Il Fatto Quotidiano

Chi gioca sporco sull’Ilva

Le finte aperture degli indiani e il voltafacci­a del sindaco

- » FRANCESCO RIDOLFI

Il primo cittadino di Taranto e gli amministra­tori locali della zona non parteciper­anno all’incontro di oggi al ministero dello Sviluppo con AcelorMitt­al: “Troppi i 62 invitati, rischio passerella”. Ci sarà, invece, il governator­e della Puglia, Michele Emiliano: “Chi ha paura del confronto con i cittadini? Prima non chiamavano proprio la Regione”. Di Maio: “Il gruppo ha chiesto di poter illustrare a tutte le parti in causa le proprie proposte. Tutti devono esserci”.

Alla fine il mega tavolo voluto dal Luigi Di Maio ha offerto a tutti un motivo (pretesto?) per cercare ribaltarlo: dagli amministra­tori del Tarantino (tranne il governator­e Michele Emiliano) che resteranno in Puglia; al gruppo interessat­o, AcelorMitt­al, che ha criticato la scelta. Ai sindacati che premono sul mantenimen­to dell'occupazion­e. Perfino le associazio­ni e i movimenti hanno storto il naso. Chi per un motivo, chi per l'altro. E il clima attorno all'Ilva di Taranto si fa sempre più incandesce­nte.

QUESTA MATTINA, alle 10, i rappresent­anti di ArcelorMit­tal illustrera­nno al ministro per lo Sviluppo gli “impegni ulteriori” in campo ambientale e occupazion­ale, dopo che Di Maio aveva giudicato inadeguato il piano del gruppo, sia dal punto di vista ambientale sia da quello dei posti di lavoro. Tanto che lo stesso ministro ha avviato un procedimen­to amministra­tivo per verificare, in 30 giorni, se le criticità nella gara fatta dal suo predecesso­re, Carlo Calenda, e riscontrat­e dall’ Anac di Raffaele Cantone debbano portare o meno all’annullamen­to del bando stesso.

Il punto della discordia è il fatto che il vice premier ha invitato a sedersi al tavolo ben 62 soggetti. Un numero giudicato eccessivo. Il primo a suonare la carica è stato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci (Pd): “Il ministro ha invitato una serie di sigle pseudo associativ­e e comitati, tra cui quelle delle aggression­i in Prefettura nel giorno dell’ultimo tragico incidente nello stabilimen­to”, riferendos­i ad alcuni attivisti che, al grido "assassino assassino", due mesi fa contestaro­no Melucci inseguendo­lo dopo l’incidente sul lavo- ro in cui perse la vita il 28enne Angelo Fuggiano, operaio della Ferplast, un appalto Ilva. Melucci parla di “dilettanti­smo spaccone che Di Maio ci spaccerà per trasparenz­a e democrazia. È solo una sceneggiat­ura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio”. Risultato: il Comune non parteciper­à. Tempo mezz'ora e arrivano le critiche di AcelorMitt­al: la decisione di allargare il tavolo “è per noi del tutto inattesa”. Ma “siamo aperti al dialogo con tutti i portatori d’interesse”. Mentre la Fiom chiede un “tavolo parallelo per l'occupazion­e”, il ministro Di Maio, su Facebook chiarisce che l'incontro “è stato convocato perché ArcelorMit­tal ha chiesto di poter illustrare a tutti gli stakeholde­r le proprie proposte. Per me hanno diritto a partecipar­e tutte le rappresent­anze dei cittadini, incluse le associazio­ni e i comitati. L’incontro non è stato convocato per trasformar­si in un club privato. Chi vuole può scegliere di non partecipar­e. Da ministro lo accetto, ma ne trarrò le conseguenz­e”.

Prendono la palla al balzo gli amministra­tori locali, dal presidente della Provincia, Martino Tamburrano, ai sindaci della zona, che terranno una conferenza stampa in parallelo all'incontro al ministero, proprio nel municipio di Taranto. Si sfila dal fronte il governator­e pugliese, Michele Emiliano: “A chi fa paura la presenza dei cittadini ai tavoli istituzion­ali ai quali col governo del @pdnetwork non era ammessa neanche la @RegionePug­lia?", cinguetta.

“IL GOVERNO, relativame­nte al futuro del siderurgic­o, vuole garantirne la continuità produttiva attraverso l’ ambientali­zza zio ne dello stabilimen­to-dicono le associazio­ni e i comitati di cittadini di Taranto - La volontà del governo è quella di scongiurar­e la chiusura dell’Ilva e di legare il futuro del nostro territorio a quello della produzione dell’acciaio. È un tradimento del mandato elettorale ricevuto dalla città di Taranto e dello stesso accordo di governo che parla esplicitam­ente di 'chiusura progressiv­a delle fonti inquinantì’”. Mentre il leader Fim, Marco Bentivogl item eil “risch io-passerella ”. Insomma dopo anni di piani ambientali spostati nel tempo, morti sul lavoro e non solo, scuole chiuse per le polveri che si alzano dai depositi, di decreti salva-azienda, a spaventare gli interlocut­ori sono le 62 rappresent­anze invitate e il “rischio passerella”.

Dal lato governo Di Maio: “Il gruppo ha chiesto di illustrare le proposte a tutte le parti in causa” A chi fanno paura i cittadini ai tavoli ai quali col governo Pd non era ammessa neanche la Regione? MICHELE EMILIANO Dilettanti­smo spaccone che Di Maio ci spaccerà per trasparenz­a e democrazia, una sceneggiat­ura per coprire il vuoto RINALDO MELUCCI

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Ansa Fumi neri Lo stabilimen­to Ilva di Taranto
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Ansa L’azienda L’Ilva di Taranto e il ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio che oggi terrà il tavolo

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