Tutti d’accordo: l’uomo Mediaset in Vigilanza Rai
Patto maggioranza-opposizioni: c’è un posto in Cda per tutti Al Copasir Guerini (Pd), il giornalista del Biscione sorveglia Viale Mazzini
Il partito Mediaset entra in Viale Mazzini attraverso la porta principale: Alberto Barachini, che in quell’azienda lavorava ed è vicinissimo a Silvio Berlusconi, è il nuovo presidente della Commissione di Vigilanza Rai. E Matteo Renzi riesce nell’intento di mettere un suo uomo alla guida del Copasir: si tratta di Lorenzo Guerini, che in realtà garantisce molti, almeno nel Pd e in Forza Italia. Il Nazareno raggiunge un risultato al quale stava lavorando da settimane. A trionfare è l’“accordo ne” c o mplessivo. Non solo tra Dem e azzurri, insieme all’opp osizione più nell’opportunità del momento che nella sostanza. Ma anche con Fratelli d’Italia, l’ibrido per eccellenza. E soprattutto con la maggioranza: FI ha trattato fino all’ultimo con la Lega, ai Cinque Stelle sono state garantite vice presidenze di peso. Girandole di colloqui ci sono stati negli ultimi giorni tra Annamaria Bernini, capogruppo in Senato di Forza Italia, Giorgetti, sottosegretario a Palazzo Chigi, Marcucci e Delrio, capigruppo del Pd a Palazzo Madama e a Montecitorio.
IERI MATTINA in Vigilanza c’era stato un momento di suspense: durante le prime due votazioni, la Lega non aveva votato Barachini; il suo sì è arrivato solo alla terza. Un modo per far sentire a Forza Italia la sua pressione: i Cinque Stelle hanno votato scheda bianca (anche se Barachini era considerato più “potabile” di Gasparri) e senza i voti del Carroccio, sarebbe saltato tutto. Solo alla terza votazione, la Lega ha votato il nome indicato dall’opposizione: e così Barachini è stato eletto. Vicepresidenti, Antonello Giacomelli (Pd), vicino a Luca Lotti e Primo Di Nicola (M5S). A denunciare la cosa sono stati il capogruppo M5S in Commissione, Gianluigi Paragone (“Voglio sperare che Barachini non lavori al servizio di Mediaset”) e Pier Luigi Bersani di LeU (“l’accordo Pd-Forza Italia è dadaismo puro”). Denunciano l’“istituzional izzazione del conflitto di interessi”, Fnsi e Usigrai. Dentro Forza Italia, la cosa non è andata liscia: Fedele Confalonieri e Gianni Letta spingevano per Maurizio Gasparri. Sembrava anche più “affidabile” di Barachini, in virtù delle sue leggi. Per lui c’è la compensazione: la guida della Giunta per le elezioni a Palazzo Madama. Non è un mistero che Matteo Salvini avrebbe preferito che la Vigilanza andasse al Pd e i servizi a FI (o a FdI). Ma alla fine, Guerini l’hanno votato sia Lega che M5s. Vicepresidente Urso ( FdI) e segretaria la Dieni (M5S). Alla Giunta per le Elezioni della Camera va Giachetti, a quella delle Aut oriz zazio ni, Delmastro ( FdI).
Eletti anche i 4 membri del Cda Rai. Premiata la fedeltà. Il Pd renziano ha voluto la conferma di Rita Borioni. Gli altri hanno cercato di bloccarla. Praticamente tutti i membri delle Commissioni di garanzia sono uomini vicini all’ex segretario. In quota M5S entra Beatrice Coletti, per la Lega Igor De Biasio e per FdI, Giampaolo Rossi (in passato legato a Deborah Bergamini).
NOMINE governative in alto mare. La ferma opposizione di Lega e 5Stelle a Dario Scannapieco, che il ministro dell’Economia Tria voleva alla guida di Cdp ha bloccato tutto. Si è fermata anche la trattativa sulla Rai. Per la presidenza in questi giorni si è fatto il nome di Giovanna Bianchi Clerici (già in passato nel Cda), figura che sarebbe gradita alla Lega, ma la cui candidatura non è mai stata avanzata ufficialmente. Complicata la ricerca dell’ad, che spetterebbe ai Cinque Stelle: gira il nome di Gianpao- lo Tagliavia, direttore digital Rai. Il tutto è complicato dal tetto complessivo di 240 mila euro. Per molti, troppo pochi. Da riempire anche la casella di Ferrovie dello Stato, che vorrebbe la Lega. Difficilmente domani il Cdm farà le nomine.
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