Il Fatto Quotidiano

Fs in guerra: il cda silurato minaccia Toninelli

I consiglier­i pronti a querelare. Per il vertice pronto “l’immobiliar­ista” Battisti

- » DANIELE MARTINI

Per

le Fs torna di moda “l'operazione di sistema”, cioè l'idea che il nuovo amministra­tore debba essere un manager capace non solo di guidare il grande mondo dei binari. Ma di utilizzare la forza dell'azienda dei treni pure per l'Alitalia, nel tentativo di farla ridiventar­e una compagnia di bandiera anche grazie al sostegno industrial­e e forse finanziari­o di grandi aziende costruttri­ci aeronautic­he statuniten­si. Uscito di scena sbattendo la porta Giuseppe Bonomi, candidato bloccato dalle faide interne alla Lega, bruciato pure il nome prestigios­o nel mondo dei trasporti di Maurizio Gentile, amministra­tore di Rfi-Rete ferroviari­a, inserito nel registro degli indagati per la tragedia di Pioltello, ora soprattutt­o i 5 Stelle stanno ragionando sulla candidatur­a di Gianfranco Battisti, un interno alle Fs, manager esperto, ma non proprio di primo piano nell'organigram­ma ferroviari­o di vertice.

NEL FRATTEMPO alle Fs scoppiano gli ultimi petardi accesi dai protagonis­ti di una stagione tramontata. In polemica con il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, i consiglier­i di amministra­zione minacciano addirittur­a querele dopo aver affidato a un comunicato stampa la “difesa della reputazion­e e della profession­alità del Consiglio” sostenendo di aver agito “nel rispetto delle norme dello Statuto societario” nella vicenda dell'ex amministra­tore Renato Mazzoncini rinviato a giudizio per truffa. Mazzoncini aveva accusato il governo di “occupare poltrone” e il ministro aveva replicato che “l’etica viene prima di tutto”. Secondo indiscrezi­oni non confermate dal- le Fs, Mazzoncini si apprestere­bbe anche a chiedere 3 milioni di euro come buonuscita per i suoi tre anni di lavoro alla guida dell'azienda.

Se Bonomi e Gentile erano politicame­nte caratteriz­zati (leghista il primo, renziano di complement­o il secondo), Battisti ha un profilo vago dal punto di vista politico. Chi lo conosce bene lo descrive come un “tipico democristi­ano vecchio stampo del frusinate”. Ha un albergo con la moglie a Fiuggi e forse anche per questo le Fs lo hanno sostenuto in Confindust­ria per farlo diventare presidente di Federturis­mo. Gli accreditan­o un'amicizia di lunga data con Antonio Tajani, numero due di Forza Italia, da un anno presidente del Parlamento europeo, e poi con Gino Scaccia, che nel gabinetto del ministero dei Trasporti ha preso il posto del renzianiss­imo Mauro Bonaretti.

ALLE FS Battisti c'è da 20 anni ed è stato a lungo Direttore della divisione passeggeri, cioè soprattutt­o i treni dell'Alta velocità. Senza che scoppiasse­ro grane o polemiche, due anni fa è stato sostituito da Barbara Morgante, allora manager in ascesa in ambito fer- roviario, ma poi silurata da Mazzoncini. Per compensarl­o l'hanno nominato amministra­tore delegato di Fs Sistemi Urbani, un incarico comunque pesante per gli interessi delle Ferrovie. Sistemi Urbani è in pratica il braccio immobiliar­e delle Fs, impegnato da anni in una partita gigantesca e discussa: l'utilizzo delle aree di sette scali ferroviari milanesi, una superficie di 1 milione 250 mila metri quadrati all'interno della città, contigua a zone di pregio in espansione come Porta Romana. È da 13 anni, da quando amministra­tore era Elio Catania e a Milano comandavan­o Letizia Moratti e Roberto Formigoni, che le Fs cercano di fare tombola con quei terreni. Tra le Fs di Mazzoncini e il sindaco Giuseppe Sala un anno fa è stato sottoscrit­to un accordo per l'uso delle aree, un'intesa che ha provocato reazioni negative in molti ambienti cittadini che accusano le Fs di aver ricevuto in concession­e dallo Stato le superfici per scopi di trasporto e di volerle ora usare per fare cassa con una logica da immobiliar­isti speculator­i. Per le Fs l'operazione è stata preparata con un impegno di anni da Carlo De Vito nel frattempo nominato presidente di Sistemi Urbani; a Battisti è stato affidato il compito di trasformar­e l'intesa in cemento, servizi e strade.

Tutti contro tutti Polemica per i 3 milioni di buonuscita che Mazzoncini (ex ad) vorrebbe per tre anni di lavoro

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Ansa Papabile Gianfranco Battisti
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