“Brizzi va archiviato, gli sms delle ragazze lo scagionano”
Accusato di violenza sessuale, la Procura di Roma chiede l’archiviazione: “Il fatto non sussiste”. I messaggi con una ragazza che gli rimprovera la mancata dedica su un libro
■ Le tre denunce presentate contro il regista probabilmente non arriveranno in Tribunale. La Procura non vede atti sessuali compiuti con violenza, minaccia o abuso di autorità
Ci sono anche alcuni messaggi scambiati con un’aspirante attrice a scagionare Fausto Brizzi dalla pesante accusa di violenza sessuale. La Procura di Roma infatti per il regista ha chiesto l’archiviazione perchè “il fatto non sussiste”. Insomma secondo gli investigatori non ci sono mai stati neanche ipotetici atti sessuali, compiuti con violenza, minaccia o abuso di autorità.
A SPORGERE denuncia contro Brizzi sono state tre ragazze. In due casi l’esposto è stato depositato oltre i termini previsti dalla legge, ossia quando ormai erano passati più di sei mesi dai presunti abusi denunciati, risalenti al 2015 e 2016. In un solo caso invece una ragazza ha parlato di episodi che nella sua denuncia (per i magistrati non fondata) sarebbero avvenuti ad agosto 2017. Ed è proprio lei che consegna ai pm titolari dell’inchiesta, Maria Monteleone e Francesca Passaniti, dei messaggi scambiati con il regista. Un autogol o un gesto di onestà. I toni tra i due infatti sono cordiali.
In un caso la giovane (che avrebbe incontrato il regista un paio di volte) scrive di essersi risentita perchè su alcuni libri regalatogli da Brizzi mancava una dedica. Un rimprovero che, secondo gli investigatori, è poco compatibile con una denuncia per violenza sessuale. Come questa ragazza, anche le altre due sono state sentite dai pm che dopo le loro deposizioni hanno disposto approfonditi accertamenti. Ad a- prile scorso invece si è tenuto l’interrogatorio di Brizzi, il quale avrebbe fornito una serie di chiarimenti.
ADESSO sarà il gip a decidere se assecondare la richiesta dei magistrati capitolini, convinti che “il fatto non sussiste”. Neanche nel caso delle due denunce depositate oltre i termini di legge: nonostante ciò, sono stati fatti i riscontri, ma nulla è stato provato.
Il regista, autore tra gli altri di Notte prima degli esami – su ll’onda della vicenda del produttore Harvey Weinstein, che ha scatenato il movimento #meeto – era finito al centro delle polemiche nell’ottobre del 2017, quando l’ex iena Dino Giarrusso (ex candidato all’unin omin ale M5S) ha raccolto le testimonianze di alcune ragazze che raccontavano di presunti abusi. Nella maggior parte dei casi, i volti delle giovani erano coperti e le voci camuffate, ma le storie di cui parlavano avevano dei tratti in comune compresa l’esistenza di una casa con una Jacuzzi piazzata nel salotto. Alcune poi ci hanno messo la faccia.
Inizialmente il nome di Brizzi non viene rivelato da Le Iene, si parlava genericamente di un “regista cinquantenne”. Poi però il suo nome è finito sulla stampa. Brizzi ha sempre respinto le accuse, annunciando anche di procedere “in ogni opportuna sede nei confronti di chiunque abbia affermato e affermi il contrario. In via precauzionale, e per evitare strumentalizzazioni, ho sospeso tutte le mie attività lavorative e imprenditoriali”, aveva fatto sapere in una nota. E alla fine la Warner Bros decise anche di togliere la sua firma dal film, che sarebbe dovuto uscire di lì a poco, “Poveri ma ricchissimi”, in programma nelle sale per Natale scorso. Poi il produttore Luca Barbareschi ha annunciato di aver messo sotto contratto per tre anni Brizzi, che tornerà sul set nelle prossime settimane per girare il nuovo film “Modalità aereo”.
DINO GIARRUSSO, che con la candidatura ha lasciato Le Iene , non fa un passo indietro: “Abbiamo raccolto quindici testimonianze di ragazze che non si conoscevano tra di loro – spiega al Fatto – eppure raccontavano molestie avvenute con modalità molto simili. Nessuna è stata mai smentita, nemmeno una loro parola è stata smentita, sia chiaro. La Procura ha chiesto l’archiviazione, il che riguarda l’aspetto penale. Noi invece facciamo informazione, e abbiamo raccontato fatti incontrovertibili: 15 ragazze che raccontano d’essere andate ad un appuntamento di lavoro da un importante regista ed esser state molestate. Sono loro le vittime, ma le stiamo dimenticando. Poi nessuno ha querelato né noi né loro. Se fosse arrivata una querela, le testimonianze sarebbero state confermate in un’aula di tribunale: come mai non siamo stati querelati?”.
L’ex Iena Giarrusso rivelò il caso: “Ho raccolto 15 testimonianze, lui non mi ha denunciato”