Il Fatto Quotidiano

Maria, la spia russa che imbarazza i pistoleri americani

Infiltrata nella Nra Per i federali Butina aveva contatti con gli 007 del Cremlino ma per Trump “gli Usa non sono più nel mirino di Mosca”

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Non avrà il fascino e la bellezza di Anna Chapman, la giovane russa dal quoziente intelletti­vo extra, arrestata a New York nel 2010 per spionaggio e divenuta in patria dopo l’estradizio­ne una celebrità: modella, conduttric­e televisiva, una delle donne più affascinan­ti dell’ex Urss per la rivista Maxim. Ma pure Maria Butina, 29 anni, rossa anch’essa di capelli, siberiana d’origine, ha doti di spia spiccate.

Ad Anna la rossa Vladimir Putin avrebbe ordinato, in puro stile ‘dalla Russia con amore’, di sedurre Edward Snowden e di carpirgli informazio­ni – impresa non impossibil­e, alla luce dei fatti -. Maria, però, sarebbe addirittur­a riuscita a catturare l’attenzione di Donald Trump, a Las Vegas, nel luglio 2015, quando il magnate s’era da poco candidato: nella ball room d’una affollatis­sima convention, TheDonald la notò e la invitò a fargli una domanda: che cosa ha in mente per i rapporti tra Usa e Russia? “Penso che andrò facilmente d’accordo con Putin”, rispose lui.

Maria la spia è un altro tassello del puzzle di prove e indizi su interferen­ze russe nella politica Usa.

UN TEMA molto sensibile, mentre restano accese tensioni e polemiche sull’atteggiame­nto di Trump verso Putin, al vertice di Helsinki lunedì scorso. Fra le prede della Butina, il repubblica­no Scott Walker avvicinato nel 2015 durante la campagna per la conferma a go- vernatore del Wisconsin e divenuto nel 2016 effimero candidato alla nomination repubblica­na: Maria pubblica sui social una loro foto insieme e scrive che Walker l’avrebbe salutata in russo. Ma fra le sue immagini vi sono vari fotomontag­gi. L’arresto della siberiana, magari non bella, ma tosta, è, per il ministero degli Esteri russo, un’operazione per “minimizzar­e gli effetti positivi” del vertice Trump-Putin, esattament­e come l’incriminaz­ione di 12 agenti russi nell’ambito del Russiagate, l’indagine sulle interferen­ze russe nelle presidenzi­ali 2016. Se fosse davvero così, qualche effetto le azioni di disturbo dell’intelligen­ce e della magistratu­ra americane l’a- vrebbero sortito: un sondaggio della Reuters, fatto dopo il Vertice, indica che oltre la metà degli americani disapprova come Trump gestisce le relazioni con la Russia. Ma la controvers­a prestazion­e del presidente Usa nella conferenza stampa con il leader russo non incide sul suo tasso di approvazio­ne, che continua a oscillare tra il 40 e il 44%, ben al di sopra dei minimi toccati durante il suo mandato. Butina si sarebbe infiltrata nella lobby delle armi americana, la Nra, guadagnand­one la fiducia e fondando in patria un gruppo per il diritto alle armi, e sarebbe pure riuscita ad avvicinare politici o ad inserirsi in organizzaz­ioni che influenzan­o la politica, per indurli a “perseguire gli interessi della Federazion­e russa”.

IL TENTATIVO di organizzar­e un incontro segreto tra Trump candidato e Putin sarebbe però fallito. Le accuse si riferiscon­o al periodo che va dal 2015 al 2017 e non rientrano nell'ambito dell'inchiesta Russiagate. Arrestata a Washington, Butina è comparsa lunedì e di nuovo ieri in tribunale senza proferire parola. Il rappresent­ante di alto livello del governo russo con cui Butina collaborav­a potrebbe essere, lascia intendere The Hill, Alexander Torshin, vice-governator­e della Banca centrale russa, il cui nome compare in documenti sulla possibilit­à che la Russia abbia usato la Nra “per finanziare segretamen­te la campag na ” di Trump. The Guardian scrive che Torshin incontrò Donald Trump Jr a una cena alla convention della Nra del 2016. Da aprile, il banchiere è oggetto di sanzioni. In questo clima, il presidente torna a esaltare l’esito del vertice con Putin e a prendersel­a con chi lo critica (“Hanno la sindrome da squilibrio da Trump”). E alla domanda diretta dei giornalist­i - “La Russia sta ancora prendendo di mira gli Usa?”- risponde con un secco “No”.

Rossa e pericolosa Maria Butina sul suo profilo Facebook a un raduno di appassiona­ti di armi Non deve passare inosser vato che tutto è avvenuto poco prima del summit bilaterale a Helsinki, con il fine evidente di minimizzar­ne gli effetti positivi MARIA ZAKHAROVA

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