La mafia internazionale delle protesi
Medici corrotti da aziende americane per consigliare interventi chirurgici
Operazioni chirurgiche non necessarie consigliate a pazienti angosciati e sofferenti solo per ottenere laute commissioni da fabbricanti e distributori di protesi mediche internazionali. È ciò che accade da anni (anche) in Brasile dove non si ferma lo tsunami della polizia federale brasiliana, contro gli uomini della “mafia delle protesi”. Martedì la polizia ha sgominato un’organizzazione che operava attraverso la complicità di funzionari governativi, giudici, medici, aziende, soprattutto multinazionali.
L’operazione è stata chiamata “Risonanza” originatasi da un’importante indagine, la cosiddetta “Frattura esposta”, sorta dalla Lava Jato, la famosa tempesta investigativa della magistratura che indaga la tangentopoli della società petrolifera pubblica Petrobras. “Frattura esposta” ha sgominato u n’organizzazione che guada- gnava milioni di dollari con la vendita di protesi sovrafatturate. La giustizia ha autorizzato l’arresto di 22 presunti membri dell’organizzazione criminale, tra cui il direttore dell’Istituto Nazionale di Traumatologia e Ortopedia, André Loyello. Sono state condotte perquisizioni anche presso gli uffici della multinazionale Philips a São Paolo, società della quale sono sotto inchiesta almeno due dirigenti.
AGENTI DI POLIZIA e procuratori si sono recati a Rio de Janeiro nelle residenze del medico Sergio Cortes, ex segretario della Salute pubblica dello Stato di Rio de Janeiro e degli imprenditori Miguel Skin e Gustavo Estrellita, entrambi sotto arresto. Secondo il ministero federale, è stato identificato un cartello che operava dal 1996 al 2017 con Oscar Iskin, il leader del gruppo formato da almeno 33 imprese organizzate sotto il nome del “Club commerciale internazionale”.
Il club era formato dai principali manager che lavorano per fabbricanti multinazionali di attrezzature mediche, le quali ottenevano appalti pagando commissioni del 13% sul valore totale dei contratti. Per eludere il fisco, l’imprenditore avrebbe montato una complessa rete di riciclaggio di denaro, utilizzando imprese offshore e in Brasile, dove entravano e uscivano fiumi di dollari usati per pagare anche i medici che ricevevano tangenti del 20 o 30%, per indicare chirurgie protesiche negli ospedali pubblici e cliniche private. Gli imputati sono accusati d’organizzazione a delinquere, corruzione, frode e riciclaggio.
L’inchiesta sulla mafia delle protesi ha avuto origine nel 2015, dopo che Giovani Grizotti, reporter del programma televisivo Fantastico, rivelò al pubblico la presenza della mafia che frodava non solo il sistema sanitario pubblico, ma anche le assicurazioni mediche private gestite dalle banche brasiliane.
LO SCANDALO approdò a Brasilia, dove lo stesso anno il governo istituì un’inc hies ta parlamentare che mostrò l’ampiezza della corruzione del nel sistema sanitario. Dopo che l’indagine appurò che 8 multinazionali americane fabbricanti di protesi frodarono il mercato e causarono un danno di circa 100 milioni di dollari alle assicurazioni mediche, la Abramge ( Associação Brasileira de Planos de Saúde), secondo la Folha de São Paulo, ha mosso negli Usa azioni collettive per danni materiali e morali contro la Boston Scientific, Arthrex, Zimmer Biomet Holdings, Abbott, Biotronik, Orthofix, Stryker Corporation e St Jude Medical.