De Magistris prova a giocare le sue carte alle Europee 2019
Il primo a muoversi è stato Luigi de Magistris organizzando lo scorso marzo, subito dopo le elezioni politiche, un incontro senza clamori, ma con ambiziosi obiettivi, con l’ex ministro dell’Economia di Alexis Tsipras, Yannis Varoufakis. Alla conferenza stampa erano intervenuti i due leader, ma anche Lorenzo Marsili, co- fondatore di Diem25, Benoit Hamon, fondatore della francese Géneration, Marta Tycher, portavoce di Razem (Polonia), Rui Tavares, leader di Livre (Portogallo), Rasmus Nordqvist, leader di Alternative (Danimarca). Progetto: un soggetto politico europeo in grado di candidarsi, in quanto tale, alle elezioni europee del 2019.
MARSILI, per Diem25, il movimento di Varoufakis, tiene le fila in Italia e fa da punto di collegamento con l’unica figura istituzionale, il sindaco di Napoli che, al momento, sembra in grado di animare una prospettiva elettorale su scala nazionale. L’idea di De Magistris e Varoufakis per il momento resta in stand by e viaggia nelle corsie, in genere poco evidenti, del dibattito europeo e transnazionale. Da segnalare che, nel frattempo, il leader “arancione” ha strutturato un suo movimento politico, Dema, affidandone la guida a un ex dirigente della C- gil, Enrico Panini, che è anche assessore della giunta napoletana. Ma quello che è più importante è l’apertura di credito che il leader napoletano ha offerto alla lista Potere al popolo andando a parlare, lo scorso giugno, alla sua assemblea nazionale e facendo capire chiaramente che è tempo di rimettere insieme un po’ di cocci. E così subito dopo, ancora a Napoli, si è svolto un incontro tra varie realtà tra cui Dema, Potere al popolo, Rifondazione comunista, i resti della lista Altra europa per Tsipras (che in comunicato ha ricordato a tutti di possedere la titolarità di quel simbolo e che quindi potrebbe presentarsi alle elezioni senza raccogliere le firme necessarie) e, novità dell’ultima ora, Sinistra italiana guidata da Nicola Fratoianni.
Ed è proprio Fratoianni a far capire che il progetto di un polo di sinistra potrebbe prendere forma in un articolo pubblicato dall’Huffington Post in cui delinea programma e collocazione politica – “a sinistra della socialdemocrazia euro pea ” – ma soprattutto prende le distanze dalla proposta, avanzata anch’essa a luglio, dall’ex presidente della Camera, Laura Boldrini , di formare un’unica lista della sinistra italiana senza i vecchi simboli. Un modo per superare a piè pari Pd e Leu ma, di fatto, favorendone la riunificazione. Bol- drini per rafforzare questa strada ha appoggiato la formazione di una nuova associazione, Futura , il cui coordinatore è un dirigente di Sinistra italiana, Marco Furfaro e che vede tra i suoi componenti anche Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della giunta del Lazio e attivo protagonista del tentativo di Nicola Zingaretti di conquistare la leadership del Pd e ricreare un nuovo centrosinistra.
Anche mentre cerca di riunificarsi, insomma, la sinistra è destinata a creare nuove fratture, anche perché sulla linea di Boldrini sembrano intenzionati a proseguire gli ex alleati di Leu oggi raccolti in Mdp di Roberto Speranza. Il nodo di queste divaricazioni è sempre lo stesso: allearsi con il Pd o fargli la guerra? E come ipotizzare alleanze con un Pd in cui è ancora forte la stretta di Matteo Renzi? Il progetto di De Magistris punta, come già fatto a Napoli, a coinvolgere anche strutture non di partito, centri sociali, associazioni, comitati ambientalisti. Le prime riunioni fuori Napoli sono state già organizzate e si confida nella capacità di aspirazione della diaspora che non ha più punti di riferimento. L’ipotesi del “quarto polo” a sinistra è stata già ventilata più volte negli ultimi anni, sin dai tempi della lista Ingroia. In genere non ha portato bene. Vista la situazione odierna, stavolta non dovrebbe andare peggio.