Chi gioca sporco sull’Ilva
Le finte aperture degli indiani e il voltafaccia del sindaco
Il primo cittadino di Taranto e gli amministratori locali della zona non parteciperanno all’incontro di oggi al ministero dello Sviluppo con AcelorMittal: “Troppi i 62 invitati, rischio passerella”. Ci sarà, invece, il governatore della Puglia, Michele Emiliano: “Chi ha paura del confronto con i cittadini? Prima non chiamavano proprio la Regione”. Di Maio: “Il gruppo ha chiesto di poter illustrare a tutte le parti in causa le proprie proposte. Tutti devono esserci”.
Alla fine il mega tavolo voluto dal Luigi Di Maio ha offerto a tutti un motivo (pretesto?) per cercare ribaltarlo: dagli amministratori del Tarantino (tranne il governatore Michele Emiliano) che resteranno in Puglia; al gruppo interessato, AcelorMittal, che ha criticato la scelta. Ai sindacati che premono sul mantenimento dell'occupazione. Perfino le associazioni e i movimenti hanno storto il naso. Chi per un motivo, chi per l'altro. E il clima attorno all'Ilva di Taranto si fa sempre più incandescente.
QUESTA MATTINA, alle 10, i rappresentanti di ArcelorMittal illustreranno al ministro per lo Sviluppo gli “impegni ulteriori” in campo ambientale e occupazionale, dopo che Di Maio aveva giudicato inadeguato il piano del gruppo, sia dal punto di vista ambientale sia da quello dei posti di lavoro. Tanto che lo stesso ministro ha avviato un procedimento amministrativo per verificare, in 30 giorni, se le criticità nella gara fatta dal suo predecessore, Carlo Calenda, e riscontrate dall’ Anac di Raffaele Cantone debbano portare o meno all’annullamento del bando stesso.
Il punto della discordia è il fatto che il vice premier ha invitato a sedersi al tavolo ben 62 soggetti. Un numero giudicato eccessivo. Il primo a suonare la carica è stato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci (Pd): “Il ministro ha invitato una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra cui quelle delle aggressioni in Prefettura nel giorno dell’ultimo tragico incidente nello stabilimento”, riferendosi ad alcuni attivisti che, al grido "assassino assassino", due mesi fa contestarono Melucci inseguendolo dopo l’incidente sul lavo- ro in cui perse la vita il 28enne Angelo Fuggiano, operaio della Ferplast, un appalto Ilva. Melucci parla di “dilettantismo spaccone che Di Maio ci spaccerà per trasparenza e democrazia. È solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio”. Risultato: il Comune non parteciperà. Tempo mezz'ora e arrivano le critiche di AcelorMittal: la decisione di allargare il tavolo “è per noi del tutto inattesa”. Ma “siamo aperti al dialogo con tutti i portatori d’interesse”. Mentre la Fiom chiede un “tavolo parallelo per l'occupazione”, il ministro Di Maio, su Facebook chiarisce che l'incontro “è stato convocato perché ArcelorMittal ha chiesto di poter illustrare a tutti gli stakeholder le proprie proposte. Per me hanno diritto a partecipare tutte le rappresentanze dei cittadini, incluse le associazioni e i comitati. L’incontro non è stato convocato per trasformarsi in un club privato. Chi vuole può scegliere di non partecipare. Da ministro lo accetto, ma ne trarrò le conseguenze”.
Prendono la palla al balzo gli amministratori locali, dal presidente della Provincia, Martino Tamburrano, ai sindaci della zona, che terranno una conferenza stampa in parallelo all'incontro al ministero, proprio nel municipio di Taranto. Si sfila dal fronte il governatore pugliese, Michele Emiliano: “A chi fa paura la presenza dei cittadini ai tavoli istituzionali ai quali col governo del @pdnetwork non era ammessa neanche la @RegionePuglia?", cinguetta.
“IL GOVERNO, relativamente al futuro del siderurgico, vuole garantirne la continuità produttiva attraverso l’ ambientalizza zio ne dello stabilimento-dicono le associazioni e i comitati di cittadini di Taranto - La volontà del governo è quella di scongiurare la chiusura dell’Ilva e di legare il futuro del nostro territorio a quello della produzione dell’acciaio. È un tradimento del mandato elettorale ricevuto dalla città di Taranto e dello stesso accordo di governo che parla esplicitamente di 'chiusura progressiva delle fonti inquinantì’”. Mentre il leader Fim, Marco Bentivogl item eil “risch io-passerella ”. Insomma dopo anni di piani ambientali spostati nel tempo, morti sul lavoro e non solo, scuole chiuse per le polveri che si alzano dai depositi, di decreti salva-azienda, a spaventare gli interlocutori sono le 62 rappresentanze invitate e il “rischio passerella”.
Dal lato governo Di Maio: “Il gruppo ha chiesto di illustrare le proposte a tutte le parti in causa” A chi fanno paura i cittadini ai tavoli ai quali col governo Pd non era ammessa neanche la Regione? MICHELE EMILIANO Dilettantismo spaccone che Di Maio ci spaccerà per trasparenza e democrazia, una sceneggiatura per coprire il vuoto RINALDO MELUCCI