“Sentenza tutela-famiglia. Ora tocca allo Stato”
Matrimonialista più famosa d’Italia sulla decisione che cambia il divorzio
Annamaria
Bernardini de Pace è l’avvocato matrimonialista più famoso d’italia, con 39 mila cause passate dal suo studio legale. Per i meno informati è la suocera di Raul Bova, per altri è la principale esperta del diritto della famiglia, settore al quale la indirizzò Indro Montanelli, come ha spiegato in un’intervista a Belve (il programma della casa di produzione del Fatto, Loft, e in onda su La9).
Della sentenza della Corte di Cassazione, che ha ribaltato il criterio per concedere l’assegno di divorzio, ha un giudizio “p osit ivo”. Di più: per la Bernardini de Pace potrebbe essere anche l’occasione per chiedere un intervento governativo.
I giudici hanno stabilito che per il calcolo dell’assegno di divorzio non viene considerato più il tenore di vita, ma altri fattori: ossia il contributo fornito alla formazione del patrimonio comune e personale, la durata del matrimonio, le potenzialità reddituali future e l’età. Avvocato, perché la sentenza di mercoledì è importante?
Perché valorizza la diversità di ogni famiglia e di ogni vita, onorando la dignità dei ruoli. Ogni divorzio è un caso a sé. Ora almeno la smetteremo di parlare per luoghi comuni e di dire che le mogli sòlano i mariti e che i mariti abbandonano le mogli. Ognuno avrà una storia diversa a seconda di quello che saranno in grado di dimostrare in tribunale. È una sentenza complicata: io che mi occupo di questi temi da 35 anni, ho impiegato due ore e dieci minuti per leggere 40 pagine e farmi un’idea. Tuttavia, è una decisione che tutela la famiglia. Ed è in questa ottica che deve essere visto il divorzio: con esso infatti si conclude anche la storia economica della famiglia e pertanto bisogna dare attenzione a come quel patrimonio è stato costruito. E quindi capire, per esempio, se la donna (ma può essere tranquillamente l’uomo) abbia contribuito a formare quella ricchezza oppure abbia vissuto tra yoga e vacanze. Poi bisogna tener conto anche della durata del matri- monio: non si può valutare allo stesso modo il divorzio di chi ha trascorso la vita insieme e di chi un paio d’anni. Insomma, sposare un miliardario e lasciarlo dopo poco non è più una sicurezza.
Quali conseguenze avrà questa sentenza?
Noi avvocati e giudici dovremo lavorare di più, perché l’istruttoria sarà molto più particolareggiata, approfondita. E poi ci sarà da esporsi e non poco.
La decisione della Cassazione presenta punti deboli? Sì. I criteri fissati sono ancora vaghi. Come si stabilisce in che modo si contribuisce al patrimonio di famiglia? Come valuteranno i singoli casi? Cosa manca ancora nell’ordinamento giuridico al diritto della famiglia?
Manca un intervento legislativo importante. Anche questo governo che parla tanto di cambiamento, non mi pare sia particolarmente attento al settore: la famiglia è alla base dello Stato, che se ne deve occupare
In concreto?
Manca una legge ad hoc per la specializzazione degli avvocati del diritto di famiglia, che non è solo divorzi, ma anche successioni e così via. Non ci si può affidare al legale che si occupa di diritto civile in generale. Poi bisogna introdurre i patti pre-matrimoniali e creare anche un tribunale della famiglia, con giudici specializzati.
Tra i divorzi “eccellenti” c’è quello di Silvio Berlusconi e Veronica Lario. In un’intervista a Belve, ha detto che le sarebbe piaciuto difendere l’ex premier. Secondo lei in quella causa chi è la parte debole?
È difficile individuarla.
Twitter @PacelliValeria
Ogni coppia sarà valutata per la propria personale storia. Ora sposare un miliardario e lasciarlo subito dopo non conviene più