Il Fatto Quotidiano

“Il concordato Atac al via, salvi i posti di lavoro”

La sindaca di Roma e il via libera al concordato per l’azienda del trasporto pubblico

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“Stiamo

salvando i posti di migliaia di lavoratori onesti e un’azienda che era e deve restare pubblica”. A sera in Campidogli­o la sindaca di Roma Virginia Raggi celebra il decreto con cui il tribunale fallimenta­re ha ammesso alla procedura di concordato in continuità Atac, la municipali­zzata dei trasporti su cui pesano debiti per 1,3 miliardi di euro. Un via libera che arriva dopo una prima, parziale bocciatura dello stesso tribunale, che a marzo aveva definito “inidoneo” il piano del Comune. Ma le successive controdedu­zioni presentate dal Campidogli­o hanno convinto i magistrati. E ora la giunta a 5Stelle, attende per dicembre l’assemblea dei creditori di Atac, che dovrà votare il piano. Sindaca, la decisione del tribunale per voi è una boccata d’ossigeno.

No, è una vittoria dei cittadini. Stiamo raccoglien­do i frutti di un lungo lavoro.

Cosa ha convinto il tribunale?

Abbiamo presentato un piano industrial­e serio e credibile. Il Comune ha impegnato 167 milioni per acquistare 600 autobus in tre anni, a cui aggiungere­mo altri 50 mezzi grazie ad altri 18 milioni, stanziati con una variazione di bilancio. Peccato però che la gara del 12 luglio indetta da Atac per acquistare 320 bus sia andata deserta. Non è proprio un buon viatico, no? Risolverem­o con la gara gestita da Consip che si terrà in agosto, e che sarà ripartita in più lotti. E poi ci saranno altri bandi.

Però la gara di luglio è stata disertata. Non offrivate buone condizioni o vi hanno remato contro?

Guardi, non siamo minimament­e preoccupat­i.

Un altro punto fondamenta­le del vostro piano è il “sacrifi- cio” del Comune, che ha postergato il suo credito di 450 milioni verso Atac. Tradotto, verrete pagati solo dopo che sarà stato soddisfatt­o l’ultimo dei creditori chirografa­ri. Ma così si creerà una voragine nel bilancio.

Stiamo coprendo quella somma con gli accantonam­enti nel bilancio.

È sempre un sacrificio. Non ha chiesto al governo un aiuto per coprire il buco? Magari a Luigi Di Maio?

No. E con Di Maio non abbiamo parlato del concordato, perché eravamo convinti del nostro piano.

Sarà, ma il decreto del tribunale sembra accogliere il piano più che altro perché è la soluzione migliore per soddisfare i creditori. Come dire, il concordato è il male minore. Se Atac non avesse avuto problemi non saremmo qui a parlare. L’alternativ­a era il fallimento, che avrebbe comportato la perdita di migliaia di posti lavoro, l’i nte rru zio ne del servizio. Anche i creditori avrebbero perso i loro soldi. Un altro pilastro del piano è il prolungame­nto del contratto di servizio fino al 2021, che vi permetterà di drenare centinaia di milioni in più. Ma pochi giorni fa l’Autorità nazio- nale anticorruz­ione ha avanzato “seri dubbi di legittimit­à” sul prolungame­nto. Qualcuno ha provato a strumental­izzare questi rilievi dell’Anac. Noi, come è noto, abbiamo un rapporto molto sereno e trasparent­e con Raffaele Cantone. E assieme a lui lavoreremo anche su questo. Non pare un problema da poco. Anche perché per l’Anac serviva “una gara pubblica” invece che l’ allungamen­to del contratto.

Lo ripeto, troveremo una soluzione con Anac. E comunque il decreto del tribunale di fatto legittima anche gli strumenti adoperati per il concordato, compreso il prolungame­nto.

Intanto a novembre è previsto il referendum sulla messa a gara del trasporto pubblico locale, chiesto dai Radicali italiani. Il Pd si è già schierato per il no. E lei?

Il privato ce l’abbiamo già a Roma con il Tpl, a cui siamo stati obbligati per legge a lasciare il 20 per cento del servizio, e funziona malissimo. Il Comune di Roma paga regolarmen­te le imprese, ma i lavoratori ricevono gli stipendi sempre in ritardo. Se questo deve essere il privato...

Quindi la risposta è...

Sono assolutame­nte per il no.

@lucadecaro­lis

Con il governo e con Di Maio non ne abbiamo parlato perché eravamo convinti del nostro piano

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LaPresse Sindaca Virginia Raggi
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