Il Fatto Quotidiano

Arrestato Onofrio Fratello: condannato per mafia, gestiva coop di accoglienz­a

Cuffariano della prima ora nell’Udc, gestiva 4 società con dei prestanome

- » GIUSEPPE LO BIANCO

Èstato il primo politico del Trapanese a subire una condanna definitiva per mafia, ma nonostante ciò era tornato a gestire il ricco business dell’accoglienz­a senza aver mai fatto un giorno di carcere.

FINO A IERI, quando i carabinier­i del nucleo operativo di Trapani hanno trasferito in una cella di San Giuliano, Onofrio Fratello, cuffariano della prima ora nell’Udc, ex deputato regionale eletto con i voti della mafia nel 2001 cresciuto nel ventre molle e lucroso della cooperazio­ne assistita, che in provincia di Trapani si traduce nel ricco business dell’accoglienz­a ai migranti. La Procura lo accusa di intermedia­zione fittizia di beni e bancarotta fraudolent­a per avere gestito, tra Alcamo e Castellamm­are, quattro cooperativ­e attraverso prestanome, uno dei quali, Lorenzo La Rocca, presidente della coop Letizia, ha collaborat­o con gli inquirenti. Con l’ex deputato sono finiti in carcere due collaborat­ori, Gae- tano Calvaruso e Davide Amodeo, e per il fratello Salvatore è stato disposto l’obbligo di dimora. L’inchiesta è una costola dell’indagine più vasta sul business dell’accoglienz­a che coinvolge l’ex direttore della Caritas Sergio Librizzi, condannato a 9 anni per violenza sessuale nei confronti di minori extracomun­itari, ospitati nei centri: in cambio del visto per lo status di ri- fugiato avrebbe preteso dai ragazzi prestazion­i sessuali accertati in otto casi.

Intercetta­ndo Librizzi sono emersi i contatti con Fratello, già conosciuto agli investigat­ori per la condanna a 18 mesi per concorso in associazio­ne mafiosa per i suoi rapporti con il boss di Marsala Natale Bonafede, da lui stesso ammessi, pena confermata dalla Cassazione.

MA L’EX DEPUTATO non demorde e nel 2010 chiede la riabilitaz­ione, concessa dal Tribunale di Sorveglian­za grazie anche al parere positivo della Dda di Palermo e della Questura di Trapani, che ne attesta la buona condotta dal giorno della condanna. E quando un’intercetta­zione, nel ’95, aveva sorpreso due mafiosi discutere del pizzo da chiedere a una delle coop di Fratello, che gestiva l’assistenza domiciliar­e agli anziani, confermand­o il dato emerso in un pizzino, nessuno indaga, come segnala il questore di Trapani, Giuseppe Gualtieri: “Nessun provvedime­nto, anche solo di carattere cautelare, è stato adottato dall’autorità giudiziari­a procedente nei confronti della ditta di che trattasi e dei suoi amministra­to-

Mai in carcere Nel 2010 l’ex deputato chiese la riabilitaz­ione, poi concessa dal Tribunale di Sorveglian­za

ri”. Il resto è storia recente, con i due centri per migranti gestiti dalla coop Letizia, che ha avuto in organico anche 120 dipendenti, a Balata di Baida e all’Ipab Vittorio Emanuele di Castellamm­are per i quali il Movimento 5 Stelle segnalò la cointeress­enza di Fratello, già condannato per mafia, e poi la Con- sess, la Benessere di Alcamo (con tre sedi a Alcamo e Valderice che ospita 32 minori migranti non accompagna­ti), e la Dimensione Uomo utilizzate dal deputato, secondo l’accusa, per le sue acrobazie contabili. Nell’o p er a zi on e ‘’Brother’’ i carabinier­i hanno analizzato infatti i flussi finanziari giunti alle coop e ge- stiti dai vari prestanome con cui Fratello si garantiva il duplice vantaggio di nascondere i proventi delle sue (di fatto) cooperativ­e evitando nel contempo di comunicare le variazioni patrimonia­li conseguent­i come invece impone dalla legge ai soggetti condannati per mafia.

TRA LE ACCUSE, infine, c’è anche la bancarotta fraudolent­a legata alla palestra Wellness sport center, anche questa gestita dall’ex deputato e fallita nel 2015: dopo il fallimento sarebbe stata svuotata da Fratello che avrebbe distratto beni e servizi in favore di un’altra società, a lui riconducib­ile, la Sport-E srl.

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Le accuse L’arresto di Fratello, accusato di intermedia­zione fittizia di beni e bancarotta fraudolent­a

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