Daisy, per i pm non c’è ancora l’aggravante della xenofobia
Nessuna aggravante legata alla xenofobia. Al momento non ci sono elementi per considerarlo un atto razzista. Questa è la linea adottata al momento dalla Procura di Torino nell’ inchiesta sull’ aggressione subita da
Daisy Osakue, la 22enne campionessa italiana di lancio del disco e del peso a cui qualcuno domenica sera ha tirato un uovo sul volto ferendola all’occhio sinistro e mettendo a rischio la sua partecipazione agli Europei di atletica.
I carabinieri del Comando provinciale di Torino hanno trasmesso ieri mattina gli atti sui primi accertamenti al sostituto procuratore Rossella Salvati e al procuratore aggiunto Patrizia Caputo che ipotizzano il reato di lesioni. Non sono infatti stati ancora chiariti del tutto i motivi dell’aggressione, anche se i carabinieri sembrano escludere il movente razzista perché nei giorni precedenti sono arrivate altre segnalazioni di lanci di uova contro persone dalla pelle bianca. “Non volevano colpire me come Daisy, volevano colpire me come ragazza di colore”, aveva dichiarato Osakue lunedì, spiegando che gli unici bersagli a quell’ora in quell’area di Moncalieri potevano essere le prostitute di origine africana.
SUL CASO ieri è intervenuto anche l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia: “Chiedo a tutti un rispetto rigoroso e convinto delle leggi e la promozione di un clima di umanità e di legalità morale e civile”, ha detto il prelato secondo il quale “questa è l’unica strada che abbiamo per allontanarci dalla paura”. Nosiglia ha anche ricordato che “Torino e il suo territorio vengono da una lunga tradizione di tolleranza e solidarietà, che ha sempre contribuito a isolare e rifiutare ogni forma di discriminazione”. Per questo ha invitato la popolazione a reagire. D’altronde ieri Avvenire , il quotidiano della Cei, aveva sulla sua prima pagina un titolo eloquente: “Vergognamoci”.