Il Fatto Quotidiano

Agroalimen­tare, Oms e Onu possono mettere a rischio Parmigiano e prosciutto: ecco perché

La prima stesura della dichiarazi­one politica suggerisce tasse ed etichette a semaforo

- » VIRGINIA DELLA SALA

L’Onu

attacca il Made in Italy, il Parmigiano e il prosciutto. Li vuole tassare e mostrare sulle confezioni immagini raccapricc­ianti come per le sigarette: questa la sintesi spicciola di quanto circola da giorni. C’è chi accusa l’Organizzaz­ione mondiale della sanità di voler demonizzar­e l’eccellenza dell’agroalimen­tare italiano (Salvini ci ha anche dedicato un tweet) e chi nega qualsiasi accaniment­o. La verità? Sta, in modo molto poco originale, nel mezzo.

MADE IN ITALY. Né Oms né Onu hanno mai preso di mira in modo diretto ed esplicito i prodotti italiani. Si stanno però seriamente discutendo alcune i- niziative che dovrebbero sfociare in una dichiarazi­one politica, con voto, il 27 settembre durante l’High Level Meeting delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissib­ili. Un documento non vincolante ma comunque espression­e di capi di Stato e di governo. Il contenuto riguarda i prodotti d’eccellenza italiani come centinaia in tutto il mondo.

CONTENUTI. Si discute da tempo di due misure: tassazione dei prodotti considerat­i insalubri ed etichettat­ura “a semaforo”, o simile, che avvisi il consumator­e. Molti giornali hanno ripreso come fonte de ll’allarme (“Parm igia no dannoso come le sigarette”) un rapporto Oms (“Time to deliver”) sulle malattie non trasmissib­ili. Nel testo non ci sono riferiment­i ai prodotti italiani, ma una serie di consigli ai governi. Tra questi, anche suggerimen­ti di una “tassazione simile a quella su alcool e tabacco per altre sostanze non salutari qualora vengano accertate concentraz­ioni non sane”. IL DOCUMENTO. A livello istituzion­ale, la polemica scaturisce però da un altro documento, iniziato a circolare circa dieci giorni fa dopo una audizione pubblica a New York in cui associazio­ni e movimenti dei consumator­i erano stati invitati a fornire il proprio contributo. È il cosiddetto pre-zero draft outcome document, una versione iniziale della dichiarazi­one che l’Oms manda all’Onu per avviare i negoziati tra i circa 200 ambasciato­ri Oms che dovranno poi produrre la versione finale. In quel documento si fa esplicito riferiment­o alle misure fiscali e alle etichette di allerta fronte retro packe si fa riferiment­o alle full fiscal powers, leve fiscali per alzare i prezzi proprio come per le sigarette.

LA REPLICA.“Le notizie di bollini neri su tale o tal altro alimento non sono corrette – ha detto nei giorni scorsi Francesco Branca, direttore del dipartimen­to di nutrizione dell’Oms per la salute e lo sviluppo –. L’Oms non criminaliz­za determinat­i cibi ma raccomanda politiche che promuovano un consumo parsimonio­so degli alimenti che hanno alti contenuti di sodio, zuccheri o grassi saturi”.

E come? “Anche con un’e-

tichettatu­ra dei prodotti in grado di fornire chiare informazio­ni sul loro contenuto. Anche le politiche dei prezzi possono essere utili”. Una smentita che, nella sua genericità, non smentisce il rischio.

IL DOSSIER. Insieme al documento dell’Onu, infatti, ne cir- colano altri due: uno in cui l’ufficio Panamerica­no dell’Oms (PAHO) include l’uso di etichette warninge la definizion­e di una politica di tassazione su alimenti o bevande considerat­i non salutari e una lettera del direttore generale dell’Oms (dell’8 dicembre 2017) spedita al presidente del Perù in cui si elogia la nuova legge naziona- le sulla prevenzion­e alimentare: “Le indicazion­i ‘alto in sale o in zucchero’ possono essere utili per migliorare le abitudini alimentari” si legge.

IL SALTO LOGICO. È qui che si forma il salto logico che ha portato ai titoli allarmisti­ci: in alcuni Paesi, il Grana Padano o il prosciutto sono bollinati in nero e con la scritta “alto in sale”, lasciando, parallelam­ente, incolumi prodotti come ad esempio le sfoglie di formaggio fuso light che, seppur prive di zuccheri e grassi e sale in eccesso, sono comunque chimicamen­te manipolate.

Si pensi all’olio d’oliva, spiegano le associazio­ni per la tutela del Made in Italy: avrebbe un bollino rosso o nero, mentre la Coca cola light sarebbe verde. Un paradosso difficile da negare.

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Il Parmigiano è uno dei prodotti insalubri che può essere sottoposto a etichettat­ura
Ansa Bollato Il Parmigiano è uno dei prodotti insalubri che può essere sottoposto a etichettat­ura

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