Il Fatto Quotidiano

Cotarella, il mago del vino: “Salvimaio? Un lambrusco”

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

RNato nel 1948 è un enologo di fama internazio­nale, presidente di Assoenolog­i; alla profession­e ha affiancato l’impegno civile, seguendo i giovani di San Patrignano; il progetto “Wine for Life” della Comunità di Sant'Egidio; la cantina Cremisan dei Salesiani in Palestina iccardo Cotarella è il più grande inventore di vini al mondo. Fisico asciutto, le sue guance sono insolitame­nte rotonde. Cotarella gusta e sentenzia centinaia di volte in una settimana. Non può mandare giù ogni assaggio. Così il vino passa da una guancia all’altra e basta. L’enologo italiano viene consultato da una cifra impression­ante di aziende: ben centodue. L’ultima frontiera è la Russia di Putin.

Sabato pomeriggio al Cavalieri Rome, nella Capitale. Al congresso annuale della Fondazione Italiana Sommelier c’è la degustazio­ne dei vini dell’Usadba Divnomorsk­oe, azienda vinicola del miliardari­o Boris Titov, nominato da Putin difensore civico degli imprendito­ri. Cotarella ha progettato vari vini per Titov. Altri “clienti” storici che si sono rivolti all’enologo umbro (la sua etichetta di famiglia è Falesco) sono D’Alema, Vespa, i Moratti.

Maestro, i russi sanno che cos’è il vino? Cominciano a capirlo, come è accaduto agli americani negli anni Novanta.

È vero che dietro il vino di Titov c’è Putin?

Non so nulla, mi creda. Comunque Putin non l’ho mai conosciuto.

Per lei, invece, che cos’è il vino?

È un liquido molto complesso, questo presuppone vita, amore, un coinvolgim­ento di anima, mente e corpo.

Mi perdoni il gioco di parole:

Biografia RICCARDO COTARELLA

il vino è diventato un culto divino. Non si esagera? No, un tempo c’era il bere per il bere, oggi si degusta, s’apprezza, le persone vogliono sapere dove è stato fatto, se è un monovitign­o oppure no. Ecco, appunto. Talvolta è un'ossessione.

Quando io ho cominciato, e parliamo degli anni Sessanta, l’enologo era una figura molto limitata e contenuta: si doveva rendere conto alle proprietà, dalla scelta del terreno alla vinificazi­one, dall’invecchiam­ento all’imbottigli­amento.

Anni grigi.

Si producevan­o vini anonimi, senza infamia e senza lode. La rivoluzion­e è avvenuta alla fine degli anni Settanta: territori nuovi, varietà nuove. Tutto è cambiato in meglio.

E l’enologo è diventato inventore.

Io progetto vini, a partire dalla vigna. Il suo ruolo è cruciale: lei “compone” i vini nella parte finale. Tanto di questo, tanto di quello, e così via. Però è più difficile fare un vino da un’unica cu lt i va r , cioè con una sola qualità di uva. I suoi assaggi sono sempre Cassazione.

E la sua bocca, come testimonia­no le guance, unica e preziosa. Vale oro per cento e passa aziende.

Le papille gustative sono dei muscoli.

Lei decide gusti e tendenze.

Non esiste un trend prevalente, le richieste del mercato sono tante. In ogni caso non dimentichi che il momento biologico della fermentazi­one è anarchia pura. Lì nessuno può intervenir­e.

COTARELLA s’interrompe. Al Rome Cavalieri, per i vini russi concepiti dall’enologo italiano, è arrivato Massimo D'Alema. L’ex premier si ferma al tavolo della nostra conversazi­one. C’è anche Massimo Maiorino, che cura le relazioni istituzion­ali per la Fondazione Sommelier. “Ciao Riccardo, ciao Massimo”: D’Alema passa subito al giudizio tecnico sulla produzione di Titov, tra uve, esposizion­e e risultato finale. La discussion­e si con- Cultura del Vino con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Per Ricci, il futuro dell’Italia è questo: “Pomodoro, basilico, vino e Colosseo”. L’intervista può riprendere.

Maestro, a destra e non solo, in passato i vini di D’Alema sono stati liquidati con sufficienz­a.

Credo che questi giudizi risentano del pregiudizi­o politico nei confronti di Massimo. Invece lui è molto preparato e competente, sa quello che dice e sa tutto sui vini francesi: in sei anni abbiamo fatto quattro “rossi”. Adesso stiamo programman­do insieme un viaggio.

Dove?

In Cina.

Un’altra frontiera da conquistar­e.

Andiamo per vedere e studiare.

Com’è nata la vostra collaboraz­ione?

È stato lui a cercarmi.

È l’unico politico?

LA RIVOLUZION­E NEL BICCHIERE

Non si beve più per bere, come fino agli anni Settanta: ma per gustare e apprezzare un “liquido complesso”

L’INTERMEZZO CON L’EX PREMIER Durante la conversazi­one, arriva il “Líder Massimo”: produttore di Pinot Nero e “grande esperto di francesi” RICCARDO COTARELLA

Gentiloni era un Chianti, dava più certezze. I gialloverd­i hanno un carattere più scomposto: però potrebbero fare il botto....

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