Tav Un’opera dannosa e dispendiosa che conviene solo al partito del cemento
Mostrando solo il suo lato compassionevole verso il fenomeno della migrazione la sinistra abdica al suo ruolo di lottare per i diritti degli ultimi.
La sovraesposizione mediatica delle intollerabili morti in mare impedisce di vedere gli oltre 50.000 migranti rinchiusi e a volte torturati nei porti sicuri libici secondo i dettami di Minniti e Salvini, oltre alle migliaia che muoiono nei deserti prima di arrivare al Mediterraneo e ai reclutatori che passano di villaggio in villaggio offrendo miraggi.
Nessun intervento contro il neocolonialismo che ha portato sfruttamento e corruzione, nessun progetto di cooperazione che con tutte le sue magagne forniva welfare e atteggiamenti etici che si contrapponevano ai corrotti in favore delle popolazioni locali. Nessuna proposta per provare a ridimensionare le cause dell’emigrazione invece che piangerne gli effetti e così l’esodo continuerà.
Il dl Dignità salva il lavoro, perciò il Pd non lo vuole
Non si riesce a capire il motivo dell’odio assoluto delle opposizioni e di Confindustria per il decreto Dignità; o meglio lo si capisce benissimo: l’interesse privato di pochi.
Che il Jobs Act, l’eliminazione dell’art.18 e tutte le altre demenziali leggi renziane facessero comodo a imprenditori e datori di lavoro furbetti, per incrementare i loro guadagni, e non ai lavoratori, non vi è più alcun dubbio (infatti Renzi andava a cena con Marchiane, non con gli operai), ma non si capisce perché il governo attuale dovrebbe accettare l’equazione meno garanzie quindi più lavoro precario. Che intendiamoci, non è lavoro ma sfruttamento, viste anche le condizioni in cui è svolto, e quindi non crea veri consumatori e cittadini, ma solo persone che sopravvivono alla morte per fame, cosa che per altro fa anche la Caritas SEGUO DA ANNI la vicenda del Tav Torino - Lione e mi sono convinto (lo ha scritto anche il governo Gentiloni) che l’opera sia nell’ordine dannosa, antieconomica e non giustificata da nessuna necessità reale sia in termini di traffico passeggeri che merci. Ne hanno scritto inoltre tecnici di rinomata fama indipendenti che hanno smontato pezzo pezzo le surreali e false motivazioni addotte dai politici di turno per perorarla (buon ultimo quel simpaticone di Chiamparino che vuol farci addirittura un referendum). La domanda allora sorge spontanea o spintanea: perché i politici di varie parti politiche (Pd, Forza Italia, Lega) continuano imperterriti a proporre la realizzazione di un’opera giudicata inutile o sovrastimata in una relazione della Presidenza del Consiglio? Posso capire (ma non giustificare) la posizione dei grandi giornaloni chehannosmesso di informare i loro lettori e si sono ridotti (anche le copie vendute in edicola) ad assecondare i desiderata dei loro padroni, ma i politici dei partiti di cui sopra che sanno come stanno le cose perché insistono nell’esaltazione dell’opera? Diceva il saggio “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” e un diavoletto mi suggerisce che potrebbero essere stati “incoraggiati“a sponsorizzare il Tav. GENTILE LEONARDO, i suoi dubbi sono la logica conseguenza di quello a cui si assiste da trent’anni. In Italia prospera un partito, quello del cemento, trasversale a quelli politici, che al suono di “servono le infrastrutture” promuove progetti senza convenienza. Non ci sono solo le malversazioni, emerse dalle indagini in mezza Italia (anche nei subappalti del Tav), ma lo stesso meccanismo per cui molte grandi opere vengono concepite solo per drenare risorse allo Stato. Matteo Renzi, per dire, ha passato l’ultimo anno del suo governo a rassicurare pubblicamente più meritoriamente. Se il lavoro conferisce dignità, non può far paura il decreto Dignità se crea qualche posto in meno per sfruttati e schiavi e qualche posto in più per lavoratori veri.
Combattiamo le violenze ammettendone l’esistenza
Le aggressioni alle persone di colore sono ormai quotidiane. Nonostante l’escalation però, si Pietro Salini che si sarebbe fatto il ponte sullo Stretto mentre Palazzo Chigi, cioè lui stesso, era in causa con Salini per lo stop al progetto deciso dal governo Monti. Sulla Tav Torino-Lione i dati, tutti, smentiscono che sia un’opera necessaria, al punto che lo stesso governo ha ammesso di essersi sbagliato “in buonafede”, quindi nessuno dovrà risponderne. Nel frattempo si è andati avanti anche sul versante francese nonostante i dubbi dei governi transalpini, a dimostrazione che l’euforia dei politici locali per queste opere non ha nazionalità. Ben venga che il ministro Toninelli chieda una revisione in base ai costi-benefici, ma è una goccia nel mare nella lotta al partito del cemento, in cui perfino lo Stato, nel caso rappresentato dal commissario governativo Paolo Foietta, fa campagna per il Tav. cerca ipocritamente di negare il movente razzista, perché contrario al nostro auto-pregiudizio positivo di “italiani brava gente”. No, non possiamo far finta di essere sani, come diceva Gaber.
Il razzismo in Italia c’è e il primo modo per combatterlo è ammette che esiste.
Per questo è irresponsabile il negazionismo di Salvini. Anche perché il ministro dell’Interno non solo banalizza fatti gravi, ma quando proprio non può farlo, scusa i razzisti e la butta sulla fine della italica pazienza. Dopodiché c’è tutto un agitarsi di precisazioni e commenti nell’escludere il razzismo dall’Italia.
Uno sforzo ammirevole, per carità, poggiato su numerosi casi di buona integrazione, ma che non cancellano la realtà.
Non è una bella notizia, ma abituiamoci a guardarci allo specchio. Gentile Vecchietti, l’indagine del Censis non solo si basa su un campione di mille intervistati, un numero molto esiguo, ma non fa neanche riferimento alla tipologia di prestazione sanitaria e alla relativa urgenza per cui “milioni di italiani si sarebbero indebitati”. Un dettaglio non di poco conto visto che potrebbe trattarsi di cure già coperte dal Ssn. Già l’anno scorso, le ricordo che il ministero della Salute sulla base di dati Istat ha smentito il dato dei 12 milioni di italiani che hanno rinunciato almeno a una cura in un anno per motivi economici. Lei, in qualità di direttore generale di un’assicurazione di salute porta avanti il suo business; mentre il Servizio sanitario nazionale ha lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizione di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie in attuazione dell’art.32 della Costituzione.