Roma Parco dell’Appia Antica: il Piano di Zingaretti aumenta la confusione
Rispondo volentieri all’invito del Direttore Travaglio (“Mi faccia il piacere” del 16 luglio) a individuare parole sessiste nella sua frase di risposta alla giornalista Francesca Mannocchi. In realtà tutte le parole usate da Travaglio sono sessiste! Vediamole, in una analisi filologica, etimologica, inconscia, al limite “a sua insaputa”:
1) Rispondo: Travaglio avrebbe potuto benissimo scrivere “sia mai che io non risponda alla giornalista ecc.” ma si è voluto complicare la vita pur di non rinunciare a quella “o” finale così decisa e maschia. 2) Giornalista: balza subito agli occhi che la parola ne contiene un’altra: “lista” che rimanda a evidenti discriminazioni, anche di genere. 3) Francesca: qui il gioco di Travaglio si fa sottile. È noto che anche il Pontefice si chiama Francesco. La sindrome (e l’insinuazione) appare evidente: dall’invidia del pene all’invidia del Papa.
4) Mannocchi: qui tutto è più che palese, con quell’“occhi” contenuto nella parola. “Ma cosa c’hai da guardare, eh? Guarda tua sorella...”.
5) Piuttosto: è evidente che il refuso (voluto? È un’aggravante!). La parola in gergo dialettale umbro\ laziale ha una “t” in meno. Quindi “piutosto” ergo “più tosto”, più macho... capito?
6) Nervosa: instabile, volubile, isterica... chiaro, no?
7) Collega: Travaglio ha usato di proposito una parola nata al maschile e che rimane tale anche al femminile. “Scrittrice” poteva andare meglio.
8) Fonti: alle fonti, alle origini della storia, quindi Abramo, Adamo, Eva in cucina ecc..., visione sessista delle fonti.
9) Naturalmente: in questa parola emerge prepotente il verbo mentire. La donna mente. E quel che è peggio (secondo Travaglio) lo fa in modo naturale!
Ps. Ho “perso” una mezz’oretta per rispondere diligentemente all’invito del Direttore. Ma confesso che l’ho fatto soprattutto – e avrete ap- “UNA SVOLTA PER ROMA”: così il governatore del Lazio Zingaretti ha definito l’approvazione in Consiglio regionale del “Piano del Parco dell’Appia Antica”. Confesso da cittadina romana di essere abbastanza scettica, se non diffidente verso queste parole entusiaste: è vero che erano 15 anni che si aspettava questo progetto, tra l’altro sostenuto in passato da grandi figure come Antonio Cederna. Ma ora mi chiedo, se, come quasi sempre è successo, non saranno i soliti delinquenti a guadagnarci sulle spalle dei poveri abitanti che, come me, pagano le tasse. GENTILE VERONICA, credo proprio che Antonio Cederna – che promosse con le sue instancabili campagne contro i gangster dell’Appia la tutela della medesima – non sarebbe contento di questa approvazione. Il “sì” della Regione Lazio al proprio Piano di assetto dell’Appia Antica promette, purtroppo, di aumentare la confusione. Perché? Intanto perché l’area protetta regionale ha carattere naturalistico, mentre la tutela complessiva – archeologica (chiaramente prevalente) e naturalistica – compete allo Stato e cioè al ministero dei Beni culturali. Poi perché questo Piano di assetto regionale risale al 2002 quando ancora non vigeva il Codice dei Beni culturali e Paesaggio al quale bisogna uniformarsi. Esso prescrive che ministero e Regione (Lazio in questo caso) co-pianifichino il Piano paesaggistico regionale e che a esso debba coordinarsi con quello delle aree naturalistiche regionali protette. Ma il Lazio non ha ancora co-pianificato con il MiBAC né tantomeno approvato il proprio Piano paesaggistico prezzato lo sforzo nella ricerca – perchè attratto dalla frase finale “ricchi premi a chi indovina”. Cosa ho vinto? Caro Piero, lei ha vinto una risata di tutta la redazione e, spero, anche di molti lettori. Sono passati molti anni da quando il grande Giorgio Gaber con la sua canzone famosa relativamente a (a differenza di Puglia, Toscana e Piemonte) e quindi manca di uno strumento essenziale. C’è di più: dal 2010 l’Appia Antica dispone già di un suo Piano, accurato e regolare.
Si trattava quindi soltanto di coordinare ministero e Regione Lazio. Per la verità il primo ha scritto alla seconda che il loro Piano di assetto non era conformato né conformabile chiedendo un incontro. Al Collegio Romano dicono che nessuno ha loro risposto. Molta confusione sotto il cielo dell’Appia, anziché fattiva collaborazione. destra e sinistra raccontava il declino di due ideologie politiche di questo Paese. Aveva capito con molto anticipo che quelle parole erano prive di pensiero e ideali. Il tempo passa e Gaber aveva e, purtroppo ha ancora, ragione.
Chi vota un leader incoerente fa danno alla democrazia
Il livello più alto di arroganza è il privilegio dell'incoerenza. Come è appena successo con Trump, che nel giro di poche ore ha inizialmente proclamato in Russia la sua vici- nanza con Putin per poi smentirsi una volta rientrato in patria. Il potente non si sente tenuto alla logica delle sue affermazioni. Anzi, tanto più è potente, tanto meno si cura delle conseguenze pratiche di quanto dice.
Sa che la contraddizione riguarda gli altri, quelli che non hanno abbastanza potere e devono giustificarsi. In scala minore, questo atteggiamento lo abbiamo visto bene anche noi con Berlusconi che faceva affermazioni e negazioni in rapida sequenza sullo stesso tema, salvo poi tirare fuori la trita scusa di es- In merito alla vicenda degli arresti dei Casamonica, mi domando dove fossero i politici in tutti questi anni per non vedere ciò che era evidente a tutti. Dimenticavo: erano i primi a fare affari con il clan, politici di ogni colore che hanno fatto incancrenire tutto il sistema. E dunque mi chiedo com’è possibile si siano svegliati solo adesso e se anche questo volta si dirà che la colpa è tutta della sindaca Virginia Raggi. Tra l’altro, i Casamonica andrebbero doppiamente condannati anche per l'arredamento delle loro case. Tutto il mondo ci guarda e si interroga su come sia possibile che a Roma, culla della civiltà, dell'arte e del bello, possano esserci degli obbrobri simili.
Come simbolo di questo scempio si può guardare all'ingresso del bagno di una delle abitazioni del clan dove stazionava a guardia un gruppo familiare di tigri giganti in ceramica così composto: il maschio a sinistra e la femmina con i cuccioli a destra.
E questo purtroppo è solo un esempio del cattivo gusto di un’organizzazione criminale che ha danneggiato Roma non solo colpendone la legalità, ma anche l’estetica.