Miracolo Marchionne: debiti per 16 miliardi
Il tanto celebrato azzeramento è un’illusione
■La liquidità in cassa è maggiore dell’indebitamento che non è affatto “zero” come vanta il gruppo. Gli interessi pesano per 2 miliardi. La Consob analizza l’andamento delle azioni nei giorni della morte dell’ad
La Consob sta valutando se ci sono state anomalie nell’andamento del titolo durante i giorni dell’agonia e poi della morte dell’ad di Fca, Sergio Marchionne. Per ora non sono state trovate conferme e l’unica dichiarazione da fonti dell’autorità di vigilanza sulla Borsa è che “la vicenda è all’attenzione dei nostri uffici per le valutazioni del caso”.
UNA MALATTIA che impedisca all’amministratore delegato di continuare il suo lavoro è una notizia price sensitive, cioè che influisce sul prezzo delle azioni. E ogni società quotata ha il compito di comunicarla in modo tempestivo al mercato, in modo da mettere gli investitori in condizione di farsi un’idea precisa delle prospettive del gruppo. Al momento la Consob può basarsi sui comunicati ufficiali. Fca dice di aver saputo che le condizioni di Marchionne erano irreversibili soltanto venerdì 20 luglio e sabato 21 luglio ha convocato il consiglio di amministrazione per la successione, con la scelta di Mike Ma- nley come nuovo ad. Quando i mercati hanno riaperto, il lunedì mattina, gli investitori erano tutti informati. La famiglia di Marchionne, nella tarda serata di giovedì, ha confermato la versione dell’azienda: anche se la compagna di Marchionne, Manuela Battezzato lavora per Fca, il gruppo era stato tenuto all’oscuro delle reali condizioni di salute del manager e non sapeva che fosse in cura da oltre un anno presso l’ospedale in cui è morto, l’Universitätsspital di Zurigo.
CI SONO PERÒ parecchie stranezze in questa storia anche soltanto osservando gli andamenti del titolo. Sappiamo che Marchionne si è operato alla spalla, pare per un sarcoma, in una data compresa tra il 28 giugno (ultima apparizione pubblica) e il 5 luglio (quando Fca conferma le indiscrezioni di Lettera43.it ). Il 5 luglio passano di mano azioni Fiat per un controvalore di 243 milioni, contro i 72 del giorno precedente. Stando alla versione dell’azienda, il presidente John Elkann e gli altri membri del board non ricevono informazioni chiare (o veritiere) sulla salute di Marchionne per oltre 15 giorni, venerdì 20 l’azienda ancora nega che siano previste accelerazioni della successione di Marchionne già decisa per il 2019. Quel giorno, Elkann va in Svizzera e, spiegano dall’azienda, scopre che Marchionne sta morendo.
Eppure il lunedì mattina, con Marchionne in ospedale e Manley come nuovo ad, il titolo Fiat si muove relativamente poco: passano di mano 313 milioni di euro di azioni, il doppio del venerdì 20 ma è pur sempre una svolta epocale. Il prezzo scende da 16,4 euro ad azione a 16,2 ma già il giorno dopo è tornato a 16,5 euro. I mercati sembrano reagire bene alla fine brusca e anticipata ma comunque prevista dell’era Marchionne.
Poi accade qualcosa di non coerente con queste premesse: il giorno della morte di Marchion- ne, mercoledì, il titolo crolla del 15,5 per cento, passano di mano azioni per 876 milioni di euro di controvalore. Un terremoto. Certo, quel giorno Fca ha presentato conti trimestrali deludenti: ricavi in calo, reddito operativo in calo dell’11 per cento. Male, ma non tanto da giustificare il disastro del -15,5 che è stato spiegato come u- na reazione emozionale alla morte di Marchionne. Eppure, per i mercati, ormai il manager era tornato a essere solo un privato cittadino da due giorni, da quando si era insediato Manley.
Se in tutto questo c’è qualcosa di sospetto, la Consob lo appurerà.
Le strane reazioni
Alla sostituzione i mercati restano calmi, alla morte passano di mano 876 milioni di euro di azioni