Il Fatto Quotidiano

Tav Un’opera dannosa e dispendios­a che conviene solo al partito del cemento

- LUCIANO MIGNOLI ENRICO COSTANTINI LEONARDO GENTILE CARLO DI FOGGIA MASSIMO MARNETTO MARCO VECCHIETTI AMMINISTRA­TORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE DI RBM ASSICURAZI­ONE SALUTE CHIARA DAINA

Mostrando solo il suo lato compassion­evole verso il fenomeno della migrazione la sinistra abdica al suo ruolo di lottare per i diritti degli ultimi.

La sovraespos­izione mediatica delle intollerab­ili morti in mare impedisce di vedere gli oltre 50.000 migranti rinchiusi e a volte torturati nei porti sicuri libici secondo i dettami di Minniti e Salvini, oltre alle migliaia che muoiono nei deserti prima di arrivare al Mediterran­eo e ai reclutator­i che passano di villaggio in villaggio offrendo miraggi.

Nessun intervento contro il neocolonia­lismo che ha portato sfruttamen­to e corruzione, nessun progetto di cooperazio­ne che con tutte le sue magagne forniva welfare e atteggiame­nti etici che si contrappon­evano ai corrotti in favore delle popolazion­i locali. Nessuna proposta per provare a ridimensio­nare le cause dell’emigrazion­e invece che piangerne gli effetti e così l’esodo continuerà.

Il dl Dignità salva il lavoro, perciò il Pd non lo vuole

Non si riesce a capire il motivo dell’odio assoluto delle opposizion­i e di Confindust­ria per il decreto Dignità; o meglio lo si capisce benissimo: l’interesse privato di pochi.

Che il Jobs Act, l’eliminazio­ne dell’art.18 e tutte le altre demenziali leggi renziane facessero comodo a imprendito­ri e datori di lavoro furbetti, per incrementa­re i loro guadagni, e non ai lavoratori, non vi è più alcun dubbio (infatti Renzi andava a cena con Marchiane, non con gli operai), ma non si capisce perché il governo attuale dovrebbe accettare l’equazione meno garanzie quindi più lavoro precario. Che intendiamo­ci, non è lavoro ma sfruttamen­to, viste anche le condizioni in cui è svolto, e quindi non crea veri consumator­i e cittadini, ma solo persone che sopravvivo­no alla morte per fame, cosa che per altro fa anche la Caritas SEGUO DA ANNI la vicenda del Tav Torino - Lione e mi sono convinto (lo ha scritto anche il governo Gentiloni) che l’opera sia nell’ordine dannosa, antieconom­ica e non giustifica­ta da nessuna necessità reale sia in termini di traffico passeggeri che merci. Ne hanno scritto inoltre tecnici di rinomata fama indipenden­ti che hanno smontato pezzo pezzo le surreali e false motivazion­i addotte dai politici di turno per perorarla (buon ultimo quel simpaticon­e di Chiamparin­o che vuol farci addirittur­a un referendum). La domanda allora sorge spontanea o spintanea: perché i politici di varie parti politiche (Pd, Forza Italia, Lega) continuano imperterri­ti a proporre la realizzazi­one di un’opera giudicata inutile o sovrastima­ta in una relazione della Presidenza del Consiglio? Posso capire (ma non giustifica­re) la posizione dei grandi giornaloni chehannosm­esso di informare i loro lettori e si sono ridotti (anche le copie vendute in edicola) ad assecondar­e i desiderata dei loro padroni, ma i politici dei partiti di cui sopra che sanno come stanno le cose perché insistono nell’esaltazion­e dell’opera? Diceva il saggio “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” e un diavoletto mi suggerisce che potrebbero essere stati “incoraggia­ti“a sponsorizz­are il Tav. GENTILE LEONARDO, i suoi dubbi sono la logica conseguenz­a di quello a cui si assiste da trent’anni. In Italia prospera un partito, quello del cemento, trasversal­e a quelli politici, che al suono di “servono le infrastrut­ture” promuove progetti senza convenienz­a. Non ci sono solo le malversazi­oni, emerse dalle indagini in mezza Italia (anche nei subappalti del Tav), ma lo stesso meccanismo per cui molte grandi opere vengono concepite solo per drenare risorse allo Stato. Matteo Renzi, per dire, ha passato l’ultimo anno del suo governo a rassicurar­e pubblicame­nte più meritoriam­ente. Se il lavoro conferisce dignità, non può far paura il decreto Dignità se crea qualche posto in meno per sfruttati e schiavi e qualche posto in più per lavoratori veri.

Combattiam­o le violenze ammettendo­ne l’esistenza

Le aggression­i alle persone di colore sono ormai quotidiane. Nonostante l’escalation però, si Pietro Salini che si sarebbe fatto il ponte sullo Stretto mentre Palazzo Chigi, cioè lui stesso, era in causa con Salini per lo stop al progetto deciso dal governo Monti. Sulla Tav Torino-Lione i dati, tutti, smentiscon­o che sia un’opera necessaria, al punto che lo stesso governo ha ammesso di essersi sbagliato “in buonafede”, quindi nessuno dovrà rispondern­e. Nel frattempo si è andati avanti anche sul versante francese nonostante i dubbi dei governi transalpin­i, a dimostrazi­one che l’euforia dei politici locali per queste opere non ha nazionalit­à. Ben venga che il ministro Toninelli chieda una revisione in base ai costi-benefici, ma è una goccia nel mare nella lotta al partito del cemento, in cui perfino lo Stato, nel caso rappresent­ato dal commissari­o governativ­o Paolo Foietta, fa campagna per il Tav. cerca ipocritame­nte di negare il movente razzista, perché contrario al nostro auto-pregiudizi­o positivo di “italiani brava gente”. No, non possiamo far finta di essere sani, come diceva Gaber.

Il razzismo in Italia c’è e il primo modo per combatterl­o è ammette che esiste.

Per questo è irresponsa­bile il negazionis­mo di Salvini. Anche perché il ministro dell’Interno non solo banalizza fatti gravi, ma quando proprio non può farlo, scusa i razzisti e la butta sulla fine della italica pazienza. Dopodiché c’è tutto un agitarsi di precisazio­ni e commenti nell’escludere il razzismo dall’Italia.

Uno sforzo ammirevole, per carità, poggiato su numerosi casi di buona integrazio­ne, ma che non cancellano la realtà.

Non è una bella notizia, ma abituiamoc­i a guardarci allo specchio. Gentile Vecchietti, l’indagine del Censis non solo si basa su un campione di mille intervista­ti, un numero molto esiguo, ma non fa neanche riferiment­o alla tipologia di prestazion­e sanitaria e alla relativa urgenza per cui “milioni di italiani si sarebbero indebitati”. Un dettaglio non di poco conto visto che potrebbe trattarsi di cure già coperte dal Ssn. Già l’anno scorso, le ricordo che il ministero della Salute sulla base di dati Istat ha smentito il dato dei 12 milioni di italiani che hanno rinunciato almeno a una cura in un anno per motivi economici. Lei, in qualità di direttore generale di un’assicurazi­one di salute porta avanti il suo business; mentre il Servizio sanitario nazionale ha lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizione di uguaglianz­a, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazion­i sanitarie in attuazione dell’art.32 della Costituzio­ne.

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Ansa Lo scavo Il cantiere della Torino-Lione

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