Il Fatto Quotidiano

Nostalgia canaglia: Nazionale in festa con il coro Ustascia

A volte ritornano A Zagabria, dopo la finale mondiale, saluti e canti fascisti durante l’esibizione del cantante Perkovic

- » MASSIMO FILIPPONI

Il suo gruppo l'ha chiamato Thompson, come il mitra americano che ha utilizzato durante la guerra nell'ex Jugoslavia agli inizi degli anni 90. Marko Perkovic è un cantante rock famosissim­o in Croazia per le sue idee di estrema destra e per il gran numero di fan che lo seguono nei concerti. Le sue canzoni fanno apertament­e riferiment­o al nazionalis­mo più spinto e si identifica­no con i valori degli Ustascia, il movimento fascista croato attivo durante la seconda guerra mondiale. Gli Ustascia, alleati di Hitler e Mussolini, sterminaro­no un gran numero di serbi (circa 500 mila), ebrei e rom. Il campo di concentram­ento di Jasenovac, citato da Perkovic in una sua canzone, è stato tra i più attivi.

Molti dei ragazzi che accorrono ai concerti dei Thompson, intonano le sue canzoni anche allo stadio. E non solo: l'ex ct Slaven Bilic dichiarò che, per caricare i suoi giocatori, durante l'intervallo di un match di Euro 2008 fece cantare negli spogliatoi una canzone – da lui stesse definita “nazista”– di Marko Perkovic. Ma in Croazia quando nazionalis­mo e Nazionale vengono a contatto, prende forma una pericolosa zona grigia.

L'ESALTAZION­E per i risultati sportivi porta con sé un sentimento di violenta affermazio­ne. Tutti coloro che confondono la squadra con lo squadrismo, la difesa della rete con la difesa della razza, il campo di gioco con il campo di battaglia, interpreta­no una delirante similitudi­ne tra football e conflitto bellico. Non a caso il primo presidente croato dopo l'indi- pendenza, Franjo Tudjman (per molti osservator­i internazio­nali reo di pulizia etnica), affermò che “le vittorie calcistich­e danno forma all'identità nazionale tanto quanto fanno le guerre”.

Alcuni episodi hanno caratteriz­zato la recente storia calcistica croata. A novembre del 2013 il difensore Josip Šimunic, al termine della partita di spareggio per l'accesso ai Mondiali brasiliani vinta contro l'Islanda, aizzò il pubblico dello stadio Maksimir di Zagabria (teatro nel ‘90 degli incidenti durante Dinamo-Stella Rossa Belgrado che determinar­ono l'inizio del conflitto) e con un microfono in mano urlò agli spettatori: “Za dom?” (“Per la patria?”) sentendosi rispondere in massa dalle gradinate “Spremni! ” (“Pronti”). Ossia il motto con cui gli Ustascia rispondeva­no ai comandi. Šimunic fu multato dalla federazion­e croata mentre la Fifa lo squalificò per 10 giornate.

NEL 2015, a giugno, si giocò Croazia-Italia per le qualificaz­ioni agli Europei del 2016. I calciatori delle due squadre si affrontaro­no allo stadio di Spalato in un clima surreale: sugli spalti c'era il vuoto perché l'Uefa aveva stabilito le porte chiuse come sanzione per i cori razzisti nel precedente match ( contro la Norvegia); sul prato verde campeggia invece un’enorme svastica perfettame­nte rasata in una zona d'erba tra un'area di rigore e il centrocamp­o. Per questo arriverà la penalizzaz­ione di un punto in classifica.

Tre anni più tardi per una parte dei tifosi croati le imprese della Nazionale biancoross­a ai Mondiali di Russia, chiusi al secondo posto (massimo risultato mai raggiunto dalla Croazia), hanno comportato un ulteriore rigurgito di nazionalis­mo. I festeggiam­enti per il ritorno a Zagabria di Modric e compagni si sono trasformat­i in un evento dalla forte connotazio­ne politica. Per questo non a caso è apparso Marko Perkovic sul bus che portava i calciatori croati dall'aeroporto al centro di Zagabria, con mezzo milione di persone disseminat­e per le vie della città, e poi confluite nella piazza principale per assistere al concerto dei Thompson. Mentre Perkovic si esibiva, alcuni fan hanno mostrato il saluto nazista esponendo anche simboli inneggiant­i agli Ustascia.

Per Tanya Domi, studiosa dell'area balcanica all'Istituto Harriman della Columbia University, “il nazionalis­mo strumental­izzato nello sport, specialmen­te il calcio, è sempre stato centrale nell'emergente identità della Croazia, forgiata nella sua guerra di indipenden­za dei primi anni 90. Non è perciò una sorpresa che sia stato incluso Perkovic nella festa”.

Il nazi-rocker sostiene che a invitarlo siano stati i calciatori stessi, secondo altri sarebbe stata la federazion­e a sceglierlo come “ospite d'onore”. Una scelta criticata dal Centro Simon Wiesenthal, celebre per aver dato la caccia in tutto il mondo ai nazisti dopo la Seconda guerra mondiale. Secondo Efraim Zuroff, ultimo ‘sceriffo’ anti nazi, “Perkovic non dovrebbe essere un ospite d'onore in nessun luogo”.

Nazi-rocker Il Centro Wiesenthal: un personaggi­o simile non dovrebbe mai essere ospite d’onore

 ?? LaPresse ?? Calcio e politica La Nazionale croata a Zagabria festeggia il secondo posto ai Mondiali di Russia
LaPresse Calcio e politica La Nazionale croata a Zagabria festeggia il secondo posto ai Mondiali di Russia

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