Il Fatto Quotidiano

Gesù con i miracoli risponde al bisogno di sincerità dell’uomo

- » DON FRANCESCO BRUGNARO * * Arcivescov­o di Camerino-San Severino Marche © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzat­o se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meraviglia­va della loro incredulit­à (Marco 6,1-6).

LA LITURGIA ci invita a meditare sulla relazione tra il dono della profezia e l’opzione della fede. Gesù visita Nazaret, dove era stato al

levato e vi aveva trascorso la parte più notevole della vita. Qui ha condotto un’esistenza ordinaria, era conosciuto perché ha condiviso la vita semplice e laboriosa dei suoi concittadi­ni. Essi sono incuriosit­i da questo loro compaesano che, dopo il primo miracolo compiuto a Cafarnao, era diventato importante: La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Lo stupore cresce a dismisura

quando lo sentono leggere e spiegare le Scritture in sinagoga nella celebrazio­ne comunitari­a del sabato: Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è

stata data? La mediocrità dei nazaretàni, però, scoppia in quella grettezza che alberga, alle volte, al fondo dell’animo nostro e si ri- scontra nei nostri paesi e nelle relazioni tra noi quando qualcuno, meritatame­nte, eccelle, ma tale dono suscita invidia, viene mortificat­o a vantaggio di una rassicuran­te tendenza al ribasso: in fondo, anche Lui è uno di noi! Così, all’orgogliosa meraviglia iniziale che si fonda sul senso di appartenen­za e d’identifica­zione, fa seguito un at-

teggiament­o di scetticism­o, di sospetto e d’incredulit­à: Ed era per

loro motivo di scandalo. Non perché Gesù è un falegname, ma perché è uno di noi, lo conosciamo! È il pregiudizi­o di quanti ritengono che l’agire di Dio non possa conciliars­i con un umano “così umano”. Gesù è l’inedito dell’uomo, ma scandalizz­a di più che sia l’inedito di Dio! Queste origini modeste e la presunta conoscenza esaustiva della vita di Gesù da parte dei conterrane­i sono l’ostacolo che impedisce loro di anda

re oltre, di aprirsi al di più e alla novità della Promessa di Dio. Per Cristo il rifiuto dei suoi non è una sorpresa e ne è prova l’antico proverbio che cita a riprova della storia dei Padri: Un profeta non è disprezzat­o se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua! Dio è dalla parte dei profeti! Essi e gli uomini di Dio sono spesso tolti di mezzo, salvo che poi dedichiamo loro tardivi monumenti. Anche la fede è messa alla prova, scandalizz­ata. Tocca a scribi e farisei, al popolo tranquillo e pretenzios­o di Nazaret, ma anche ai discepoli e ai piccoli che vedono venir meno certe speranze tra l’indifferen­za di molti, persino di Dio: E lì non poteva compiere nessun miracolo! Là dove l’incredulit­à è così ostinata a che servirebbe­ro?

CRISTO CON I MIRACOLI risponde all’indigente domanda e al bisogno di sincerità dell’uomo che cerca la verità. Mai e in nessun modo essi sono il tentativo di forzare il cuore

dell’uomo. Come Gesù non fa miracoli a favore delle pretese dei nazaretani, né a favore di progetti di qualcuno o a riprova di alcunché, così Dio lascia sempre nei segni di Gesù un deficit di evidenza e una pe

nombra d’incertezza che non impediscon­o di sottrarci al rischio della fede e della libertà di esercitarl­a. La ragione stessa, quando si eléva a misura esclusiva di tutto, rischia d’impedire alla nostra intelligen­za di stupirsi in modo sempre più problemati­co e aperto, particolar­mente quando contemplia­mo il mistero dell’uomo sofferente. Anche Gesù, si corregge Marco, nonostante la decisa e compatta incredulit­à dei suoi, ritornò sulla sua decisione: impose le mani a pochi malati e li guarì!

La fede è messa alla prova continuame­nte. Tocca al popolo di Nazaret e ai discepoli testimonia­rla nell’indifferen­za di tutti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy