L’avviso di Draghi alla Germania: “È ora di iniziare a condividere i rischi”
“L’Italia? Giudicheremo i fatti, per ora solo parole”
Il
segnale è eloquente, specie se arriva dal presidente della Bce: è ora che l’Europa faccia un passo avanti nella “condivisione dei rischi”, soprattutto nel settore bancario. Intervenendo ieri al Parlamento europeo, Mario Draghi ha lanciato un avviso alla Germania, rinnovando la richiesta che venga realizzato lo schema di assicurazione unico per i depositi bancari nella zona euro (Eids). È il pilastro mancante dell’Unione bancaria, nata monca visto che al momento esiste solo la vigilanza unica e il meccanismo comune per le “risoluzioni” (i fallimenti pilotati) delle banche. L’Edis è il primo passo per evitare crisi finanziarie, ma Berlino ne ostacola la crea- zione. Per la Germania prima devono essere ridotti i rischi, cioè i crediti deteriorati delle banche, in gran parte accumulati dagli istituti italiani. Una distinzione ormai inutile per Draghi, che ha spiegato come oggi le banche hanno già sostanzialmente ripulito i loro bilanci (quelle italiane hanno ceduto 140 miliardi di crediti deteriorati, dissanguando i conti).
Il presidente della Bce ha poi ribadito che lo stimolo monetario di Francoforte continuerà a lungo, anche dopo la fine degli acquisti di debito pubblico ( Quantitative easing) a fine anno: i titoli in scadenza saranno reinvestiti e i tassi rimarranno bassi fino “all’estate del 2019”. Sulla politica di bilancio del governo gialloverde in Italia ha invece sospeso il giudizio: “Giudicheremo solo i fatti - ha spiegato - finora ci sono state parole, e le parole sono cambiate”. E non vede rischi finanziari per Roma dalla fine del Qe: “Il nostro mandato non è volto a proteggere i bilanci nazionali. Ma a Francoforte siamo fiduciosi che l’economia si stia rafforzando”.
L’ultimo messaggio è per rafforzare il processo d’integrazione europeo, dopo il consiglio Ue di fine giugno con lo scontro sui migranti: “In questi tempi di aumentate incertezze globali (il riferimento è ai dazi imposti dal presidente Usa Donald Trump, ndr), è più importante che mai che l’Europa resti unita”.