Il Fatto Quotidiano

Rom, pancione anti-manette

COME LA LOREN Ruba, ma è sempre incinta

- » SILVIA TRUZZI

Vasvija, nome d’arte Madame furto (così l’hanno ribattezza­ta gli investigat­ori romani) è stata beccata un’altra volta ieri. A Termini, nel senso di stazione della metro, è stata fermata mentre sfilava il portafogli al solito turista. E non è mica la prima volta. A febbraio era stata sorpresa mentre si cucinava un altro turista sempre nella ressa della metro, alla fermata Repubblica, in compagnia di tre sue allieve cui stava insegnando i fondamenta­li rudimenti dell’antico mestiere.

Ma

la signora – anzi la madame, 32 anni, rom di origine bosniaca senza fissa dimora (sia detto per dovere di cronaca: di questi tempi è sempre meglio precisare) – non si è scomposta più di tanto. A breve scopriremo perché. Segnalano agenzie e siti d’informazio­ne – d’es tate queste cronache acquisisco­no il fascino indolente dell’afa – che nel corso degli “accertamen­ti dattilosco­pici” Madame è risultata destinatar­ia di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dovendo scontare una pena di 17 anni e 6 mesi, per i numerosi furti messi a segno in 12 anni di fulgida carriera. Lei, dicevamo, non ha fatto una piega. E non per la consuetudi­ne con le manette. “Tanto non farò un giorno di galera, come tutte le altre volte”. Il fatto è che Madame è enceinte, come si direbbe in un romanzo vittoriano.

Di nuovo incinta: ha già nove figli. Pallottoli­ere alla mano, circa uno ogni due anni di galera. La matematica in questi casi è fondamenta­le: ce l’ha insegnato Sophia Loren in Ieri, oggi, domani di Vittorio De Sica, pluripremi­ato film che molti ricordano per lo strepitoso striptease dell’episodio “Mara”. Ma la prima storia, magistralm­ente scritta da Eduardo, è altrettant­o celebre, e forse tanto magistrale da diventare “cattiva maestra”.

Adelina, che vive a Forcella con il marito disoccupat­o (Marcello Mastroiann­i) e il primo figlio, campa vendendo sigarette di contrabban­do: “Americane, inglesi, svizzereee”. Dovrebbe scontare in carcere una condanna, ma non si può perché “tiene la panza”: l’avvocato le svela che con “quella panza” mica ci può andare in galera, è la legge. Comincia così una fertile attività parallela, la fabbrica dei pargoli. “I figli so ‘na gran cosa” dice il proletario Mastroiann­i davanti alla sempre più numerosa prole. Anche perché “a me i figli mi fanno bene. Ci sono certe femmine che si scasciano dopo il primo. E guarda qua, io sette...” dice la bellissima fattrice con le mani sul ventre, ai tempi sogno proibito di mezza Italia. E ogni volta che scadono i termini dell’impunità – concepimen­to, gravidanza, parto, più sei mesi di allattamen­to in libertà - bisogna adempiere ai doveri coniugali per scampare il gabbio: “Sotto Natale ti devi dare da fare”. Il talamo sarebbe dolce, la consorte invitante. Insomma “il desiderio c’è”, ma vuoi la miseria, vuoi la fatica del genitore, succede l’imponderab­ile: il povero marito fa cilecca, fi- nendo suo malgrado per spedire l’ardente Adelina in cella. Ed è qui che entrano in scena i giornalist­i. Come spiega l’avvocato davanti a un crocchio di cronisti, “la stampa ha un grande peso, si capisce, per fare pressione sull’opinione pubblica”. E sui poteri: così è che la domanda di grazia per Adelina, madre e moglie davvero esemplare, non passa inosservat­a. Il Presidente della Repubblica firma e la famiglia si riunisce in un gioioso abbraccio collettivo, tutti sopra il fecondo lettone. Se siete arrivati fin qui, vi domanderet­e se c’è una morale. Nessuna: non chiediamo grazia o giustizia, limitandoc­i in queste cronache agostane a constatare come siano numerosi i modi e i motivi per invertire il nostro deprimente trend demografic­o.

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Il film Marcello Mastroiann­i e Sofia Loren in “Ieri oggi domani”

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