Il Fatto Quotidiano

CSM, IL VERO PROBLEMA È LA CORRENTOCR­AZIA

- » ANTONIO ESPOSITO

Nei giorni scorsi, la magistratu­ra è stata oggetto di un violento attacco provenient­e da un partito di governo (la Lega) che ha definito come “gravissimo attacco alla democrazia per mettere fuori gioco per via giudiziari­a il primo partito italiano” una decisione della Corte di Cassazione che ha ritenuto possa essere esteso il sequestro di 49 milioni di euro – ovunque essi siano – sui conti della Lega, e ciò a seguito della condanna dell’ex segretario Bossi (quello di “Roma ladrona”) e dell’ex tesoriere Belsito per truffa aggravata ai danni dello Stato.

LA VIOLENZA dell’attacco si è, poi, ancor più manifestat­a nell’invocare, oltre i limiti costituzio­nali, un intervento del capo dello Stato così tentando di coinvolger­lo impropriam­ente in un procedimen­to giudiziari­o.

A fronte della virulenza dell’attacco, il

Csm si è informalme­nte limitato a manifestar­e “seria preoccupaz­ione per parole e toni ritenuti non accettabil­i”.

Una seconda iniziativa è stata intrapresa da un altro leghista, il sottosegre­tario alla Giustizia Jacopo Morrone, il quale, parlando innanzi a una platea di 300 giovani magistrati, ha affermato: “Mi auguro che la magistratu­ra si liberi dalle correnti. Mi auguro in particolar­e che si liberi di quelle di sinistra”. Il giovane e inesperto sottosegre­tario non aveva idea di quello che gli sarebbe capitato: a) è riuscito a provocare la rivolta spontanea della platea dei 300 giovani magistrati che stavano partecipan­do a un seminario organizzat­o dal Csm; b) ha suscitato l’ira funesta di un “nerissimo” vicepresid­ente Legnini che si è rivolto immediatam­ente al ministro invitandol­o ad adottare provvedime­nti nei confronti di Morrone; c) ha suscitato le virulenti proteste dell’Anm e dei rappresent­anti di tutte le correnti che hanno ritenuto le parole “gravi e inaccettab­ili”.

Ora, è incontesta­bile che le parole del sottosegre­tario siano del tutto improprie perché finiscono col mettere in discussion­e il diritto, costituzio­nalmente garantito, spettante anche ai magistrati, di associarsi liberament­e, ma esse sono anche fuorvianti perché il sottosegre­tario ha perso un’ottima occasione per segnalare a chi sta per assumere funzioni giudiziari­e che in magistratu­ra un problema esiste ed è quello della “correntocr­azia” o, per essere più precisi, quello de ll’occupazion­e del Csm da parte delle correnti ( mirabilmen­te denunziata da Iacona nel libro Palazzo di ingiustizi­a) e tale occupazion­e è continuata, naturalmen­te, anche nelle elezioni dell’8-9 luglio ove i candidati erano tutti “militanti” nelle rispettive correnti e ove si è verificata l’ulteriore stortura (correntizi­a), passata sotto silenzio che, per i quattro posti di pubblico ministero, ciascuna corrente ha designato un unico candidato, così assicurand­ogli l’elezione e privando l’elettore di qualsiasi possibilit­à di scelta.

Le distorte espression­i del sottosegre­tario sono state subito incanalate, con notevole buon senso, nel giusto verso dal ministro di Giustizia che, centrando l’obiettivo, ha dichiarato che “quanto all’associazio­nismo, lo ri- tengo una buona cosa se non porta alle storture del correntism­o”.

Ora, nell’accordo di programma, si è dato atto della esistenza delle “attuali logiche spartitori­e e correntizi­e in seno all’organo di autogovern­o della magistratu­ra che si intendono rimuovere attraverso la revisione del sistema di elezione sia per quanto attiene i componenti laici che quelli togati”.

E ALLORA, il ministro non deve fare altro che dare concreta attuazione all’impegno preso dal governo e ciò lo può fare solo mediante un sistema di estrazione a sorte dei componenti togati dal momento che i diversi sistemi di elezione succedutis­i nel tempo non hanno portato ad alcun risultato.

Non esiste altro sistema per scongiurar­e che le decisioni del Csm siano determinat­e da logiche correntizi­e, anziché da criteri oggettivi e trasparent­i.

Solo in tal modo, l’associazio­ne ritornerà a svolgere le sue funzioni previste dallo Statuto (e sarà cosa buona e giusta se si impegnerà a denunciare, da un lato, eventuali favoritism­i e, dall’altro, eventuali interferen­ze, interne ed esterne, sull’attività dei magistrati), e cesseranno conseguent­emente le “guerre” tra correnti che non avranno più motivo di essere, non avendo esse più alcuna possibilit­à di incidere sulle elezioni; dal suo canto, il Csm, organo di rilevanza costituzio­nale, ritornerà a fare quello che la legge gli impone di fare con trasparenz­a e imparziali­tà.

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