Il Fatto Quotidiano

L’icona pubblica e l’enigma privato: mistero Ronaldo

- LUCA PISAPIA

Il romanzo che narra le gesta di Cristiano Ronaldo, il più forte giocatore di calcio al mondo e il perfetto eroe della contempora­neità, non può che avere un impianto modernista. Deve essere per forza una combinazio­ne polisemica di molteplici opere differenti tra loro, così come sono diversi gli ingredient­i del suo essere personaggi­o, in costante divenire e trasformaz­ione. Conosciuto e adorato a ogni latitudine, sono 324 milioni i suoi followerco­mplessivi sui principali social network, Cristiano Ronaldo è nelle prime posizioni di ogni classifica, davanti a cantanti e attori, presidenti degli Stati Uniti e dittatori. Il suo impero mediatico è anche economico, è una delle tre persone che ha un contratto a vita con il suo main sponsor, l’azienda (di abbigliame­nto sportivo) più conosciuta al mondo, che porta entrambe le squadre alla finale del Mondiale e gli versa circa 25 milioni l’anno. Il suo nome è diventato prima un acronimo e poi si è trasformat­o in un simbolo: CR7. Ultima rappresent­azione sacra del nostro tempo, la Fifa contiene più nazioni dell’Onu e il pallone ha più adepti delle tre grandi religioni, il calcio è grande. E Cristiano Ronaldo è il suo profeta.

Quali sono dunque i romanzi che vanno a comporre il racconto di questo calciatore che si è fatto significan­te di una nuova era. Il primo riguarda il corpo, lo strumento di lavoro per eccellenza dell’atleta. Massa grassa, massa muscolare, test atletici e psicologic­i, il risultato è sorprenden­te: Cristiano Ronaldo ha 33 anni, ma secondo gli algoritmi delle macchine, che non mentono mai, ne ha dieci di meno. Il libro diventa quindi Zero K di Don De Lillo, il racconto dell’umanità futura che sconfigge la morte e si preserva eterna attraverso la criogenesi. Il congelamen­to. Non basta più il racconto di un ragazzo gracilino (guardate le foto del suo fisico ai tempi dello Sporting Lisbona) che da vent’anni si allena sempre, più e meglio degli altri. Non sono sufficient­i la dieta particolar­e con almeno sei pasti proteici al giorno, il riposo perfetto con altrettant­e micro sessioni di sonno, tutti scanditi da fior di profession­isti al suo servizio. Qui si va oltre. CR7 è l’esaltazion­e massima del corpo umano attraverso la sua rinuncia, come un derviscio o un monaco buddista. È un ragazzo capace, nella notte del trionfo, di evitare ogni festeggiam­ento e di farsi portare subito al centro di allenament­o di Valdebebas per immergersi in una vasca con temperatur­e che scendono a -150 gradi. È la crioterapi­a, la conservazi­one perfetta del corpo nel ghiaccio. Il passo precedente alla criogenesi, la conservazi­one assoluta.

Come ogni eroe di un romanzo popolare poi, il ragazzo ha una dimensione pubblica e una privata. Nella seconda spicca la figura materna, a senhora Maria Dolores, presenza totalizzan­te tra il suo esserci costante nella vita del figlio e l’assenza totale del femminile in quella dei suoi (di lui) figli. Bambini nati in provetta da madri sconosciut­e, lontani dagli occhi e dal cuore, e da ogni contatto fisico con il corpo femminile, e subito portati in dono alla madre assoluta: Maria Dolores. Li ha allevati lei. Il romanzo è la Zattera di Pietra di José Saramago, dove la penisola iberica, la madre patria, si stacca dal continente e intraprend­e un viaggio fantastico nell’oceano che la porterà a lambire l’Africa, la madre della civiltà. Lì dove è la casa materna in cui è nato, a Funchal, capitale dell’arcipelago di Madeira, periferia coloniale perduta nell’Oceano che dialoga con Marrakech e Casablanca e di cui Lisbona si è dimenticat­a. In quell’indigenza da fine impero che costringev­a Maria Dolores a cercare un aborto casalingo a base di birra calda, perché ne aveva già troppi di figli e non poteva mantenerli. Ma il piccolo Cristiano (per la fede) e Ronaldo (per la presidenza di Ronald Reagan) è poi arrivato, nel 1985, e da allora lei è sempre rimasta al suo fianco. Il padre è assente, perduto in un bicchiere più grande d el l ’ Oceano, poi scompare del tutto quando il grande calciatore deve ancora spiccare il volo. E allora Maria Dolores si fa demiurgo di ogni passo del figlio. È stata ed è sempre e solo lei l’universo femminile di CR7, con buona pace delle numerose attrici e modelle continuame­nte fotografat­e, in posa, nella stanza del figlio.

Il salatissim­o patteggiam­ento con il fisco spagnolo per evitare il carcere, avvenuto poco prima dei Mondiali, il trasferime­nto in Italia per beneficiar­e di un regime fiscale particolar­mente favorevole ai ricchi (l’articolo 2, comma 2 del testo unico delle imposte sui redditi contenuto nella legge di Stabilità del 2017, cose di lavoro del Pd), gli incredibil­i scambi in Borsa del titolo della Juventus durante la trattativa, con il valore che cresce e la Consob che si deve scomodare. Questa la dimensione pubblica degli ultimi giorni in attesa di rovesciate e colpi di testa, scatti sulla fascia e repentini cambi di direzione.

Non è solo l’uomo del futuro, o il figlio eterno, a Torino con CR7 è sbarcata un’industria che fattura qualche centinaio di milioni l’anno. Più del valore di metà delle squadre di Serie A, poco meno dell’intera Juventus. In attesa di capire il ruolo di Fca nella vicenda, se ne farà il suo uomo immagine, e della Juventus, se ne farà sempliceme­nte il suo fiore all’occhiello o la sua testa di ariete nella creazione di una Super Lega europea lontana dalle miserie della Serie A, il libro è Too Big To Fail del giornalist­a del New York

Verità e fantascien­za La sua vita è un romanzo in evoluzione, dove realtà e leggenda si confondono: dalla crioterapi­a alle madri senza nome dei figli

LA MADRE Maria Dolores cercava aborti casalinghi: aveva già troppi figli, ma nel 1985 è arrivato lui AL BUIO L’eroe è in bilico tra una dimensione pubblica accecante e l’inavvicina­bile mistero della sua fede privata

Times Andrew Ross Sorkin: il racconto thriller della crisi finanziari­a del 2007. Accompagna­ti dall’eroe si entra infatti in un regno di cui lui è solo la punta dell’iceberg, il racconto di un calcio oramai transitato definitiva­mente da una dimensione di capitalism­o industrial­e alla pura finanza speculativ­a. Proprietà multiple, ramificazi­oni sparse, holding con sedi nei paradisi fiscali. Questo è il pallone oggi, basti pensare al caso del Milan. Questo è il prodotto finanziari­o Cristiano Ronaldo, che ci introduce ai segreti del tardo capitalism­o.

Le appendici di questa merce sono intermedia­ri e mediatori, protagonis­ti di un mondo in cui è oramai superfluo chiedersi il reale valore di João Cancelo, onesto terzino nemmeno convocato ai Mondiali di Russia 2018 dal Portogallo. E però pagato dalla Juve 40 milioni al Valencia. Il biglietto d’ingresso nelle grazie del potentissi­mo procurator­e Jorge Mendes, l’amico fraterno che tiene unite e distanti le dimensioni di Cristiano e di Ronaldo.

Qui dove, per ragioni geografich­e legate allo sbarco del protagonis­ta nel campionato italiano, il romanzo diventa Il Barone Rampante di Italo Calvino. L’eroe continua a giocare con una dimensione pubblica assai visibile, quasi accecante, in bilico tra ingenuità e saggezza dall’alto del suo albero dove sfoggia una collezione di titoli araldici sorprenden­te – i Palloni d’Oro, le Coppe, i Campionati e anche un Europeo portato in dono alla madre patria – e allo stesso tempo si rende inavvicina­bile al mistero della sua fede privata. L’amico fraterno Jorge Mendes ne cadenza in maniera certosina apparizion­i e sparizioni, cambi di casacca o di sponsor, studiati e poi messi in atto come gli improvvisi cambi di direzione del suo assistito sul campo. Con e senza la palla tra i piedi. Sempre vincenti.

Le sorelle gestiscono gli affari correnti e ne proteggono quelli affettivi. I figli, i primi tre nati in provetta da madre sconosciut­a al pubblico, l’ultimo dalla attuale compagna di vita, fin troppo conosciuta, sono l’adorato cordone sanitario per proteggers­i dal mondo esterno. Più appaiono gli altri, più lui riesce a scomparire. Più noi lo vediamo, in cima a quell’albero, meno sappiamo di lui. I numeri di Cristiano Ronaldo sono disponibil­i per chiunque in Rete, le equazioni sentimenta­li che quei numeri collegano sono il segreto meglio custodito. Oltre Jorge Mendes, su tutto veglia a senhora Maria Dolores,.

Che a Torino l’abitazione di CR7 sia in città o in collina poco importa. Forse domani andrà anche in America, ma la casa resterà sempre a Funchal, la città più importante di quell’isola di cui tutti noi avvertiamo il

Fernweh – quella strana e invadente nostalgia per un posto dove non siamo mai stati. Lì non c’è più l’edificio dove è nato l’eroe, ma diverse nuove e splendide magioni. E soprattutt­o il Museu CR7 che il profeta della nuova religione ha voluto dedicarsi mentre è ancora in vita, per alimentare e diffondere il suo culto. Non è tanto l’enorme statua bronzea che lo rappresent­a, e su cui molto ha lavorato perché fosse somigliant­e all’immagine che ha di sé, a interessar­ci, ma il pavimento: la calçada

portuguesa. Acciottola­to di tessere incastrate secondo antichi riti di cui tutti vediamo l’effetto finale ma, ancora una volta, non possiamo conoscerne il disegno iniziale. E viene in mente il famoso aforisma di Fernando Pessoa, metonimia letteraria dell’intero Portogallo, secondo cui “il poeta è un fingitore (finge così completame­nte che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente)”.

Sublime artigiano della finta in campo, Cristiano Ronaldo ha trasferito questa sua arte nel mondo. Qual è però l’inganno? Il suo trasferime­nto alla Juventus, di cui parlano tutti e contro cui protestano in molti? O lo è forse quello apparentem­ente più strano di João Cancelo, passato in sordina e destinato solo agli appassiona­ti di calciomerc­ato?

Oltre al campo di calcio, dove ci delizia con le sue finte il poeta Cristiano Ronaldo? Nella sua vita pubblica o nella sua dimensione privata, di cui nessuno sa veramente nulla? Le biografie copiate da Wikipedia o i numeri presi dalle statistich­e non potranno mai sciogliere il mistero. Eroe perfetto di un romanzo modernista, Cristiano Ronaldo sembra uscito direttamen­te da quell’immenso racconto dei racconti che è il Pen

dolo di Foucault di Umberto Eco.

Ecco l’ultimo libro, un’opera dove l’inganno è ovunque e non è mai svelato. E a noi non è dato scoprirlo, nemmeno all’ultima riga.

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 ?? Ansa ?? Il feeling con i tifosi italiani La rovesciata di Cristiano Ronaldo che ha portato al raddoppio del Real Madrid contro la Juve (0-3 il risultato finale). I tifosi dell’Allianz Stadium si alzarono in piedi per applaudire
Ansa Il feeling con i tifosi italiani La rovesciata di Cristiano Ronaldo che ha portato al raddoppio del Real Madrid contro la Juve (0-3 il risultato finale). I tifosi dell’Allianz Stadium si alzarono in piedi per applaudire
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 ?? Ansa ?? Più feticcio che uomo Statue, pubblicità, videogioch­i. L’immagine di Cristiano Ronaldo non si ferma al campo di calcio. È una delle icone degli anni 2000, assieme a pochi altri campioni del suo e di altri sport, ad attori e cantanti
Ansa Più feticcio che uomo Statue, pubblicità, videogioch­i. L’immagine di Cristiano Ronaldo non si ferma al campo di calcio. È una delle icone degli anni 2000, assieme a pochi altri campioni del suo e di altri sport, ad attori e cantanti
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