Ignazi: “I nemici della sinistra sono Facebook e i neoliberisti”
Il Pd è atteso da una traversata del deserto. Ma se vuole affrontarla deve darsi un’agenda completamente diversa da quella degli avversari, e occuparsi della giustizia sociale, riconoscendo nelle nuove leve del capitalismo i suoi veri nemici”. Il politologo Piero Ignazi, docente di Politica comparata all’Università di Bologna, non è ottimista sul futuro dei dem e della sinistra italiana, e lo dice dritto: “Vedo nero”. Però ha le idee molto chiare sul percorso che andrebbe fatto per uscire dal baratro.
Le Politiche erano state una disfatta, ma le Amministrative sotto certi aspetti sono andate perfino peggio. Sorpreso?
Diciamo che dopo una sconfitta come quella del 4 marzo era improbabile che le Amministrative andassero diversamente per il Pd. Dopodiché il problema è che, in vista dei ballottaggi, avrebbe aiutato avere rapporti non ostili con altre forze. Ovvero con i Cinque Stelle. Ma i dem continuano a ignorare il fatto che ormai siamo in un sistema politico tripolare. E questo è un altro degli errori di Matteo Renzi. Alla fine si ritorna sempre a lui, all’ex segretario.
Tra i politici del Pd resta quello di qualità superiore. Però le ha sbagliate tutte, per arroganza intellettuale e per lo zelo di fare tutto da solo.
Doveva trattare con il M5S. Ribadisco quello che dissi già alcune settimane fa, ossia che era impossibile per Pd e Cinque Stelle fare un governo assieme. Ma se i dem avessero parlato per una settimana con Di Maio, poi per Matteo Salvini sarebbe stato impossibile allearsi con il M5S. E avrem- mo avuto il governo Cottarelli. Invece è andata diversamente, e ora il Pd va in ordine sparso. Ma c’è già un aspirante nuovo leader, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Che cosa ne pensa? Ho letto la sua intervista al Corriere della Sera. E mi è sembrato di leggere posizioni già proposte dalla minoranza del Pd.
L’ipotesi Zingaretti non la scalda... Onestamente no. Per carità, è un ottimo amministratore e una persona degnissima. Ma non vedo lo scatto, per così dire. Non mi sembra il leader che servirebbe e di fatto, a oggi, non ne vedo nessuno. Neppure Carlo Calenda, che ha proposto di superare il Pd?
No. Ma nel suo manifesto politico (“per un’alleanza repubblica che vada oltre i partiti”, pubblicato sul Foglio, ndr) c’erano alcune buone idee, anche varie.
Però niente leader: bel guaio, no?
Sì. Però il punto è che bisogna ripartire dai temi e dalle idee. E i nomi vengono dopo. Di questi tempi, dominati dalla comunicazione, i leader nascono e muoiono come i funghi. Qualcuno che tenga la bandiera si troverà.
Lei invoca per i dem un’agenda completamente diversa da quella degli avversari. Ma cosa dovrebbe esserci dentro?
Dovrebbe contenere i princì- pi del socialismo e della libertà. In questi anni i governi Renzi e Gentiloni hanno fatto molto sul piano dei diritti civili, e questo va riconosciuto. Non si raggiungevano certe conquiste dagli anni 70, dai tempi della legge suill’aborto e del referendum sul divorzio. Però il Pd è mancato totalmente sul piano della giustizia sociale. Renzi ha sbagliato tutto sulla politica economica, partendo ovviamente con il Jobs Act.
Quindi ora?
La sinistra deve avere il co- raggio di riconoscere che il suo vero nemico è il democratico e sorridente Mark Zuckerberg ( l’am min istr ato re delegato e co-fondatore di Facebook, ndr). I suoi avversari sono i grandi nomi della gig economy , a cui deve contrapporsi. Per troppi anni si è appiattita sulla linea del neo-liberismo, schiacciandosi sulle esigenze del mercato.
Luigi Di Maio ha appena sfornato un Decreto Dignità per contrastare i contratti a termine e la delocalizzazione, e tratta per migliorare le condizioni dei rider. Fa davvero quello che dovrebbe fare la sinistra?
Di sicuro sono scelte intelligenti. E lo è in particolare quella sui rider, tema su cui si era mosso per primo un assessore a Bologna, Marco Lombardo.
Il Pd e la sinistra devono riprovare a parlare con i Cinque Stelle? Assolutamente sì. Sarà un lavoro lungo e difficile, ma va fatto. Il Pd ha già sprecato un’occasione d’oro.
Quella di sottrarli a Salvini. Certamente. Il segretario della Lega si sta divorando i 5Stelle, anche perché ha un’esperienza che loro si sognano. A 19 anni, Salvini era consigliere comunale in una città come Milano. E in questi anni ha trasformato la Lega in un partito nazionale, liquidando tutta la vecchia guardia, quella convinta che il Carroccio dovesse restare un partito regionale.
Salvini è bravo.
Non condivido nulla di quello che dice. Ma è un animale politico.
E va sfidato riportando la barra totalmente a sinistra. Non c’è altra via. In una fase come questa il Pd deve urlare “viva i neri”, porsi su posizioni del tutto opposte. Bisogna avere il coraggio di smuovere, rivendicando una visione illuminista da contrapporre ai retrogradi, quelli che vogliono la retromarcia sui diritti. E Renzi sarebbe anche capace di farlo.
Però?
Però ormai ha rovinato tutto. E la vicenda della villa che vorrebbe acquistare conferma che ha totalmente smarrito la rotta.
È un peccato? Decisamente. Ma ormai è andata così.
L’EX SEGRETARIO
Tra i politici del Pd, Renzi resta quello di qualità superiore. Però le ha sbagliate tutte, si è rovinato da solo
L’OCCASIONE PERDUTA
Bisognava trattare con il M5S per sottrarlo a Salvini, ora per parlare con i grillini il lavoro sarà lungo e difficile Per anni i democratici si sono schiacciati sul dominio del mercato
Ora bisogna imporre una visione diversa