L’Authority dell’Energia e la fabbrica delle carriere
Il caso della carriera costruita “a ritroso” al presidente Guido Bortoni continua ad agitare l’Authority per l’Energia (Arera). I sindacati Falbi, First e Fisac hanno deciso di segnalarlo all’Anac, l’Autorità anticorruzione, insieme a un altro episodio che a loro dire solleva il dubbio che si possano produrre “danni erariali e violazioni della normativa anticorruzione”: il dirigente che dovrebbe valorizzare la carriera di Bortoni è stato promosso una settimana prima di ricevere l’indicazione a farlo dal collegio dei commissari.
BREVE RIASSUNTO. Come ha rivelato il Fatto, l’11 aprile scorso il collegio, scaduto a febbraio e quindi in prorogatio in attesa dei nuovi vertici, ha dato “indirizzo” al direttore Affari generali e Risorse umane (Dagr), Giovanni Colombo di attribuire al presidente una “valorizzazione dell’anzianità maturata, anche alla luce della disciplina vigente in Antitrust, con l’attribuzione di due livelli per ogni anno fuori ruolo”. Guarda caso, Bortoni è l’unico dirigente dell’Authority “fuori ruolo”, e lo è da 9 anni. In questo modo ottiene in un colpo un mega scatto di carriera di 18 livelli che lo porterebbe, una volta tornato dirigente a fine mandato, ad avere più o meno lo stesso stipendio che aveva da presidente, circa 240mila euro l’anno, il tetto massimo fissato per legge per i travet. Al momento di decidere Bortoni è uscito dalla riunione per evitare di dover decidere su se stesso. Secondo i sin- dacati l’indirizzo è illegittimo, perché non si tratta di un atto amministrativo (e per questo non è stato reso pubblico) e vìola il protocollo d’intesa che regola gli avanzamenti di carriera nell’Autorità, che non prevede promozioni per i fuori ruolo (se non dopo una trattativa sindacale). Nella loro segnalazione all’Anac, però, riportano un secondo caso. La settimana prima, il 5 aprile, il collegio ha disposto - questa volta con delibera - la promozione di quattro dirigenti, da direttori aggiunti a direttori, “agli e- siti del processo valutativo 2017”. Tra questi c’è anche Colombo, che peraltro firma la relazione fornita al collegio che fornisce le motivazioni per la promozione. Per i sindacati è un “palese conflitto d’interessi”, visto che Colombo spiega ai commissari (tra cui Bortoni) perché dovrebbero promuoverlo. Non solo. Per le sigle la nota è viziata all’origine, visto che Colombo propone le promozioni al collegio “in conflitto con il criterio del merito presente nell’ordinamento di Arera”. In pratica non viene menzionata nessuna “valutazione comparativa o al criterio del merito coniugato all’anzianità come prescritto dall’articolo 37” del regolamento. Nella sua nota, Colombo in effetti motiva la necessità di promuovere i 4 dirigenti, tra cui se stesso, perché “sotto inquadrati” vista la “notevole mole di lavoro anche a carattere innovativo” e il fatto che ci sono funzionari e dirigenti con inquadramento inferiore che “ricevono un trattamento economico superiore”. Una situazione che però si spiega con l’anzianità di servizio. Secondo i sindacati questa motivazione non è prevista nel regolamento (non esistono precedenti) e chiedono all’Anac di indagare vista la vicinanza temporale con il caso Bortoni. Tra i dirigenti promossi c’è anche l’avvocato Stefano Puricelli, capo dell’ufficio speciale incaricato di seguire gli atti del collegio, che ha fatto da segretario verbalizzante di entrambe le riunioni dei commissari. Sullo sfondo resta la curiosità di un collegio che, essendo in prorogatio, dovrebbe limitarsi agli atti indifferibili e urgenti.
Il doppio ruolo
A fornire le motivazioni per l’avanzamento è il diretto interessato. La replica: “Tutto a norma” Il caso
L’AUTORITÀ replica che il doppio ruolo di Colombo nella sua promozione è dovuto al fatto che ha ereditato le funzioni prima attribuite al Direttore generale, figura non più presente (ma c’è il segretario generale) e in ogni caso è il collegio che decide. Quanto al merito, precisa: “È stato considerato sia in occasione dell’attribuzione dell’incarico di primo livello, con specifico riferimento alle pregresse esperienze lavorative e alle competenze professionali, sia con riferimento alla valutazione dell’esercizio di detto incarico in termini di responsabilità manageriali e amministrativo contabili” e “ha consentito di allineare i dipendenti all’inquadramento minimo giuridico posseduto dagli altri dirigenti aventi pari responsabilità”. Non ha però fornito precedenti analoghi.
L’11 APRILE scorso il collegio di Arera, in prorogatio, ha dato indirizzo al direttore del Dagr di assegnare uno scatto di carriera a ritroso ai dirigenti “fuori ruolo”: l’unico è Bortoni
IL 5 APRILE il collegio aveva promosso 4 dirigenti, tra cui il direttore del Dagr, che ha firmato la nota per motivare al collegio la necessità di promuoverli Per i sindacati l’iter vìola il regolamento