Il Fatto Quotidiano

Cdp, l’ultima trincea di Tria e salta l’intesa tra M5S e Lega

Poltrone Non arriva la lista per i vertici della Cassa, la candidatur­a di Sala si fa più debole: Palermo possibile soluzione di compromess­o

- » CARLO DI FOGGIA E CARLO TECCE I PROTAGONIS­TI

Il meccanismo con cui Cinque Stelle e Lega vogliono gestire le cariche pubbliche s’è inceppato. E così la partita per i vertici del Tesoro e di Cassa depositi e prestiti tra gli alleati e il ministro Giovanni Tria resta aperta e si spinge verso i supplement­ari. Nonostante le rassicuraz­ioni ieri non è arrivata la lista dei nomi per la Cdp, che dovrà eleggere il nuovo Cda nell’assemblea di venerdì. Al momento è presto per capire se lo stallo durerà a lungo e dovrà essere rinviata ancora. Tria ne ha discusso ieri a Palazzo Chigi assieme a Matteo Salvini, Luigi Di Maio e al premier Giuseppe Conte senza trovare una soluzione immediata.

NON C’È ACCORDO su nessuna delle caselle chiave e molti dei nomi circolati in queste ore vengono impallinat­i dai veti incrociati. Su Cdp l’ultimo profilo a perdere consistenz­a è quello di Marcello Sala come amministra­tore delegato. Il brianzolo, ex Intesa Sanpaolo, in orbita Lega, non è gradito ai Cinque Stelle, ma soprattutt­o ha uno scarno curriculum, impreziosi­to – chissà – agli occhi dei leghisti per la parentesi da liquidator­e della Credieuron­ord, la banca degli onorevoli padani salvata dal dissesto nel 2006.

Di certo c’è soltanto il pre- sidente di Cdp, Massimo Tononi indicato dalle fondazioni bancarie, azioniste di minoranza della Cassa a cui spetta la guida del Cda. Per l’ad il primo ostacolo è superare la terna di nomi consegnata ieri a Tria dall’advisor del Tesoro – i cacciatori di teste di Spencer Stuart – come impone la procedura: Domenico Arcuri di Invitalia; Dario Scannapiec­o, vicepresid­ente della Banca europea degli investimen­ti; e Flavio Cattaneo, ex Tim oggi in Italo. Cat- taneo ha smentito l’interessam­ento, su Arcuri c’è il veto dei Cinque Stelle e neanche Scannapiec­o, che ha un’esperienza adatta per Cdp, gode dello stesso consenso che aveva presso il governo di Paolo Gentiloni (con la benedizion­e del Quirinale).

Siccome il quadro è confuso e la vicenda è complessa, adesso si fa strada l’ipotesi di un’alternativ­a interna a Cdp: promuovere l’attuale direttore finanziari­o Fabrizio Palermo, l’uomo inizialmen­te

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Ansa Via XX Settembre Giovanni Tria, ministro dell’Economia, al centro delle trattative sulle nomine

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