“È sempre la stessa musica: le donne sono messe al bivio”
LAURA BARNETTDopo il best-seller, la scrittrice inglese torna con “Greatest Hits”: “La scelta è tra fama e famiglia”
Londinese, classe 1982, studi in Spagna e Italia, al suo secondo romanzo dopo il best-seller Tre volte noi. Laura Barnett torna in libreria con un altro “concept novel”, Greatest Hits coinvolgendo questa volta anche la musica. “Avrei voluto leggere la biografia di una musicista di successo – poi ritiratasi – che a 60 anni torna e riscopre attraverso la raccolta del meglio della sua carriera chi era prima della fama. Questo libro non esisteva. Così l’ho scritto”.
Ha fatto di più, ha creato il “Greatest Hits”.
Sì, volevo utilizzare la commistione di linguaggi anche in letteratura. Da giornalista culturale avevo scritto di spettacoli teatrali, come quello dei Secret cinema che uniscono film a pièce. Così ho pensato: perché non posso fare un “concept novel” usando canzoni vere e una musicista reale (Kathryn Williams, ndr)? È una forma nuova, mi sembrava strano che nessuno l’avesse utilizzata prima.
Che cosa rappresenta per lei la musica?
Quasi tutto. Forse è la mia prima passione, prima ancora della letteratura. Credo sia il modo più evocativo di esprimere le emozioni. L’un ic o che attiva la memoria. Se a- scolto i Tiromancino sono a passeggio a Trastevere. Qual è il valore della memoria, secondo lei?
La memoria è la narrativa che ci raccontiamo per cercare di capire cosa ci è successo e cosa ci succederà. Attraverso di essa capiamo il passato e lo guariamo. Che poi è ciò che fa un romanziere. La memoria è importante per uno scrittore. I personaggi non esistono senza memoria, senza i vari livelli di esperienza. Per Cass, la mia protagonista, ad esempio, memoria e musica sono unite. La musica è il modo in cui ha provato a capire cosa le succedeva, e a 60 anni la memoria è il modo di reimmergersi nel passato per capire i propri errori e trovare pace. La vita di Cass Wheeler è tormentata. È necessario che sia così per essere una grande artista? Sfortunatamente sì. La sua è una vita complessa fin dall’infanzia. Prima di scri- vere il romanzo ho fatto molte ricerche su diversi musicisti, da Joni Mitchell a Bob Dylan. Volevo capire il tipo di personalità in grado di avere questo successo facendo dell’esperienza arte. Ho scoperto che quasi tutti hanno avuto una vita difficile. Quindi anche la mia Cass doveva essere così.
Nel libro si evince anche una sudditanza della donna all’uomo. Un #MeToo?
Ne avrei fatto volentieri a meno. Volevo scrivere un romanzo su una donna di 22 anni che sfonda nella musica, suo marito non ha nessun tipo di problema e le offre tutto l’appoggio che può. Ma era impossibile, perché quando leggevo le storie di musiciste
Il panorama letterario è molto interessante: ogni anno c’è un nuovo caso. L’importante è trovare un modo autentico per durare
reali, quasi sempre mi trovavo davanti a donne che avevano dovuto scegliere tra vita matrimoniale e artistica. Una decisione che gli uomini non hanno mai dovuto prendere. Ora forse le cose stanno cambiando. Ma nel XX secolo non era così. Ivor, il marito di Cass, non sopporta che si realizzi. Altro tema molto presente nel suo libro è la maternità. Avrei fatto a meno anche di questo aspetto. Quando ho iniziato a scrivere non avevo uno schema. Sapevo solo che c’era stato un disagio nel passato di Cass, ma non sapevo quale fosse. Ho capito solo verso metà libro che aveva perso sua figlia. Anche lei come Joni Mitchell aveva avuto una figlia a 19 anni e poi l’aveva dovuta dare in adozione. Era un modo per affrontare il tema della maternità, che come scrittrice sento importante e anche qui mi si è presentata davanti la scelta della donna. Qual è il clima letterario a Londra tra le nuove generazioni di scrittori? Il panorama è molto, molto interessante. Ogni anno c’è un nuovo scrittore, si impone un nuovo modo di scrivere. Quando il primo romanzo ha il successo che ha avuto il mio, tutti ti chiedono del secondo. Non ho sentito la pressione perché questo l’ho scritto prima che l’altro avesse successo. Ma qui la scena cambia continuamente. La cosa più importante è trovare il modo più autentico per durare. Il terzo romanzo?
Lo sto scrivendo. È la storia di una famiglia inglese e di una settantenne che decide di divorziare. Un’altra donna coraggiosa... forse come me.