Il Fatto Quotidiano

Ilva, lo stallo continua: Di Maio contro Mittal

Vice-premier si schiera con i sindacati: “Su ambiente e Lavoro i piani vanno migliorati”

- » ROBERTO ROTUNNO

L’incontro

di ieri tra Luigi Di Maio e Arcelor Mittal, acquirente dell’Ilva, non ha permesso passi in avanti. Il colosso dell’acciaio ha portato nuove proposte però ritenute, dal ministro dello Sviluppo economico, “poco entusiasma­nti” per quanto riguarda la questione ambientale e per nulla soddisface­nti sul versante occupazion­ale, visto che vengono confermati i 4 mila esuberi già dichiarati durante lo scorso autunno e fortemente contestati dai sindacati.

SI ASPETTANO nuovi migliorame­nti: “Io ho dato mandato immediato ai commissari di confrontar­si tecnicamen­te sulle proposte migliorati­ve che ci ha fatto Arcelor Mittal - ha detto Di Maio a margine del vertice - ma prima di esprimermi dobbiamo neces- sariamente analizzare tecnicamen­te le loro proposte, fermo restando che ci aspettiamo di più sul piano occupazion­ale”. Il ministro ha anche voluto marcare le differenze tra l’opinione di questo governo e quella del precedente, che con Arcelor Mittal aveva già un accordo: “Una cosa è certa, ci si aspetta di più sulle proposte che sono state fatte al precedente governo, che, io ricordo, ha già firmato il contratto, autorizzan­do e accettando questi livelli”. Insomma, le condizioni che hanno ottenuto negli scorsi mesi il lasciapass­are di Carlo Calenda, predecesso­re di Di Maio, non saranno accettate dal nuovo esecutivo.

IL VECCHIO accordo, bocciato dai sindacati, prevedeva che la nuova proprietà dell’Ilva assumesse subito 10 mila dei 14 mila dipendenti attualment­e impiegati a Taranto e negli altri stabilimen­ti. I 4 mila rimasti fuori sarebbero stati inseriti in un percorso parallelo che avrebbe previsto, innanzitut­to, la creazione di una società, con l’aiuto dell’agenzia pubblica Invitalia. In questa newco sarebbero confluiti 1.500 lavoratori, un livello occupazion­ale che avrebbe garantito proprio i nuovi proprietar­i dell’Ilva at- traverso le commesse. Il resto sarebbe stato gestito con ammortizza­tori sociali e altri strumenti come incentivi alle dimissioni o accompagna­mento alla pensione. Comunque, parliamo di uno schema che, come detto, è rigettato sia dai sindacati sia dal nuovo governo, che il 26 giugno ha prorogato il c o m m i s s a r i amento dell’Ilva fino al 15 settembre.

Nel frattempo, Arcelor Mittal dovrà convincere Di Maio con una nuova proposta. I sindacati vorrebbero garantire continuità lavorativa per tutti, almeno partendo con la riassunzio­ne di 10.500 lavoratori ( sui 14 mila totali): 10.100 subito e altri 400 entro il primo anno o alla prima risalita produttiva. Altra questione sensibile è quella ambientale. Il governo Gentiloni, a settembre del 2017, ha approvato il decreto con il piano che ha spalmato le opere di risanament­o previste in capo alla nuova proprietà fino ad agosto 2023. Un provvedime­nto che ha creato la rottura con il governator­e della Regione Puglia Michele Emiliano, il quale lo ha impugnato al Tar. “Luglio – dicono la segretaria Fiom Francesca Re David e il suo predecesso­re Maurizio Landini - è per noi il tempo nel quale verificare l’esistenza delle condizioni per la ripresa della trattativa”.

Alternativ­e

Cgil, Cisl e Uil chiedono 10.500 assunzioni subito Il governo punta a chiudere entro luglio

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Il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio all’uscita del vertice con sindacati e azienda
Ansa Il tempo stringe Il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio all’uscita del vertice con sindacati e azienda
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