Il Fatto Quotidiano

Peculato sui blindati, assolti 5 ufficiali dell’Esercito

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Sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste, i cinque ufficiali dell’Esercito a giudizio davanti al Tribunale militare di Roma conl’ accusa di concorso in peculatopl­u riaggravat­o. Pasquale

Napolit ano, Giuseppe

Rinaldi, Ignazio Orgiu, Amedeo Di Maio e Sergio Li Greci erano coinvolti nell’inchiesta sulla blindatura, più leggera e quindi meno costosa di quella pattuita, secondo l’accusa, dei veicoli civili destinati ai militari di vertice e alle personalit­à in visita al contingent­e italiano in Afghanista­n. Per le accuse si trattava di una truffa da 36 mila euro su tre auto blindate. C’era anche un sesto imputato, un colonnello, morto ad aprile 2017, prima del processo. Fu trovato impiccato, in un ufficio del Comando Truppe alpine di Bolzano. E non è l’unico: all’età di 37 anni, il capitano Marco Callegaro, nella notte tra il 24 e il 25 luglio 2010 è stato trovato senza vita nel suo ufficio all’aeroporto di Kabul, ucciso da un colpo di pistola. Fatto archiviato come un suicidio.

A PARTIRE dalla morte di Callegaro, però, il procurator­e militare di Roma Marco De Paolis e la pm Antonella Masala hanno ordinato il sequestro di tutta la documentaz­ione sulle forniture al contingent­e, quattro container di carte imbarcati in Afghanista­n e scaricati a Roma. Quando i magistrati hanno potuto esaminarle erano incredibil­mente spariti diversi dossier e così la Procura ha messo insieme solo le carte relative a tre veicoli e alla circostanz­a che i militari pagarono al fornitore afgano il noleggio di auto con blindatura B7, che resiste anche a colpi di grosso calibro e a certi razzi, mentre i mezzi realmente forniti erano più “leggeri”, con una blindatura B6, a prova di kalashniko­v. Accuse che non hanno retto: ieri i cinque ufficiali sono stati assolti con formula piena.

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