Dell’Utri è a casa I periti: “Rifiutati gli esami medici”
Polemiche dopo la scarcerazione dell’ex senatore. Il pm Di Matteo: “Resta uno degli elementi cardine dei recenti rapporti tra la mafia e la politica”
Dell’Utri ai domiciliari? “Tanta solerzia intorno a noi non la vediamo, neppure tanti dottori disposti a capire, oltre ogni ragionevole dubbio, che la strage terroristica eversiva lascia segni indelebili, i nostri sopravvissuti fanno ogni giorno il conto con la causa effetto di 277 chili di tritolo”. È la reazione “a caldo” di Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione di via dei Georgofili, che in una nota sottolinea come “in Italia il senso di giustizia è molto ampio quando si tratta del reo e finisce là dove iniziano i calvari delle vittime”.
DOPO TRE RIGETTI e un pericolo di fuga paventato nell’ultimo provvedimento, la scarce- razione dell’ex senatore condannato per concorso esterno in Cosa Nostra (e in primo grado per la Trattativa Stato-mafia) scatena polemiche per il ruolo specifico di Dell’Utri, che al di là dei suoi malanni è tuttora al centro di una trama investigativa, come ricorda la stessa Chelli: “Il 26 maggio scorso, al convegno sulla giustizia in ricordo della strage di via dei Georgofili, la magistratura ha parlato di ‘significativi indizi’ sui concorrenti della mafia nella strage di via dei Georgofili, e uno degli indiziati è giusto Marcello Dell’Utri”.
Le fa eco la presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Sarti (M5S) ricordando che è “un dato di fatto che un personaggio, già stato latitante nel 2014, ritenuto garante ‘decisivo’ dell’accordo tra Berlusconi e Cosa Nostra fino al 1992 e poi ancora por- tatore del ricatto di Cosa Nostra allo Stato, cinghia di trasmissione tra la mafia e il primo governo Berlusconi del ‘94, ora potrà tornare a scontare il resto della sua pena non in una struttura carceraria, bensì nella propria casa”.
Via dei Georgofili L’associazione: “Nostri sopravvissuti fanno il conto con i 277 chili di tritolo”
LA SCARCERAZIONE di Marcello Dell’Utri è stata accolta invece con “gioia” dai senatori azzurri, con Francesco Giro che ricorda le premure di Berlusconi nei confronti dell’amico palermitano (“ha sofferto e soffre moltissimo per questa vicenda, un dolore per lui costante, ci teneva che andassi a visitarlo perché soffriva questa sua condizione”) e c’è chi, come la senatrice Maria Rizzotti, vicepresidente del Gruppo di Forza Italia, gli augura “davvero di cuore che, attorniato dall’affetto dei suoi familiari, possa riacquistare finalmente serenità di spirito che lo aiuterà certamente per affrontare cure adeguate e per ristabilirsi sul piano fisico e psicologico”.
Ma per l’ex magistrato Antonio Ingroia, infine, “se i tempi della giustizia fossero accorciati con una riforma non si arriverebbe a scontare le pene in tardà età”. E per il pm Nino Di Matteo “Dell’Utri resta uno degli elementi cardine dei più recenti rapporti fra la mafia e la politica, ed è potenziale conoscitore di retroscena importanti anche per completare il percorso di conoscenza sulle stragi”.