Tra piazze e centri sociali alla ricerca della Sinistra
Che fare? Dopo il crollo del Partito democratico e i cespuglietti rossi ridotti all’inconsistenza i diversi tentativi di ripartenza da Nord a Sud, dall’associazionismo a nuovi progetti politici
Le magliette rosse, “Non una di meno”, i No Tav e i loro “cugini”, i dissidenti del Pd, il modello Riace e il progetto di De Magistris per le Europee 2019 Ma Cofferati spiega: “Serve alleanza sindacati-ong”
all’anomalia del dopoguerra quando l’Italia era il paese con il più grande partito comunista d’occidente, siamo all’anomalia opposta: quella del paese senza sinistra.
L’assenza di idee e di iniziativa di quella che è stata la sinistra italiana è sotto gli occhi di tutti. La cecità e l’arroganza del gruppo dirigente del Pd hanno dato il colpo di grazia a una situazione provocata dai gruppi dirigenti storici e che sembra irrecuperabile perché quello che è evidente a tutti – il Pd deve azzerare e cancellare le facce e le idee degli ultimi dieci-venti anni – è indigesto e osteggiato da chi sta assiso al vertice di quel partito.
A sinistra del Pd purtroppo si verifica una contraddizione ricorrente. Nata per essere l’alternativa al grande corpaccione riformista, la sinistra più radicale alla fine ne segue i destini quasi sempre rovinosi. È accaduto alla “Nuova sinistra” negli anni 70, poi a Rifondazione comunista negli anni 90 e 2000, è successo di nuovo agli improbabili leader di Liberi e uguali. Il problema è che perché esistano “due sinistre” ne serve almeno una. Oggi quella sini- stra non esiste nelle idee – si guardino i commenti su Sergio Marchionne – e non esiste nella società, se non in forme parziali e sempre più esili.
La sinistra non si rappresenta nemmeno tramite il sindacato il quale, senza politica, appare muto e senza argomenti. Quando i sindacalisti hanno provato a fare il salto in politica hanno sostanzialmente fallito. L’unico che poteva realizzare un progetto di ampio respiro, Sergio Cofferati, non ci ha nemmeno provato, e dopo di lui stessa sorte è toccata a Maurizio Landini oggi impegnato nella corsa alla leadership della Cgil.
Eppure il sindacato sembrerebbe avere numeri e forza per svolgere almeno un ruolo di surroga sociale, visto che sarebbe innaturale la sua trasformazione in partito. In altri tempi la Cgil avrebbe indetto lo sciopero contro le “sparate” di Salvini. Oggi tace. L’anomalia italiana quindi è complessa e non sembra mostrare una via di uscita. Quello che possiamo fare e mostrare alcune esperienze “esemplari”, timide resistenze e tentativi di ripartenza. Fragili e generosi, ma che hanno bisogno di un evento costituente di cui oggi non si vede traccia.