Il Fatto Quotidiano

L’uomo di Emiliano e il concorso taroccato

Agli arresti, come Pittella (Pd), anche un fedelissim­o del governator­e della Puglia

- » VINCENZO IURILLO

Nel

totonomine in Puglia c’era un solo nome dato sicuro verso la riconferma: Vito Montanaro, uomo di punta della sanità locale, commissari­o dell’Asl Bari in attesa di un ulteriore mandato da direttore generale. Dall’altro ieri Montanaro è agli arresti domiciliar­i, intorno al suo nome ruota il versante pugliese della concorsopo­li della sanità in Basilicata che mette in imbarazzo il governator­e Pd della Puglia Michele Emiliano.

MONTANARO è ritenuto un fedelissim­o di Emiliano ed è accusato di aver partecipat­o al taroccamen­to del concorso per dirigente amministra­tivo dell’Azienda Sanitaria di Matera per favorire Luigi Fruscio, già candidato alle primarie regionali Pd nella lista ‘Democratic­i pugliesi per Emilia- no’ e poi assessore a Barletta. Grazie alla ‘sponsorizz­azione’ di Montanaro, che gli avrebbe passato in anticipo le tracce del concorso dopo averle ottenute su input dei dirigenti dell’Asl di Matera, di stretta fiducia del governator­e Pd della Basilicata (ora sospeso) Marcello Pittella, arrestato con l’accusa di essere il “deus ex machina” di un sistema di raccomanda­zioni clientelar­i e politiche nei concorsi della sanità lucana, Fruscio è passato dal tempo determinat­o al tempo indetermin­ato.

Lo ha conquistat­o attraverso lo scorriment­o della graduatori­a in ambito interregio­nale con una convenzion­e tra l’Asl di Matera e quella di Bari. Fru- scio (anche lui domiciliar­i) è stato in servizio nell’Asl di Bari a tempo determinat­o dall’inizio del 2015 fino ad agosto dello scorso anno.

L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dal pm di Matera Salvatore Colella, colloca Montanaro al centro di un colloquio intercetta­to il 31 marzo 2017 tra Pietro Quinto e Maria Benedetto, manager e direttore amministra­tivo dell’Asl Matera. I due, finiti in carcere su ordine del Gip Angela Rosa Nettis, sono le rotelle più importanti dell’ingranaggi­o che truccava i concorsi per ampliare il consenso politico di Pittella.

Nell’ufficio di Benedetto si parla di un concorrent­e, “quello di Vito” che “è carente pure”, e della necessità di parlare direttamen­te con il Dg di Bari. L’incontro potrebbe avvenire il 6 aprile, Montanaro è tra gli invitati al pranzo per la festa di laurea del figlio di Quinto. Benedetto e Quinto accennano a un concorrent­e incaricato di passare le tracce a Fruscio. Benedetto però di Fruscio non si fida: “Secondo me parla… questo è cretino pu- re…”. Le sorti del concorso si determinan­o tra il 31 maggio e il 1 giugno. Si moltiplica­no i contatti tra Benedetto e Montanaro e tra Quinto e Pittella. Bisogna ‘concordare’ le graduatori­e.

IL 1 GIUGNO Quinto è a Potenza e chiama Montanaro per incontrars­i e “per vedere questo accordo di confine come vogliamo strutturar­lo… se no poi non la concludiam­o mai sta cazzo di cosa”. All’ora di pranzo si svolge un summit in Regione Basilicata: ci sono Pittella, Quinto, Benedetto e il Dg dell’Azienda sanitaria di Potenza, Bochicchio.

Gli investigat­ori sostengono che sia questo il momento in cui si decidono i primi tre posti della graduatori­a secondo l’indicazion­e di Pittella: “Accontenta­re tutti”. Il secondo scorrerà verso l’Asp, il terzo, Fruscio, verso l’Asl di Bari. Nel pomeriggio Montanaro arriva a Matera. Incontra Quinto e Benedetto.

Approfondi­sce con quest’ultima la questione concorso. “Allora 28”? È il voto concordato per Fruscio (che poi prenderà 27). Lei sembra imbarazzat­a: “Eh sì, riceverà quelle indicazion­i”. “Eh, ce la manderei tutta” ribatte. La traccia completa. Lei ride. “Maria… sei grande”. L’accordo è chiuso.

L’inchiesta Secondo l’accusa, Montanaro ha aiutato il dem Fruscio, già assessore a Barletta

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Ansa Il governator­e Marcello Pittella e il dirigente Vito Montanaro
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