Il lato oscuro dei rangers nel cupo “Texone”
La svolta cruda di Mauro Boselli si nota più negli albi speciali come questo del 2018
Dal 2012 Mauro Boselli è il curatore di Tex, testata alla quale ha impresso una svolta più cruda e realistica, pur nel rispetto rigoroso dei canoni della Bonelli. Questa sua caratteristica si nota soprattutto negli albi speciali con storie lunghe, comeI rangers di Finnegan, il “Texone” 2018 (l’albo speciale annuale di 240 pagine in grande formato) affidato ai disegni di Majo, cioè Mario Rossi, noto soprattutto per i suoi cicli di Dampyr.
Boselli schiera tutti e quattro i “pard” di Tex Willer per indagare su misteriose stragi nei villaggi indiani già pacificati. I sospetti cadono sui ran- gers del Texas, lo stesso corpo di cui fanno parte anche Tex e i suoi compari (sia pure con uno status particolare, “a riposo”, apprendiamo ora).
NEGLI UTILI apparati redazionali che accompagnano il fumetto si ricorda che i ranger benvestiti e idealisti che hanno animato per decenni il fumetto popolare italiano (su tutti Il piccolo rangerdella Essegesse) sono un’invenzione letteraria. I veri ranger erano molto più simili a quelli che racconta Boselli nel Texone e, tutto sommato, anche al primissimo Tex: un corpo di contractor , come li chiameremmo oggi, mercenari irregimentati ma con moralità e predisposizione alla violenza simile a quella dei loro avversari. Il tratto di Majo, che lesina troppo sui dettagli per un fumetto con tavole di così grande formato, è particolarmente efficace nel descrivere le stragi negli accampamenti indiani, o i massacri da parte dei coloni di nativi che, da parte loro, sono assai lontani dal mito del “buon selvaggio”.
Tex, i due Kit ( Carson e Willer, protagonisti di una memorabile rissa) non sono mai sembrati così impotenti nel loro tentativo di garantire giustizia ( o almeno giusta vendetta) in una società cinica e spietata che, anche senza indiani e pistole, non è poi molto diversa dalla nostra.