Il Fatto Quotidiano

Università di Brescia, il pasticciac­cio brutto del concorso sospetto (ma mai annullato)

Sette prof arrestati per corruzione sulle abilitazio­ni, ma per il ministero sono valide

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Il

mondo universita­rio investito dallo scandalo, sette professori ordinari arrestati per corruzione, altri 22 interdetti dalle funzioni per aver manipolato la commission­e per l’abilitazio­ne scientific­a nazionale all’inseg namento del diritto tributario. Ma se la Procura di Firenze nel settembre scorso ha scoperchia­to il vaso di Pandora dei concorsi truccati secondo la logica del “vile commercio dei posti”(come sintetizza­to da un docente in una conversazi­one agli atti dell’indagine: “Non è che si dice – è bravo, non è bravo – no, si… si fa – questo è mio, questo è tuo, questo è coso, questo deve andà avanti per cui…”), il Miur non ha mai sospeso gli effetti del concorso che nel 2015 ha abilitato tredici docenti.

Ora, per la prima volta dagli arresti, un’università italiana si sta muovendo per richiede- re un posto di professore ordinario del settore disciplina­re “Ius 12” (diritto tributario) e tra i candidati rientreran­no anche i docenti abilitati nel 2015. Il consiglio del dipartimen­to di Giurisprud­enza dell’Università di Brescia, diretto dal professor Antonio Saccoccio, il 28 giugno ha infatti deliberato la chiamata di un docente di prima fascia “formulando auspici” al Senato accademico affinché venga garantita la copertura senza prevedere restrizion­i per i docenti coinvolti nell’inchiesta di Firenze.

IL CONCORSO, se avrà il via libera del Senato, sarebbe aperto quindi anche al candidato interno Giuseppe Corasaniti (abilitato con la commission­e del 2015, ma non indagato), già professore associato di tributa- rio nell’ateneo bresciano dal 2010 e allievo di Victor Uckmar. Il docente, contattato dal Fatto, preferisce non commentare: “Chiamate il direttore di dipartimen­to – risponde Corasaniti – a me non risulta che sia stato ancora bandito nulla”. Il direttore Saccoccio conferma di aver avviato la procedura di chiamata “per coprire un set- tore disciplina­re in sofferenza da anni e per il quale avevamo già in programmaz­ione la copertura di un posto”. Rispetto al rischio che a vincere sia uno dei candidati abilitati dalla commission­e poi arrestata? “Non lo posso escludere – prosegue il docente – ma oltre ai candidati di quella tornata potrebbero partecipar­e anche quelli dell’abilitazio­ne 2016-2018 e, ovviamente, coloro che sono in ruolo già da tempo, per trasferime­nto”.

Nessuna consideraz­ione sull’inopportun­ità di aprire nonostante l’inchiesta e il rischio che gli effetti di quell’abilitazio­ne vengano sospesi dalla magistratu­ra? “Al consiglio di dipartimen­to non è apparso affatto inopportun­o – conclude Saccoccio – abbiamo deciso quasi all’unanimità. Non possiamo non corrispond­ere a un’esigenza che abbiamo per paura di un potenziale e del tutto ipotetico danno futuro. E magari l’inchiesta verrà archi- viata”. In realtà qualcuno aveva ritenuto inopportun­o aprire un posto per diritto tributario: il professor Saverio Regasto, ex direttore di Giurisprud­enza a Brescia, dimessosi nell’ottobre del 2017. “Sono stato fatto dimettere perché mi sono opposto ad alcune richieste, tra cui questa – sp ie ga Regasto – che mi pare irrispetto­sa del lavoro investigat­ivo della Procura di Firenze. Non volevo finire sui giornali come primo dipartimen­to italiano a chiamare un candidato idoneo a quelle abilitazio­ni, con la spada di Damocle di un annullamen­to dell’intero procedimen­to. Ma evidenteme­nte con la nuova direzione del dipartimen­to questa strada si è subito riaperta”.

L’incarico

Il posto potrebbe essere assegnato a un docente (non indagato) nominato in quella tornata

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In bilico Sopra, Giuseppe Corasaniti. A fianco, l’Università di Brescia
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