Effetto Mondiali, Italia1 prova il sorpasso di Rai1
Con le partite, Italia1 tampina addirittura l’ammiraglia del servizio pubblico
Fedele Confalonieri, diplomato al conservatorio, suona il pianoforte ogni sabato e domenica. Però adora il calcio. In apertura dell’assemblea di Mediaset per l’approvazione del bilancio, un paio di settimane fa, il presidente ha osservato compiaciuto: “I nostri dati finanziari sono un record per merito del Mondiale di Russia. Mai nella storia televisiva un evento sportivo ha fatto segnare una marginalità positiva: è ancora più significativo in un mercato pubblicitario non certo brillant e”. Confalonieri ha dimenticato una postilla: un sentito grazie ai concorrenti Rai che, per la prima volta, hanno mancato la copertura del Mondiale, pur sempre un’attrazione anche se l’Italia non s’è qualificata. Ora gli ascolti – aspettando i risultati Auditel delle ultime due gare – corroborano l’entusiasmo di Fidel: da un mese, Mediaset è il centro della televisione e Viale Mazzini, fra repliche e rifritture, si difende male. Peggio di Panama con l’I nghilterra, per restare in tema.
In prima serata, per esempio, i canali generalisti del Biscione – Rete4, più le due coinvolte, Canale5 e Italia1 – hanno registrato una media del 36,3 per cento di share (ol- tre 7,5 milioni di telespettatori) contro il 24,7 per cento del terzetto Rai1, Rai2 e Rai3. Undici punti in meno. Canale5 batte Rai1, Italia1 tampina addirittura l’ammiraglia di Viale Mazzini. Con scarti inferiori, l’effetto si riverbera sull’intera giornata: 28 per cento di share per Mediaset, 25 per Viale Mazzini.
Confalonieri ha celebrato i risultati parziali di raccolta pubblicitaria: molto più corposi, si presume, dei circa 71 milioni di euro spesi per strappare il Mondiale a Sky, Rai & C. Viale Mazzini non si è sottratta all’asta sui diritti tv. Ha perso, di poco, con un’offerta di 68 milioni. Rai non ha gli stessi spazi pubblicitari – bensì è sottoposta a limitazioni – per assorbire un investimento come fa Mediaset, né dispone di una platea di clienti come Sky, ma non vale la scusa “il calcio internazionale senza l’Italia non è servizio pubblico”. O almeno è una contraddizione, perché Viale Mazzini era interessata a Russia 18. Il continuo oscillare tra obiettivi (miraggi) pubblicitari e servizio pubblico ha impoverito le proposte sportive di Viale Mazzini, soprattutto in un’epoca televisiva in cui quel che fa la differenza va in diretta, perché buoni film e buone serie tv sono ovunque. Nel comprensi- bile vuoto estivo, non considerare prezioso l’ap pu nt amento di giugno e luglio è sbagliato. Poi Mediaset l’ha sfruttato anche per migliorare gli ascolti annui di Canale5 e Italia1, lasciando in disparte Rete4, l’ex feudo di Emilio Fede che da settembre si trasforma in canale dell’informazione. Non stupiscono troppo i dieci milioni di italiani (47 per cento di share) che mercoledì hanno seguito la semifinale Inghilterra-Croazia: altrove c’era qualcosa di imperdibile? Assaggiati i Mondiali e restituita la Champions League a Sky, il Biscione trasmetterà anche le amichevoli delle Nazionali (esclusa l’Italia). Il caso russo insegna: la Rai è lenta perché in Rai è complicato pianificare. Il Cda in scadenza – in tre anni – si è ritrovato tre governi e due direttori generali diversi. Per la gioia di Mediaset.