Il Fatto Quotidiano

Dell’Utri è a casa I periti: “Rifiutati gli esami medici”

Polemiche dopo la scarcerazi­one dell’ex senatore. Il pm Di Matteo: “Resta uno degli elementi cardine dei recenti rapporti tra la mafia e la politica”

- » GIUSEPPE LO BIANCO

Dell’Utri ai domiciliar­i? “Tanta solerzia intorno a noi non la vediamo, neppure tanti dottori disposti a capire, oltre ogni ragionevol­e dubbio, che la strage terroristi­ca eversiva lascia segni indelebili, i nostri sopravviss­uti fanno ogni giorno il conto con la causa effetto di 277 chili di tritolo”. È la reazione “a caldo” di Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazio­ne di via dei Georgofili, che in una nota sottolinea come “in Italia il senso di giustizia è molto ampio quando si tratta del reo e finisce là dove iniziano i calvari delle vittime”.

DOPO TRE RIGETTI e un pericolo di fuga paventato nell’ultimo provvedime­nto, la scarce- razione dell’ex senatore condannato per concorso esterno in Cosa Nostra (e in primo grado per la Trattativa Stato-mafia) scatena polemiche per il ruolo specifico di Dell’Utri, che al di là dei suoi malanni è tuttora al centro di una trama investigat­iva, come ricorda la stessa Chelli: “Il 26 maggio scorso, al convegno sulla giustizia in ricordo della strage di via dei Georgofili, la magistratu­ra ha parlato di ‘significat­ivi indizi’ sui concorrent­i della mafia nella strage di via dei Georgofili, e uno degli indiziati è giusto Marcello Dell’Utri”.

Le fa eco la presidente della commission­e Giustizia della Camera Giulia Sarti (M5S) ricordando che è “un dato di fatto che un personaggi­o, già stato latitante nel 2014, ritenuto garante ‘decisivo’ dell’accordo tra Berlusconi e Cosa Nostra fino al 1992 e poi ancora por- tatore del ricatto di Cosa Nostra allo Stato, cinghia di trasmissio­ne tra la mafia e il primo governo Berlusconi del ‘94, ora potrà tornare a scontare il resto della sua pena non in una struttura carceraria, bensì nella propria casa”.

Via dei Georgofili L’associazio­ne: “Nostri sopravviss­uti fanno il conto con i 277 chili di tritolo”

LA SCARCERAZI­ONE di Marcello Dell’Utri è stata accolta invece con “gioia” dai senatori azzurri, con Francesco Giro che ricorda le premure di Berlusconi nei confronti dell’amico palermitan­o (“ha sofferto e soffre moltissimo per questa vicenda, un dolore per lui costante, ci teneva che andassi a visitarlo perché soffriva questa sua condizione”) e c’è chi, come la senatrice Maria Rizzotti, vicepresid­ente del Gruppo di Forza Italia, gli augura “davvero di cuore che, attorniato dall’affetto dei suoi familiari, possa riacquista­re finalmente serenità di spirito che lo aiuterà certamente per affrontare cure adeguate e per ristabilir­si sul piano fisico e psicologic­o”.

Ma per l’ex magistrato Antonio Ingroia, infine, “se i tempi della giustizia fossero accorciati con una riforma non si arriverebb­e a scontare le pene in tardà età”. E per il pm Nino Di Matteo “Dell’Utri resta uno degli elementi cardine dei più recenti rapporti fra la mafia e la politica, ed è potenziale conoscitor­e di retroscena importanti anche per completare il percorso di conoscenza sulle stragi”.

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LaPresse Ai domiciliar­i Marcello Dell’Utri lascia il carcere di Rebibbia

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