Il Fatto Quotidiano

Due morti, accuse ai libici Ma il Viminale li difende

La Ong Open Arms salva una donna e attacca: “Li hanno lasciati in mare”

- » ANTONIO MASSARI

“Ilibici hanno lasciato morire quella donna e quel bambino. Sono assassini arruolati dall’Italia”, accusa la Ong catalana Proactiva Open Arms, poco dopo aver salvato la 40enne camerunens­e Josephine, trovata sul relitto di un gommone a 80 miglia nautiche dalle coste libiche insieme ai corpi senza vita di un'altra donna e di un bambino di circa 5 anni. Poche ore prima il vicepremie­r Matteo Salvini aveva twittato: “Due navi di Ong spagnole sono tornate nel Mediterran­eo in attesa del loro carico di esseri umani. Risparmino tempo e denaro, i porti italiani li vedranno in cartolina”.

Il “carico di esseri umani” evocato da Salvini si materializ­za in ben altra “cartoli na ”, ovvero le immagini della donna superstite, salvata da un volontario spagnolo, che guarda la telecamera con gli occhi sbarrati e persi nel vuoto. E le immagini di due cadaveri: una donna con il volto riverso nell'acqua accanto al corpicino a pancia in su di un bambino nudo. La “cartolina” dimostra che se Josephine è ancora viva deve la sua salvezza alla Ong catalana Open Arms. L'organizzaz­ione spagnola ricostruis­ce in questo modo l'accaduto: Josephine e le due vittime si sono rifiutate di salire sulla motovedett­a libica, che molte ore prima ha soccorso il gommone sul quale viaggiavan­o con altre 158 persone, le ha lasciate lì affondando l'imbarcazio­ne. Salvini non molla la partita e, lette le dichiarazi­oni della Ong, rilancia: “Bugie e insulti di qualche Ong straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti e ridurre il guadagno di chi specula sull'immigrazio­ne clandestin­a. Io tengo duro. #portichius­i e #cuoriapert­i”. Interviene anche il parlamenta­re di Leu Palazzotto dalla Open Arms, e replica a Salvini postando su twitter le immagini della tragedia: “Questo è quello che fa la Guardia Costiera libica quando fa un salvataggi­o umanitario, Open Arms ha salvato l'unica superstite mentre i tuoi amici libici hanno ucciso una donna e un bambino. Almeno oggi abbi la decenza e il rispetto di tacere e apri i porti”.

POCO DOPO è dal suo ministero che filtra l'ennesima bordata: fonti del Viminale parlano di “fake news” e spiegano che “verrà resa pubblica la versione di osservator­i terzi”, ovvero un cronista europeo che ha seguito l'operazione dei libici, e quindi sarà smentito che “i libici non avrebbero fornito assistenza”. Certo, per un ministero come il Viminale, affidare la smentita a un cronista straniero sembra il meno consistent­e degli argomenti. Mentre scriviamo, comunque, la prova della bufala non è stata ancora fornita. Sono giunte invece le condanne del Pd e del suo segretario Maurizio Martina – “fermare la crociata d’odio contro le Ong” e la risposta di Roberto Saviano: “Ministro della mala vita, quanto piace- re le dà la morte inflitta dalla guardia costiera libica, sua alleata strategica? Quanta eccitazion­e prova a vedere morire bimbi innocenti in mare? L’odio che ha seminato la travolgerà”.

SALVINI REPLICA che lo querelerà. Arriva anche la smentita della Guardia costiera libica attraverso il portavoce della Marina militare Ayoub Qassem: “La Guardia Costiera libica ha recuperato tutti i passeggeri che erano sull'imbarcazio­ne, prima di distrugger­la e nessun migrante è rimasto in mare. Probabilme­nte qualcuno è annegato prima dell'arrivo delle motovedett­e”. Il punto è che Josephine – per fortuna e grazie alla Open Arms – invece è ancora viva. E quando potrà parlare, la sua testimonia­nza, sarà fondamenta­le.

Secondo la ricostruzi­one di Open Arms è rimasta in acqua 48 ore, aggrappata a quel che restava del gommone distrutto. “Quando le ho preso le spalle per girarla – ha raccontato il soccorrito­re spagnolo di 25 anni Javier Figuera - ho sperato con tutto il mio cuore che fosse ancora viva. Dopo avermi preso il braccio non smetteva di toccarmi, di aggrappars­i a me”.

LA ONG sostiene di aver ascoltato due giorni fa le comunicazi­oni tra la motovedett­a libica 648 Ras al Jadar e il mercantile Triades, che chiedeva insistente­mente ai libici di raggiunger­e un’imbarcazio­ne in pericolo e, dopo aver comunicato la loro posizione, abbandonav­a i naufraghi in attesa del soccorso delle motovedett­e nordafrica­ne. Sempre che il Viminale non dimostri la bufala, al salvataggi­o di 158 persone seguiva l'affondamen­to del gommone, con tre persone rimaste in mare.

La Marina di Tripoli Erano intervenut­i su un barcone con 150 persone a 80 miglia dalla costa

La polemica

Da Saviano a Pd e Leu tutti contro Salvini che nega l’accesso ai porti e minaccia querele

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LaPresse In alto mare Le immagini del salvataggi­o della donna trovata dalla nave della Ong Open Arms insieme ai corpi di un altra donna e di un bambino
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