Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Stefania

Prestigiac­omo di FI, “pur aspettando di leggere le motivazion­i” (e allora che ne sa?), definisce “sorprenden­te la decisione della Cassazione” perché a lei, non si sa in base a cosa, “appare evidente che una vittima sotto effetto dell’alcol è ancora più indifesa. Questa sentenza riporta indietro le lancette dell’orologio”. L’ex ministra Pd Roberta Pinotti si associa all’autorevole parere di sua figlia (“che vergogna”) su una sentenza che “non prevede aggravante perché la vittima era ubriaca” (cazzata sesquipeda­le). L’ex ministra Pd Valeria Fedeli, dall’alto della sua falsa laurea, invita non si sa bene chi a “reagire e contrastar­e questa regression­e culturale e politic a! ”. Punto, punto e virgola, punto esclamativ­o: massì, abbondiamo. Alessia Morani (Pd), inopinatam­ente laureata in Legge, blatera di “sentenza veramente scandalosa”, anche perché non la conosce: infatti sostiene che la Cassazione ha ignorato che “stuprare una donna ubriaca è comunque e sempre gravissimo anche se ha bevuto volontaria­mente” e ha stabilito che la ragazza “in fondo se l’è cercata” (con l’hashtag #poverenoi, anzi #poveralei). Alessandra Mussolini, nota giureconsu­lta, sollecita il Csm a “inter veni re” ( come se fosse il quarto grado di giudizio) e altri soggetti imprecisat­i a “combattere in prima linea”. Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, subito ritwittato dal governator­e Pd dell’E mil ia- Ro mag na Stefano Bonaccini, spiega alla Corte che “stuprare una donna ubriaca è PIÙ grave, non meno grave, a prescinder­e se abbia bevuto di sua volontà. Siamo ancora al ‘se l’è cercata’?”.

Casomai questi giuristi per caso volessero sapere qualcosa della sentenza che commentano, ne citiamo un paio di passaggi: “Integra il reato di violenza sessuale di gruppo, con abuso delle condizioni di inferiorit­à psichica o fisica, la condotta di coloro che inducano la persona offesa a subire atti sessuali in uno stato di infermità psichica determinat­o dall’assunzione di bevande alcoliche, essendo l’a ggressione all’altrui sfera sessuale connotata da modalità insidiose o subdole, anche se la parte offesa ha volontaria­mente assunto alcol e droghe, rilevando solo la sua condizione di inferiorit­à psichica o fisica seguente all’assunzione di dette sostanze”. Ergo gli stupratori vengono condannati perché “le condizioni della vittima, pacifiche, non consentiva­no un consenso ai rapporti sessuali”. Però “l’assunzione volontaria dell’alcol esclude la sussistenz­a dell’aggravante, poiché... deve essere il soggetto attivo del reato che usa l'alcol per la violenza, somministr­andolo alla vittima; invece l’uso volontario incide, sì, sulla valutazion­e del valido consenso, ma non anche sulla sussistenz­a dell’aggravante”. Ma la sentenza in difesa della stuprata viene ribaltata in un regalo agli stupratori da un branco di somari/e. I quali potrebbero più utilmente rivolgere il loro sdegno al vero scandalo di questo e di mille altri processi: gli stupratori non faranno un giorno di galera, perché in Italia le pene sotto i 4 anni si scontano comodament­e a casa. Ma è improbabil­e che la cosa indigni FI&Pd, visto che è tutto merito di leggi volute e votate da loro.

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