La scelta di Ivan, “il primo ballerino al mondo con la sclerosi multipla”
La
vita è fatta di necessità e di scelte. A volte le seconde dipendono dalle prime, a volte soltanto dal libero arbitrio. “Ero uno di quegli sfigati da discoteca che si mettono in un angolo e rimangono fermi tutta la sera”. All’epoca, però, quella di Ivan Cottini era una decisione presa in base al libero arbitrio. Se non fosse tecnicamente una necessità, però, lui potrebbe dire la stessa cosa oggi, che ha scelto di ballare, anche sopra e intorno alla sua sedia a rotelle. “Tutto è nato durante una serata di beneficenza cinque anni fa – ci racconta –, c’era un gruppo di bimbe che danzavano attorno a me. Mi sentivo un morto. Allora ho chiesto di essere coinvolto. Mi si è aperta un’au t os tr ada”.
Ivan Cottini ha 33 anni e fino a sei anni fa faceva il modello. “Una vita da uomo invincibile. Le cose cominciavano ad andare bene da un punto di vista professionale, nonostante l’opposizione della mia famiglia che mi voleva laure ato ”. Una vita frenetica, tra passerelle, book fotografici e locali notturni. “E così, quando una mattina mi svegliai che mi colava la saliva dalla bocca e vedevo male da un occhio, attribuii questi sintomi allo stress”. Non era così e bastarono poche settimane per capirlo. Sclerosi multipla. Una condanna, più che una patologia, soprattutto quando si hanno 27 anni. “Nella fase iniziale la malattia fu molto aggressiva, in poco tempo stavo perdendo l’uso del mio corpo. La mia fidanzata dell’epoca mi lasciò”. Cattiveria? “Forse mancanza di coraggio. Non è facile decidere di rimanere con un malato con un tale percorso davanti”.
I PRIMI TEMPI, racconta Ivan, furono terribili: “Ti ritrovi che ti pisci addosso, non fai più l’amore. Entravo e uscivo dagli ospedali, da Pesaro finii a Milano per un piano terapeutico adeguato”. Con la propria famiglia, nel frattempo, “morta. Sono rimasti fermi lì, mi sopportano senza supportarmi, nonostante la mia vita sia cambiata”. Cottini non è guarito, ovviamente, ma ha cercato di
venire a compromessi con la malattia: “Ho reagito. Ho avuto una figlia e sono diventato ballerino. Se mi chiede cosa farò domani non lo so, ma le posso dire che sto vivendo ogni giorno come se fosse l’ultimo”. Cottini ha iniziato a danzare, anche intorno alla sua sedia a rotelle, le sue performance sono ospitate ad Amicie in molti locali d’Italia. “Di recente mi sono schiacciato due vertebre... Io so a cosa vado incontro e capisco quelli che mi dicono ‘chi te lo fa fare’, ma i benefici psicologici che traggo dalla danza sono di gran lunga superiori alla fatica e al dolore. Sono il primo ballerino al mondo malato di sclerosi. Anzi, quando la gente mi guarda ballare e spalanca gli occhi, non mi sento più malato”.
LA DANZA, dicevamo, non è stata l’unica scelta forte fatta da Cottini. “Quando ho voluto diventare padre sono stato accusato di egoismo. Ho ricevuto minacce, danni alla macchina, sono una figura scomoda. Per avere Viola, la mia bambina, ho interrotto le cure, esponendomi a danni irreversibili. Ma oggi lei è la mia cura: mi aiuta a far ginnastica, mi passa le stampelle”. Certo, non è facile: “È anche l’unica a farmi sentire malato. L’altro giorno ero seduto sulla poltrona, non avevo le stampelle vicino. Viola è partita verso la cucina, c’era il sugo sul fuoco e lei lo voleva mischiare. Fortunatamente non è successo nulla, ma io da padre non ero pronto a difenderla”. Con Viola, Ivan sta realizzando adesso un calendario “per raccontarle la mia storia. Sarà il mio ultimo botto, poi smetterò di fare il modello”.
Il messaggio di Cottini, insignito del titolo di Cavaliere emerito della Repubblica, non è semplice da accettare: “Vado nelle scuole, racconto la mia storia. La condizione di malato può essere comoda. Invece io sono ancora il regista della mia vita, deciderò io quando far basta, non la malattia”. Una scelta, non una necessità.
Ho avuto una figlia, mi hanno accusato di egoismo e mi hanno minacciato Ma è la mia cura