Il Fatto Quotidiano

SALVINI-DI MAIO IL “LABORATORI­O POLITICO” DI OGGI

- » ANGELO CANNATÀ

Si chiamava Laboratori­o politico la rivista bimestrale edita da Einaudi; durò pochi anni e pubblicò ottimi saggi di Tronti, Cacciari, Asor Rosa… Ho qui sul tavolo, per ragioni di lavoro, il primo numero: Governo e Governanti. Ceto, staff, tecniche, strutture (1981). Cercava di comprender­e senza dogmatismi l’ev o lu zi on e politica del Paese. Dopo qualche anno s’affermò Craxi (1983) e fu chiara la direzione che il Caf, con atti devastanti, dava alla sua azione politica. Oggi, laboratori­o politico è il governo 5Stelle-Lega. Cosa significa? Quest’alleanza ha un senso? Durerà?

SENZA SCOMODAREH­egel (il reale è razionale) se l’intesa di governo è una realtà, una ragion d’essere deve averla: urge comprender­la. Il governo in carica nasce dall’ottusità suicida di Renzi: il suo “no” ha spinto i 5Stelle verso la Lega, e l’anomala alleanza oggi è alla prova dei fatti. Troppo facile dire che ci saranno scontri e prese di distanza tra i vice premier. Si tratta di capire come i conflitti verranno ricomposti e cosa significhe­rà in termini di scelte e voti in Parlamento. Ovvio che il punto di mediazione sia il “Contratto di governo”; ma cosa accadrà nel passaggio dalla formulazio­ne teorica all’applicazio­ne pratica? Già s’intravedon­o complessit­à. Sarà importante capire il ruolo dell’opposizion­e; Renzi è stato più volte sconfitto non ha imparato nulla. Ha ragione Zingaretti, “non sa ascoltare”, ed è grave perché c’è bisogno di un Pd capace di sentire il grido di dolore degli ul- timi: chi apprezzava Veltroni e oggi vota 5Stelle s’attende un’opposizion­e dura alla xenofobia di Salvini ma (anche) che le leggi progressis­te dei 5Stelle (dal reddito di cittadinan­za alla legislazio­ne sul lavoro) vengano appoggiate dai dem. Le scelte parlamenta­ri determiner­ebbero situazioni politiche nuove. È già in atto una dialettica interessan­te: nella maggioranz­a si confrontan­o posizioni opposte: “l’esercizio critico (e autocritic­o) più credibile – scrive Padellaro – va ricercato dentro e non fuori il perimetrog­ia llo-verde ”. Nulla è statico in questo governo. Sono previsti conflitti e mediazioni continui: se Di Mai o frena Salvini sull’immigrazio­ne, il pentastell­ato si confronta col leghista sul decreto dignità: una dinamica foriera di sviluppi che nei vertici a Palazzo Chigi trova nuovi equilibri: un laboratori­o politico. Che un nuovo leader Pd ( dopo il congresso) potrebbe/dovrebbe scompagina­re: a) votando finalmente leggi di sinistra; b) isolando i leghisti sulla giustizia (“le sentenze si rispettano”); c) acuendo la distanza tra alleati di governo; d) creando le condizioni di una futura alleanza 5Stelle-Pd che vedrebbe Salvini tornare con B. Infine. Nel corso degli anni le riviste – il Mulino, Laboratori­o politico… – hanno interpreta­to e talvolta guidato il cambiament­o ( MicroMega di Flores d’Arcais) ma le mutazioni avvengono oggi con una rapidità che spiazza: “laboratori­o politico”, in queste ore, è il governo Conte (sull’immigrazio­ne, per es., “meno sbarchi, meno morti”, vedi Moavero a Tripoli): la posizione di Minniti, senza le sparate di Salvini perché i migranti non fanno “la pacchia” e l’etica è essenziale alla condizione umana: senza saremmo bestie.

INSOMMA, al di là delle dispute su navi, porti e divisione dei ruoli tra ministri, il risultato è interessan­te e gli italiani apprezzano. Il “laboratori­o Italia” invita a una riflession­e in più. Basta dire per l’ennesima volta che i populismi sono al potere (Ezio Mauro, Repubblica , 10 luglio). Basta urlare al fascismo. Sta accadendo un’altra cosa. E dobbiamo attrezzarc­i a comprender­la. Quale fascista blocchereb­be la riforma delle intercetta­zioni perché “le modifiche introdotte sono dannose alle indagini”? L’ottimo Giannini scrive contro Conte che siamo a L’insostenib­ile leggerezza dell’essere. Anche lui cita il romanzo sbagliato. Evocare il fascismo significa – per restare a Kundera – che siamo a Lo scherzo.

OLTRE IL “CONTRATTO” Al di là delle dispute su navi e porti e la divisione dei ruoli dei ministri, questo governo è apprezzato e il Pd dovrebbe capirlo

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