A vela nell’Artico per il dirigibile Italia
La spedizione Polarquest cercherà l’aeromobile che scomparve nel 1928
Àla recherche du ballon perdu: sono passati 90 anni dalla scomparsa del dirigibile Italia tra i ghiacci del Polo Nord. Ora una spedizione internazionale, la PolarQuest 2018, in partenza a metà luglio, si metterà sulle sue tracce, scandagliando i fondali artici.
Promosso dal Cern, dall’Istituto nazionale di fisica nucleare, dal Centro Fermi, dal Cnr, dalla Società geografica italiana, dall’Università europea di Roma (e altri), il progetto ha due obiettivi: uno squisitamente scientifico, di ricerca e osservazione, e uno culturale, di comunicazione e divulgazione dei risultati ottenuti. “Non sarà facile trovare tracce del relitto”, spiega il geografo Gianluca Casagrande, tra i membri dell’equipaggio della Nanuq, un natante a vela di 18 metri. “Per farlo sperimenteremo un sonar di ulti- ma generazione, che scansionerà in 3d il fondale. Il risultato sarà già di per sé importante perché mapperà nel dettaglio un’area del mondo ancora poco conosciuta”.
A bordo della Nanuq (“orso polare” in lingua inuit) viaggerà una decina di persone, tra scienziati e professionisti della comunicazione, a rotazione, più una equipe di terra. La spe- dizione partirà il 21 luglio ed è articolata in tre tratte: la prima va dall’Islanda alle Isole norvegesi Svalbard; la seconda, che occuperà tutto agosto, è la circumnavigazione dell’arcipelago; la terza, da fine agosto al 4 settembre, salperà per la Norvegia, attraverso il mare di Barents.
Era il 25 maggio 1928 quando l’aeronave sparì tra i ghiac- ci, un giorno dopo aver conquistato il Polo Nord: perse quota per cause misteriose, strisciando sulla banchisa e lasciando a terra uomini e rottami per due tonnellate di peso. Poi si risollevò, e volò chissà dove con a bordo altri uomini: tutti morti. Quelli scaraventati fuori, invece, si salvarono, anche se non tutti sopravvissero per 48 giorni fino all’arrivo dei soccorsi russi. Fu una tragedia, per i sommersi e per i salvati: Marco Paolini ci ha fatto anche un monologo teatrale, su canovaccio di Andrea Camilleri (Skira), intitolato Quanto vale un uomo e dedicato a quei superstiti, vivi per miracolo, che dovettero difendersi dall’accusa di abbandono, o- micidio e persino cannibalismo.
Oltre a cercare l’Italia, la missione avrà altri scopi: “Misurare i raggi cosmici, a latitudini altissime, mai finora monitorate così precisamente. Un altro obiettivo è il campionamento delle micro plastiche galleggianti, che si stanno accumulando pericolosamente nell’Artico: una forma di inquinamento molto grave, una massa di spazzatura che viaggia velocemente e si ingrossa, mettendo a repentaglio la catena alimentare poiché queste plastiche possono essere ingerite dai pesci. Infine, c’è un progetto di osservazione geografica di aree remote attraverso i droni”.
La storia
Una tragedia anche per chi sopravvisse per 48 giorni e fu accusato pure di cannibalismo