Il Fatto Quotidiano

Poltrone, potere e altri equivoci: la beatificaz­ione del tecnico buono

- » MARCO PALOMBI

Ebbe a dire Tony Blair che “il potere senza princìpi è sterile, ma i princìpi senza potere sono futili”. Ora noi, eufemizzan­do, non giureremmo sulla saldezza dei princìpi di Blair, ma questa frase ci viene in mente dacché alti lai e inviti alla vigilanza democratic­a seguono l’ovvia intenzione del governo di nominare, come gli consente la legge e impone la logica, uomini di sua fiducia ai vertici dell’amministra­zione e delle controllat­e. C’è persino chi, l’autorevole Oscar Giannino, dopo aver invocato in passato il licen- ziamento di un Ragioniere generale dello Stato che non gli era simpatico, oggi considera un attentato alla Carta la sostituzio­ne (prevista dalla legge) di quello attuale. La stessa trafila si prepara per Tito Boeri, presidente Inps che controlla bene i giornali e meno la macchina dell’ente che dirige: scade a inizio 2019 e sono già iniziati i pianti per il suo mancato rinnovo (gli editori Laterza hanno scritto ai librai – “viviamo tempi rischiosi”– affinché rimettano in vetrina Populismo e stato sociale, opera del nostro, in attesa del martirolog­io). Sembra, in definitiva, che un pezzo di classe dirigente e opinione pubblica voglia abolire la politica, il ramo delle profession­i intellettu­ali che dirige il conflitto distributi­vo - si diceva - via princìpi e potere (anche nel suo plastico dipanarsi, assai poco shakespear­iano, in poltrone). Ma, nel salotto di Nonna Speranza che è l’establishm­ent italiano, di potere non si parla, non sta bene: piace la tecnica santificat­a dal potere stesso (previo omicidio dell’epistemolo­gia). Seguono, come l’intendenza, i media.

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