Ilva, ecco l’offerta di Mittal a Di Maio su ambiente e lavoro
In settimana la proposta sul tavolo del vicepremier. Toninelli: “Il 51% di Alitalia in mano all’Italia”, ma è scontro con l’Ue
Lo stallo sull’Ilva potrebbe sbloccarsi presto. Questa settimana arriverà sul tavolo del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio la bozza della proposta migliorativa formulata dall’acquirente ArcelorMittal frutto delle trattative con i commissari governativi. Dopo un incontro col vicepremier, il colosso franco-indiano ha consegnato la scorsa settimana un primo testo su piano ambientale ed esuberi, che ora si sta limando. Da quanto filtra c’è un’accelerata sulle prescrizioni ambientali, con le scadenze per l’attuazione delle prescrizioni che scendono dal 2023 al 2020 per diversi interventi, tra cui la copertura dei parchi minerari; oltre a nuove misure, come l’installazione di filtri anti-inquinamento per gli altiforni. C’è poi l’impegno a sviluppare una parte della produzione a gas, senza bruciare carbone (ma si lavora a per mettere nero su bianco le date, a partire dal 2021). Per superare lo stallo dei 4 mila esuberi (su 14 mila occupati) respinti dai sindacati, la soluzione potrebbe essere portare le assunzioni a 10.500 entro un anno con incentivi all’esodo per 500 lavoratori. I restanti 3 mila resterebbero in capo all’amministrazione straordinaria per lavorare alle bonifiche con la cassa integrazione fino al 2023 e l’impegno dell’azienda a riassorbirli. Si punta a chiudere entro luglio.
Su Alitalia, invece, non ci sono novità. Ieri il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha spiegato che si lavora per “farla ritornare compagnia di bandiera e portare il 51% in mano all’Italia”. Al momento, però, al Mise non ci sono sviluppi. Ci sarà un nuovo incontro con i commissari a fine mese. L’ingresso dello Stato è un’ipotesi, ma non attraverso le Ferrovie. L’unica certezza è che a settembre, forse il 23, l’Ue boccerà come aiuto di Stato il prestito ponte statale da 900 milioni. A ore è attesa una nuova richiesta di chiarimenti al governo italiano da parte di Bruxelles.