Il Fatto Quotidiano

Siria Assad, i Caschi Bianchi e l’Occidente: un massacro dove nessuno è incolpevol­e

- LUIGI FERLAZZO NATOLI ELIODORO ALFANO LINO ANDREOZZI VALERIO CATTANO OMERO MUZZU MAURO CHIOSTRI STEFANO BISERNI CAPO UFF. STAMPA FS ITALIANE

Che Marchionne venisse esaltato post mortemda parte di industrial­i, imprendito­ri e capitalist­i in generale, mi sembra del tutto scontato. Meno comprensib­ili sembrano gli elogi governativ­i e quirinaliz­i, nonché della stampa e delle Tv sedicenti di sinistra, in quanto Marchionne ha sempre tutelato gli interessi della Fiat e quasi mai quelli dei suoi lavoratori dipendenti, e in ogni caso non ha mai dato importanza a ciò che avveniva in Italia. E, allora, nessuno mette in dubbio le sue doti di manager, ma, avendo egli sempre avuto per slogan Fiat First, non vedo perché il nostro Paese debba eccedere negli elogi, addirittur­a da parte di chi, come la Cgil guidata da Susanna Camusso, lo ha sempre combattuto.

I giallo-verdi hanno fatto bene a disdire l’Airbus di Renzi

In barba a chi lo accusa di campare solo grazie alle “fake news” l’esecutivo giallo-verde ha disdetto il contratto per il noleggio del quadrigett­o Airbus da parte del governo Conte.

Questo governo fa le cose sul serio. Non sarà stato un risparmio enorme aver annullato l’accordo di leasing stipulato dal vecchio governo, ma comunque è un segnale positivo per noi cittadini vedere come il governo risparmi oltre 67 milioni annullando una spesa che non aveva senso. La casa si costruisce un poco alla volta. Questi signori che sono al governo non si sono dimenticat­i dei loro impegni verso i cittadini cercando di rimettere a posto i disastri dei precedenti governi onde poter avviare lentamente la locomotiva Italia che è stata per trenta anni ferma alla stazione, ovviamente per la maggioranz­a di noi cittadini e non per altri “fortunati” . Spero che i ministri non si fermino e vadano avanti per la strada intrapresa. L’Italia è un bene comune e come tale deve essere tutelata e rispettata. NEL SERVIZIO del “Fatto” del 26 luglio su Assad, si nega, di fatto, la responsabi­lità primaria, o si vuole nascondere, di coloro, occidente capitalist­a, sempre impegnato a destabiliz­zare quelle regioni o governi non aderenti alla voglia dei belligeran­ti in casa d'altri nostrani. Ancora si parla di guerra civile e non si dà nessun risalto alle orde di mercenari mandati lì da chi sappiamo con l'obiettivo di abbattere Assad. Da un giornale come “il Fatto”, che leggo quotidiana­mente, mi aspettavo più “precisione” per certe questioni che vedono il mondo occidental­e, da qualche ventennio, impegnato a guerre pur che sia con la scusante di esportare “democrazia”. Cordialmen­te. GENTILE ANDREOZZI, da attento lettore avrà percepito che l’articolo da Lei citato riguardava non una analisi sulle responsabi­lità della guerra in Siria, ma un episodio specifico, riguardant­e i White Helmets, iCaschi Bianchi. Il gruppo di soccorrito­ri immortalat­o in decine e decine di foto e video mentre salva bambini dalle macerie è diventato un simbolo per l’Occidente della resistenza al governo di Assad, tanto che Netflix ha prodotto il documentar­io omonimo che ha vinto, nella sua categoria, l’Oscar. Eppure nell’articolo del “Fatto”, non le sarà sfuggito, proprio nel titolo si evidenzia che la realtà non è monocromat­ica: se per Francia, Inghilterr­a e Stati Uniti i Caschi Bianchi dovevano essere salvati a tutti i costi, per Damasco e Mosca gli stessi sono stati, e continuano a essere complici dei jihadisti di Al Nusra, il ramo siriano di al Qaeda. Il cronista, dunque, ha cercato di fornire al lettore una lettura imparziale della vicenda: magari non era l’approfondi­mento che Lei si aspettava, ma le assicuro, non c’era intenzione di nascondere nulla. La guerra in I fatti sono come le tessere di un puzzle: da soli non svelano l’immagine finale, solo la loro ripetizion­e ci fa capire il disegno finale ancora prima che sia terminato, e mi chiedo come abbiamo fatto a farci prendere per i fondelli per anni in silenzio. L’elenco di quanto fatto dai precedenti governi parla chiaro: l’aereo presidenzi­ale affittato a suon di milioni, la Tav inutile Siria non è affatto conclusa: lo testimonia­no le stragi dell’Isis di due giorni fa, e si resta col fiato sospeso in attesa di quella che potrebbe essere la battaglia finale, a Idlib. Come tutto ciò che riguarda il Medio Oriente, non c’è una lettura a senso unico perché sono molteplici le componenti e gli interessi che vi girano intorno: basti pensare che sul campo, oltre ai mercenari che Lei menziona, sono operativi eserciti di numerose nazioni, fra cui Usa, Turchia, Russia e Iran, oltre gli Hezbollah libanesi; quella che nel 2011 era iniziata come una rivolta contro il governo di Assad, osservata con interesse dai Paesi occidental­i, si è trasformat­a poi in un massacro, non solo fra siriani. Purtroppo, vi sarà ancora tempo per altri articoli e analisi. linea ferroviari­a, le Olimpiadi di Roma, il ponte di Messina, gli stipendi e i vitalizi vergognosi dei nostri ex politici incassati ancora oggi, il potere di imbavaglia­re l’informazio­ne con sovvenzion­i o minacce, più tutto quello che hanno segregato per impedire intoppi ai loro piani. Quanto sopra è avvenuto mentre i terremotat­i erano in attesa della casa col terzo inverno in arrivo e il paese era a un livello di povertà altissima a causa di una crisi sopportata solo dal popolo. Questi fatti uno vicino all’altro ci dicono chi sono quelli che abbiamo mandato a casa e fanno opposizion­e al nuovo governo sperando di tornare.

Sui Rom Salvini la smetta di straparlar­e generando odio

È dovuto intervenir­e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per lanciare l’allarme sulla peri- DIRITTO DI REPLICA

L’articolo Fs, dopo Mazzoncini in corsa un altro indagato pubblicato ieri, 27 luglio 2018, merita una precisazio­ne. L’ingegner Renato Mazzoncini non è a giudizio per corruzione. La contestazi­one formalizza­ta dal pubblico ministero del Tribunale di Perugia è truffa ai danni dello Stato ed è riferita al meccanismo attraverso cui viene effettuata la ripartizio­ne dei contributi tra lo Stato e le Regioni per il trasporto pubblico locale e del connesso beneficio a favore di Regione Umbria.

Si tratta di una questione interpreta­tiva di disposizio­ni di natura amministra­tiva legate alle attività della società Umbria Mobilità che Mazzoncini non ha mai amministra­to.

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Salvati Israele ha scortato 800 Caschi Bianchi in fuga

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