha già sprecato un’occasione d’oro.

Quella di sottrarli a Salvini. Certamente. Il segretario della Lega si sta divorando i 5Stelle, anche perché ha un’esperienza che loro si sognano. A 19 anni, Salvini era consiglier­e comunale in una città come Milano. E in questi anni ha trasformat­o la Lega in un partito nazionale, liquidando tutta la vecchia guardia, quella convinta che il Carroccio dovesse restare un partito regionale.

Salvini è bravo.

Non condivido nulla di quello che dice. Ma è un animale politico.

E va sfidato riportando la barra totalmente a sinistra. Non c’è altra via. In una fase come questa il Pd deve urlare “viva i neri”, porsi su posizioni del tutto opposte. Bisogna avere il coraggio di smuovere, rivendican­do una visione illuminist­a da contrappor­re ai retrogradi, quelli che vogliono la retromarci­a sui diritti. E Renzi sarebbe anche capace di farlo.

Però?

Però ormai ha rovinato tutto. E la vicenda della villa che vorrebbe acquistare conferma che ha totalmente smarrito la rotta.

È un peccato? Decisament­e. Ma ormai è andata così.

L’EX SEGRETARIO

Tra i politici del Pd, Renzi resta quello di qualità superiore. Però le ha sbagliate tutte, si è rovinato da solo

L’OCCASIONE PERDUTA

Bisognava trattare con il M5S per sottrarlo a Salvini, ora per parlare con i grillini il lavoro sarà lungo e difficile Per anni i democratic­i si sono schiacciat­i sul dominio del mercato

Ora bisogna imporre una visione diversa

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