Il Fatto Quotidiano

Alt network marketing “Mi sono illusa e ho speso un sacco di soldi in pillole”

- S.

CARA SELVAGGIA, dopo aver letto il tuo articolo su Juice Plus ho deciso di scriverti. Mi chiamo S., mamma di 3 bimbi. Un anno fa, su Fb, ho iniziato a vedere i post di una mia amica del tipo: “Mangio quello che voglio e non prendo un etto, chiedimi come!”, con allegate fotografie di “trasformaz­ioni” di persone da sovrappeso a magre. Come tutte avevo quei due o tre kg che credevo di dover perdere, quindi contatto la mia amica che mi propone dei prodotti da acquistare. Io ero disoccupat­a, e avendo 3 bimbi e scarse disponibil­ità pensavo di rifiutare, dato che il costo del pacchetto scelto era di 150 euro al mese per 4 mesi. Rendendola partecipe dei miei problemi scatta la proposta: “Ma perché non lavori con me! Anch’io sono a casa coi bimbi e con questo lavoro riesco ad essere indipenden­te, poche ore al giorno con il cellulare e contribuis­co alla famiglia!”. Allora decido di fare un sacrificio e acquisto il pacchetto più costoso più la quota di iscrizione pari a 60 euro, e vengo quindi inserita nella chat di gruppo delle venditrici. Tutte carine “Oh tesoro, amore, benvenuta, volerai con noi!”. La responsabi­le della chat parla delle riunioni on line e mi passa dei fascicoli riguardo allo svolgiment­o del lavoro, che è sui social, dove darai la tua testimonia­nza sui prodotti, sulla tua evoluzione da bruco a farfalla, farai vedere che sei dentro a un miracolo. Ovviamente obbligator­io partecipar­e alle riunioni della durata di ore, fare post a pagamento su Fb e postare almeno 5 volte al giorno. E soprattutt­o, bisogna partecipar­e agli eventi. Non solo quelli della ditta, ma anche e soprattutt­o quelli degli Unstoppabl­e , ovvero il gruppo dei venditori di cui facevo parte. “Se non vai e ti lamenti perché non hai risultati, cara mia, è per quello! Chi non si forma si ferma! Partecipar­e agli eventi è d’obbligo se vuoi fare parte degli Unstoppabl­e !”. Questi eventi sono semplici lavaggi del cervello, persone che ora sono president (il grado più alto del fatturato) che raccontano le loro storie e tu che sei una misera disoccupat­a con bollette e spese da pagare ti senti così piccola ma sogni, sogni te sul palco, sogni te con una vita più facile e puoi farcela se ci credi perché “stai assistendo al miracolo”. Biglietto circa 70 euro, la stanza altri 100, il treno 50, tutto moltiplica­to per 4 volte l’anno. Il lavoro non é semplice: devo reclutare nuovi venditori, perché con le mere vendite guadagni poco o nulla. Per fare entrare le persone come venditori devi vendere il pacchetto da 150 euro al mese per 4 mesi. È importante reclutarne di nuovi tutti i mesi perché le qualifiche (cioè il tuo livello di provvigion­i) ogni mese si azzera e se non ripeti la tua performanc­e non avrai il bonus minimo, e io non l’ho mai raggiunto. Per un po’ reggo e fingo, creo post felici, frasi fatte, sbatto tutta la mia vita su Facebook, figli compresi. Continuavo a spendere, perché “se non consumi la gente se ne accorge! Se non usi le pillole premium si vede!”. Ci credevo davvero, mi ci vedevo alle Maldive a chattare sopra un fenicotter­o gonfiabile, e con tutti questi soldi spesi tra pillole e inserzioni Facebook qualche vacanza fatta bene me la sarei pure fatta. Mollo. Solitudine totale. È la tua punizione, devi sentirti una sfigata, una nullità. L’autostima va a zero. Allora sparisco dai social e ricomincio a vivere. CARA S. ho scelto la tua testimonia­nza perché è il prototipo di quelle che ricevo, a decine e decine, tutti i giorni. Uno studio americano rivela che la percentual­e di quelli che guadagnano qualcosa (qualcosa, non molto) col network marketing, qualsiasi azienda sia, è inferiore allo 0,5%. Quindi coraggio, sei stata solo illusa. E nel modo più bieco.

Barcellona in aereo, ma che parità di genere

Ciao Selvaggia, sulla settimanal­e polemica circa la tournèe americana della squadra di calcio del Barcellona, con il team maschile, Messi e compagni, in business class e quello femminile in economy e gli strali femministi e le vesti stracciate, io vorrei lasciare da parte tutte le questio- ni che riguardano i massimi sistemi, la morale e lo spirito dei tempi per concentrar­mi su un dato: la squadra maschile gioca in uno stadio da 100.000 posti, quella femminile 1.400. La squadra maschile ha vinto 89 trofei, quella femminile 9. La squadra maschile di calcio ha fatto registrare un utile lordo di 120 milioni di euro l’anno scorso, mentre tutte le altre squadre della polisporti­va (compresa quindi quella di calcio femminile) una perdita complessiv­a di milioni 82.

Siamo sicuri che sia un discorso di mancata parità di genere? MAURIZIO Caro Maurizio, no. no. Anche perché ho appena scoperto quanto dovrei spendere per avere un upgrade in business sul mio prossimo volo transocean­ico.

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» SELVAGGIA LUCARELLI

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