Fusione Anas-Fs nel caos. Il Tesoro vuole l’ok
A rischio 2 miliardi. Il ministero a Toninelli: “Si può allungare la concessione”, ma non è stato fatto
Sta
diventando una grana pazzesca l’ap p ro v az i on e del bilancio Anas 2017, il primo dopo la fusione di Natale dell’azienda delle strade con le Ferrovie dello Stato. Non sapendo come trovare la quadra per la svalutazione di quasi 2 miliardi del patrimonio e avendo bisogno di escogitare qualche escamotage d el l ’ ultimo minuto, l’ass emblea per l’esame del bilancio è stata rinviata il più avanti possibile. Intanto si sono moltiplicate le pressioni specie nei confronti del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli (M5S) per convincerlo che la svalutazione non è un problema, può anche non essere fatta, mentre la fusione Anas-Fs è la migliore operazione che si potesse pensare (Lega e M5S sarebbero contrari).
L’ultima data fissata per l’approvazione del bilancio Anas dall’ad dell’azienda delle strade, Gianni Armani, d’intesa con il capo delle Fs, Renato Mazzoncini è venerdì 27 luglio. Mazzoncini ha accettato l’allungamento dei tempi proposto dal collega perché si sente a ragione coinvolto quanto Armani nella faccenda, consapevole che il suo futuro è appeso a un filo e la sua tenuta è proprio collegata anche alla storia del bilancio Anas. Già a marzo, dopo aver negato con risolutezza che esistesse un problema svalutazione, quando a Palazzo Chigi c’era un governo in scadenza, ma ancora pilotato dagli amici renziani, Mazzoncini si era rivolto al ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, e a quello dei Trasporti, Graziano Delrio, chiedendo con un’allarmatissima lettera (pubblicata dal Fatto) di intervenire immediata- mente per impedire che la svalutazione del patrimonio Anas potesse azzoppare la fusione appena avviata.
NÉ PADOAN né il ministro dei Trasporti Graziano Delrio raccolsero il grido di dolore, forse perché non se la sentirono di infilarsi in un garbuglio del genere. A sorpresa il ruolo di soccorritore in extremis del duo Mazzoncini-Armani ora se lo sta caricando sulle spalle un personaggio che non ha lo stesso potere di un ministro, ma che ugualmente conta parecchio nell’ambito delle a- ziende pubbliche: Antonio Turicchi. È il direttore generale del ministero del Tesoro, responsabile delle società partecipate e anche lui ha scritto una lettera (di cui il Fatto è ein possesso) e l’ha inviata a Toninelli per dire che “il valore del patrimonio di Anas deve essere esposto nel bilancio 2017 in continuità con il precedente esercizio e con la situazione patrimoniale al 30 settembre 2017 alla base del trasferimento della partecipazione a Ferrovie dello Stato italiane”. In pratica il dirigente del Tesoro cerca di convincere il ministro pentastellato dei Trasporti che, nonostante le leggi impongano il contrario, la svalutazione del patrimonio Anas può non essere fatta.
Come fa a dirlo? Lo sostiene sulla base di quelle che lui stesso definisce “ipotesi di valorizzazione” del patrimonio Anas. Quali? Eccole: la proroga di 20 anni della concessione statale a favore di Anas dal 2032 al 2052. Peccato, però, che l’allungamento non esista e al momento sia solo una speranza per chi la sta invocando. In base alla legge (la 296 del 27 dicembre di 12 anni fa), in occa- sione della stipula del Contratto di programma 2016-2020 tra lo Stato e l’Anas quella proroga in effetti poteva essere concessa dal ministro dei Trasporti, ma Delrio non lo fece e la scadenza è a tutti gli effetti rimasta fissata al 2032.
IL NUOVO ministro Toninelli potrebbe intervenire al posto di Delrio in soccorso dell’Anas allungando lui la concessione. Lo farà? È lecito avere molti dubbi. Il Collegio sindacale Anas nella riunione del 20 giugno (il Fatto è entrato in possesso del verbale) cerca di dare un contorno probabilistico alle ipotesi di cui parla il Direttore del Tesoro: “La probabilità è all’80 per cento”, scrivono dimostrando una notevole propensione all’ottimismo. E per puntellare la speranza informano di aver acquisito un parere legale (quanto sarà stato pagato?) in base al quale “Anas è titolare di una legittima aspettativa qualificata in ordine all’estensione della concessione”. Si può approvare un bilancio sulla base di un’aspettativa e di semplici ipotesi?
Idee fantasiose Prorogare di 20 anni l’intesa con l’azienda delle strade Delrio e Padoan l’avevano escluso