Il Fatto Quotidiano

La Rai gialloverd­e di Salini&Foa Il manager neutrale e il no euro

Al presidente servirà il voto di Forza Italia che negozia sui direttori dei tg

- » GIANLUCA ROSELLI

■Do■o giorni di trattative, i Cinque Stelle impongono l’ex direttore di La7 come capo azienda, per i leghisti va al vertice l’ex giornalist­a del “Giornale”, oggi in Svizzera. Di Maio: “Inizia una rivoluzion­e culturale”

Dopo giorni di convulse trattative, accompagna­te da una girandola di nomi, ieri il governo ha finalmente deciso il direttore generale e il presidente della Rai: sono rispettiva­mente Fabrizio Salini, ex direttore di La7, e Marcello Foa, ex responsabi­le del sito de Il Giornale. La situazione si era parecchio ingarbugli­ata, ma il nodo si è sciolto giovedì sera, dopo un vertice serale che ha visto impegnati Luigi Di Maio, Matteo Salvini, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. E infatti Foa, il nome uscito a sorpresa dal cilindro delle trattative, ha avuto la notizia nella notte tra giovedì e venerdì, quando una telefonata l’ha raggiunto sull’isola di Skyros, nelle Sporadi, in Grecia, dove era appena giunto per una vacanza. “Buona serata a voi da un’isola magica”, scriveva, postando una foto di una spiaggia al chiaro di luna su Facebook. “L’ho saputo solo stanotte (ieri notte, ndr), altrimenti non sarei mai partito…”, ha detto poi il nuovo presidente della Rai. Il cui nome ha permesso di sbloccare anche quello sul dg, Salini, proposto dal M5S ma su cui la Lega nutriva forti perplessit­à. “Se Di Maio incassa Salini, allora la Lega prenderà il Tg1…”, è il refrain che gira da giorni tra il Parlamento e Viale Mazzini. Sarà davvero così? Non è detto, ma andiamo con ordine.

NEGLI ULTIMI GIORNI l’unico punto fermo sembrava proprio il nome di Salini. Le perplessit­à di Salvini riguardava­no soprattutt­o il suo lavoro e la sua partecipaz­ione societaria nella St and bym e, la casa di produzione di Simona Ercolani, la regista di diverse Leopolde renziane. Una quota del 5%, pari a 10 mila euro, che Salini ha proceduto a vendere proprio ieri, dopo la nomina. Nonostante le perplessit­à leghiste, però, il manager restava il favorito. Al contrario di Giovanna Bianchi Clerici, la donna che la Lega voleva alla presidenza. Che invece perdeva terreno sia perché il suo nome non è affatto nuovo (è stata in Cda Rai dal 2005 al 2012), sia per la condanna per danno erariale ricevuta dalla Corte dei Conti nel 2011 per la nomina illegittim­a a dg Rai di Alfredo Meocci. Per la presidenza, però, occorreva un nome gradito anche a Forza Italia. Il presidente, infatti, deve essere votato con maggioranz­a di due terzi in Vigilanza, quindi un accordo con un partito di opposizion­e è necessario. Escluso l’accordo col Pd, restano i berlusconi­ani. Ed è a quel pun- to che, come mediatore di B., è entrato in campo Gianni Letta, grazie al quale spunta il nome di Fabrizio Del Noce, ex dirigente Rai ora pensionato in quel di Lisbona, da sempre vicino all’ex Cavaliere. Troppo vicino, secondo Salvini, che non ha mai avuto alcun contatto diretto con Del Noce, a

MEDIATORI Il ruolo di Gianni Letta e la telefonata in Grecia Salvini: “Siamo solo all’inizio”. Di Maio: “Via raccomanda­ti e parassiti”

parte l’amicizia di quest’ultimo con Elisa Isoardi. Così anche Del Noce salta. A quel punto, da una rosa di nomi, salta fuori colui che Salvini aveva tenuto coperto, Marcello Foa. L’accordo è chiuso giovedì sera. Ieri mattina, ultimo giro di telefonate tra i leader, poi alle 13 (con un’ora di ritardo che ha fatto pensare a intoppi dell’ultimo minuto) inizia il consiglio dei ministri che procede alle nomine. “Oggi inizia una nuova rivoluzion­e culturale, con due nomi pronti per la sfida di liberarci da raccomanda­ti e parassiti”, le parole di Di Maio. “Finalmente ci sarà spazio per tutte le voci. E siamo solo all’inizio”, dice Salvini.

APPUNTO, e adesso? La prossima tappa è mercoledì, in Vigilanza, per il voto su Foa. Forza Italia ha annunciato che “farà una riflession­e”, tanto per non dare nulla per scontato, tanto più adesso che si apre la partira per le direzioni di reti e tg. Nomine di fuoco che, al contrario di quel che si pensava, potrebbero arrivare subito, entro la prima decade di agosto. La scusa sono le tre direzioni vacanti: RadioRai, Tgr (che preme molto alla Lega) e Raisport. Ma la sensazione è che si voglia comunque accelerare. Anche perché, racconta una fonte di Viale Mazzini, “se si fanno i nuovi direttori adesso, si può ancora mettere mano ai palinsesti, mentre a settembre è tardi”. Occhi puntati, naturalmen­te, sui tg, che in autunno dovranno gestire gli inevitabil­i scricchio- lii della maggioranz­a sulla legge di Stabilità. Al momento lo schema non è cambiato: Tg1 filo governativ­o e istituzion­ale, Tg2 alla Lega e Tg3 ai 5Stelle. Ma la situazione è fluida e, come si è visto con la nomina di Foa, potrebbero non mancare le sorprese.

INCOGNITE Mercoledì il voto in Vigilanza: serve il sì dei due terzi. Forza Italia già sta alzando il prezzo: “Riflettere­mo”

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Ansa Tavolo a tre Lega e M5S hanno dovuto concordare il nome anche con il Tesoro, azionista di maggioranz­a Rai
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Viale Mazzini Fabrizio Salini (dg) e Marcello Foa (presidente)
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